Il Diavolo rivede la luce. Juve, Yildiz è un’illusione. Conceiçao: derby in finale
La Signora va in vantaggio con il turco, ma il rigore di Pulisic riaccende il Milan. L’autogol di Gatti manda a casa i bianconeri, lunedì la sfida all’Inter per il titolo. .
C’entra la fortuna. Ma anche, e tanto il cuore. Bello che abbia ancora un peso in questo calcio. Anche più della tattica o dello sfuggente concetto di gioco.
In finale di Supercoppa contro l’Inter va il Milan rivoluzionato di Sergio Conceiçao. Un Diavolo che contro la Juve ci aveva capito ben poco per quasi un’ora, a Riad. Andando presto sotto, trafitto da Yildiz. Ma poi, lo sciagurato intervento in area dell’ex, un Locatelli sino a quel punto quasi inappuntabile, ha regalato a metà ripresa il rigore e di fatto il pari di Pulisic. Ed è cambiato tutto, con la Signora alle corde, sorprendentemente incerta e inoffensiva. La rete decisiva, con la deviazione di Gatti su cross di Musah che ha beffato Di Gregorio, è parsa quasi una logica conseguenza di un’inerzia completamente ribaltata.
La scossa di Conceiçao è arrivata, eccome. Certo lunedì, contro la corazzata nerazzurra, servirà un’impresa per portare a casa il titolo. Ma i rossoneri rivedono la luce, e non era affatto scontato. Chi si trova in un cono d’ombra è ora Motta. Un titolo già sfuma, eppure è solo la seconda sconfitta stagionale. Inspiegabile il calo nella ripresa dopo aver preso in pugno la gara. E aver tolto Vlahovic e Thuram non ha certo aiutato.
Il forfait nel bel mezzo del riscaldamento di Chico Conceiçao aveva costretto il tecnico bianconero, che già aveva puntato su Mbangula esterno a sinistra e McKennie terzino, a rivedere i piani. Dentro Yildiz sulla destra. Il turco si trova a meraviglia ovunque e beffa il Diavolo leggendo prima di tutti l’imbeccata di Samuel e batte Maignan di pura potenza. E’ il 21’ e la Juve sembra già più dentro alla partita. Milan, al contrario, più sfilacciato e macchinoso. Il nuovo centrocampo a tre messo giù da Sergio Conceiçao non ha potuto leggere del tutto il libretto delle istruzioni e si vede. Bennacer deve ideare e contenere. Non facile, per uno appena rientrato da un lungo stop. Reijnders fatica poi a trovare la giusta posizione. Logico che a Morata, in assenza anche di Leao, quasi non arrivino rifornimenti. Ma è anche dietro che si soffre. Nella ripresa, subito una fiammata di Yildiz – destro fuori di poco – ed è poi lo stesso numero 10 a crossare divinamente (sa fare pure questo) per Vlahovic che però viene contrastato da Emerson al momento di concludere. L’erroraccio sotto porta di Theo, mancando clamorosamente il pari, sembra rimarcare una maledizione.
Poi la partita cambia volto. Il Diavolo esce dal deserto, la Juve si butta via. Fragile e incapace di reagire, all’improvviso: quasi mai successo in stagione. Motta dice che la vittoria non deve essere un’ossessione, ma farsela sfuggire così ti getta in un incubo.
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