Coppa Italia, notte da Dea o da Signora. Juve ultima chiamata, antipasto Atalanta
Allegri può restare soltanto vincendo, Gasperini cerca il suo primo trofeo, ma pensa anche alla sfida per l’Europa League
Tre anni dopo ancora Juventus e Atalanta a sfidarsi per una Coppa Italia che conta più per i bianconeri che per i bergamaschi, attesi tra sette giorni dalla finale di Europa League. Tre anni fa al Mapei di Reggio Emilia la Signora, allenata da Pirlo, si imponeva per 2-1 con reti di Kulusevski e Chiesa sulla favorita Dea di Gasp, che aveva chiuso terza in campionato davanti ai bianconeri.
Anche stasera l’Atalanta è favorita. Nel girone di ritorno i nerazzurri (con una partita in meno) hanno fatto 33 punti contro i 21 dei bianconeri, scivolati al quarto posto, che rischiano persino di farsi superare dagli stessi bergamaschi ormai a soli tre punti. Juve salvata domenica dalla sconfitta contro la Salernitana, ultima e già retrocessa, solo dal gol al 92’ di Rabiot, per il punto decisivo per conquistare la Champions proprio grazie alla vittoria dell’Atalanta sulla Roma. Ora, raggiunta la qualificazione alla coppa regina, Allegri vuole il trofeo nazionale, che ha gia vinto quattro volte consecutive con i bianconeri dal 2014 al 2017, per dare un senso ad una stagione che da opaca diventerebbe vincente. Un trofeo che forse inciderebbe anche sulla sua discussa conferma. Difficile però contro questa Dea, che sta volando, con una forma fisica straripante, con un uomo in più sostanzialmente in ogni zona del campo, con un calcio aggressivo e una mentalità cannibale.
L’Atalanta giovedi era sul 2-0 contro il Marsiglia dopo 50 minuti, domenica era sul 2-0 contro la Roma dopo venti minuti. Stasera non ci sarà il bomber Scamacca, squalificato, ma Gasperini chiederà alla sua squadra di partire subito con il turbo e provare a chiuderla nel primo tempo. Davanti bergamaschi con Lookman e De Ketelaere e alle loro spalle Koopmeiners che a giugno potrebbe trasferirsi proprio in maglia bianconera. Paradossale che la Juventus con 14 coppe vinte, contro l’unica conquistata dall’Atalanta nel remoto 1963, sia quella che ha più da chiedere a questa finale. Per la Dea (seguita stasera dall’esodo di oltre 23mila bergamaschi) la vera priorità sarà la finalissima di Dublino contro il Bayer Leverkusen, come spiegato nei giorni scorsi dallo stesso Gasperini che vorrebbe questo trofeo per scrollarsi di dosso la scimmia di quello che non ha mai sollevato una coppa.
Ieri le due finaliste sono state ricevute al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Per noi è la terza finale negli ultimi cinque anni, un risultato straordinario, anche per Bergamo e per i nostri tifosi", ha spiegato Gasperini. Allegri ha ricordato l’importanza "della forza del gruppo e la voglia di raggiungere obiettivi condivisi".
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