La Juve cambia, nuova missione gol. E’ a porte chiuse l’esame Genoa. Thiago Motta mette Rouhi e Fagioli

A Marassi (18) divieto totale di ingresso ai tifosi dopo i gravi scontri di mercoledì per il derby di Coppa Italia. L’ex Motta cerca il rilancio dopo tre 0-0 di fila: novità anche in porta con Perin, McKennie punto fermo .

di PAOLO GRILLI -
28 settembre 2024
Juventus

L'ingresso esterno dell'Allianz Stadium (o Juventus Stadium)

Dissipando dubbi fantacalcistici a molti, Thiago Motta ha già fornito alla vigilia di Genoa-Juve la formazione bianconera che oggi scenderà in campo in un Ferraris forzatamente deserto. Gli scontri che mercoledì hanno preceduto il derby di Coppa Italia fra il Grifone e la Samp – trenta gli agenti feriti – hanno infatti fatto scattare la sanzione della partita a porte chiuse nei confronti dei due club: i blucerchiati la sconteranno il 4 ottobre, quando a Marassi arriverà la Juve Stabia a sfidare i doriani.

La gara senza tifosi sarà doppiamente penalizzante, alla vista. Perché negazione di quello che dovrebbe rappresentare il calcio, risorsa con cui certi supporters non hanno in realtà nulla a che fare, e perché ci ricorderà della dolorosa e recente era del Covid.

Meglio concentrarsi in ogni caso su una Signora ancora in cerca di una identià compiuta e definitiva. Motta deve ancora subire gol in campionato, e sarebbe una garanzia di alta classifica. Ma da tre partite i bianconeri neppure ne fanno, e così non si va lontano. Vlahovic, Yildiz, Koopmeiners e Nico Gonzalez rappresentano una batteria da grande bottino offensivo, ed è evidente che il rodaggio di una squadra rivoluzionata è ancora pienamente in atto.

Oggi tocca a Rouhi, classe 2004, esordire da titolare come terzino sinistro. Spazio anche a capitan Danilo negli undici di partenza, con l’ex rossoblù Perin in porta facendo rifiatare Di Gregorio verso la Champions.

Anche in mezzo si cambia, e c’è chi noterà che la tendenza a sparigliare le carte accomuna di fatto il nuovo condottiero ad Allegri. Sarà Fagioli il playmaker designato in partenza, con McKennie e Koop centrali più avanzati e sugli esterni Nico e Yildiz. In avanti, ecco ancora Vlahovic, chiamato a un cambio di passo – leggi, più gol – per un rilancio suo e di squadra.

Gilardino viene da due sconfitte e un pareggio, l’unica vittoria è arrivata a Monza. E il succitato derby perso ai rigori non ha certo risollevato l’umore. Un motivo in più per la Juve per sperare in una accelerazione scrollandosi di dosso i dubbi ed emergendo dallo stallo.

Finora, però, si è palesata soprattutto la difficoltà dei bianconeri di creare occasioni contro squadre dal baricentro basso e la cui tattica non prevede azzardi. Chissà che non tocchi proprio a Rouhi, svedesino in rampa di lancio, rompere gli equilibri imitando i compagni Mbangula e Savona.

Mercoledì c’è poi la sfida di Lipsia in Champions. I tedeschi beffati dall’Atletico Madrid al primo turno sono la quarta squadra più giovane di Bundesliga. La Juve la seconda in A. Con tanta fretta di diventare grande.

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