Hojbjerg, il duro che serve a Max. Juve: una mediana già da rifare. Poi il nuovo assalto a Berardi

I casi di Pogba e Fagioli sconvolgono i piani tattici della Signora che a gennaio deve correre ai ripari. Il danese del Tottenham è la prima opzione: l’eventuale rescissione del ’Polpo’ per tentare il colpo.

di PAOLO GRILLI -
13 ottobre 2023
Juve: una mediana già da rifare. Poi il nuovo assalto a Berardi

Juve: una mediana già da rifare. Poi il nuovo assalto a Berardi

Prima il caso di Pogba, poi quello di Fagioli. Un uno-due che rischia di mettere al tappeto la Juve, alla ormai perenne ricerca di una mediana all’altezza del blasone. A gennaio, la Signora è obbligata a rinforzare un reparto che proprio con il pieno recupero del francese contava di rendere più consistente. Poi è arrivata la positività al testosterone del campione del mondo del 2018, seguita ora dal presunto coinvolgimento nella vicenda delle scommesse online su piattaforme illegali di ’Fagio’. E i piani di rinascita di Max che rischiano di saltare per aria, se manca la qualità dovuta in mezzo.

Di fatto, senza queste due importanti pedine – Paul è sospeso e si avvia a un probabile deferimento, quello di cui è in attesa anche Nicolò dopo l’autodenuncia alla procura federale – i bianconeri potranno contare, tra registi e mezzali, solo su Locatelli, Rabiot e Miretti, McKennie e Nicolussi Caviglia. Perché, poi, Yildiz promette molto bene ma è di fatto un trequartista.

Il ds Giuntoli deve accelerare sul mercato. L’eventuale rescissione con Pogba comporterebbe un risparmio di almeno 25 milioni, e quelli potrebbero essere investiti per Hojbjerg del Tottenham, danese che Conte schierava sempre, ma che Postecoglou ha fatto indietreggiare nelle gerarchie della mediana. Lo scandinavo offre tutte le caratteristiche di completezza di cui ha bisogno la Juve, ma il suo valore non è inferiore ai trenta milioni.

Il curriculum è di quelli tosti, come il piglio che il 28enne nato a Copenaghen mostra in campo.

Per la Danimarca è un elemento irrinunciabile, già 69 le presenze, con sette gol. E tra i club, la militanza nel Bayern, nel Southampton e nel Tottenham certificano quella internazionalità che è richiesta a chi deve portare avanti un calcio attuale.

Talento precocissimo (a Monaco fu il più giovane esordiente di sempre nel 2013, primato poi soffiatogli da Musiala nel 2020), Hojbjerg si è poi letteralmente fasso le ossa con l’Augusta e lo Schalke sempre in Germania.

In Premier con il Southampton il cambio di passo, e agli Spurs era poi diventato un giocatore irrinunciabile per Antonio Conte.

Solo nella stagione in corso l’arretramento nelle gerarchie del nuovo tecnico, Postecoglu.

A Torino, il colosso potrebbe rilanciarsi, mostrando tutta la sua duttilità. Particolarmente grintoso in fase difensiva, il danese è dotato anche di grande tecnica e il ruolo di plamaker basso sembra fatto per lui.

Nella prossima sessione di mercato, i bianconeri proveranno anche a rinforzare l’attacco e il nome più caldo resta sempre quello di Berardi. La sua qualità emergerebbe del tutto in un 4-2-3-1, modulo che Allegri ha utilizzato a più riprese nei suoi anni a Torino, e che consentirebbe nel contempo di schierare Chiesa e Vlahovic con lui, e di proporre una mediana di contenimento. Quella in cui brilerebbe anche Hojbjerg.

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