La Signora vola in vetta. Vlahovic oltre le critiche: "Io rispondo sul campo»
Contro il Genoa primo tempo di studio, poi la Juve dilaga con Dusan e Conçeicão. Restano zero i gol subiti dai bianconeri. Mister Motta: "Possiamo crescere ancora". .
Gioco di contrasti, come quando un Motta in maglia rossoblù fece piangere la Signora in uno stadio che ribolliva. E ieri, 16 anni dopo quella storica doppietta, a ruoli ribaltati, mister Thiago (questa volta sulla panchina della Juve), trova il guizzo vincente contro il suo ex Genoa che vale un 3-0 e la testa temporanea della classifica. "Questo è un gruppo di giocatori forti, insieme possono crescere ancora", sentenzierà poi il mister italo-brasiliano.
Contrasti, sì: nel silenzio di un Ferraris a porte chiuse per gli scontri del derby della Lanterna si consuma una partita dai due volti. Congelata nella tattica prima dell’esplosione di un ’doppio’ Vlahovic, anche lui invisibile per metà match e poi protagonista: "Sta diventando un leader positivo anche nelle difficoltà", Motta dixit. E Dusan esulta un po’ polemico contro le critiche: "La gente parla, io rispondo sul campo".
Il mister bianconero dà fiducia Danilo e indovina la scommessa Rouhi titolare con quell’endorsment fatto prima della partita: "Se lo merita". Uno innesca il gioco della Signora partendo dalle retrovie, l’altro – forse per la voglia di dimostrare quanto più possibile –, si mette in mostra con ottime giocate. Ma il Genoa di Gila gioca bene. Una trama fitta e senza spazi quella dei rossoblù, ma quando si tratta di attaccare c’è la corazzata del Bremer tuttofare e spegnere ogni ripartenza verso la porta juventina. La squadra di Motta può solo manovrare: nel primo tempo quasi impossibile scalfire la cupola rossoblù. Ci provano Yildiz con uno slalom che semina il panico in mezzo all’area. Poi pecca di generosità cercando il tap-in con un compagno che non c’è. Il merito dell’azione più pericolosa se lo prende Nico Gonzalez poco dopo: sulla sinistra, arriva sul fondo e cerca il cross in mezzo: Gollini tocca e quasi quasi combina il patatrac sfiorando l’autogol.
Contrasti, dicevamo. Alla ripresa pare ancora una partita di studio. M il match si sblocca dopo appena tre minuti da uno scellerato fallo di mano in area di De Winter sul tentativo di sombrero da parte di Yildiz. A prendere in mano la situazione ci pensa un Vlahovic fino a quel momento non pervenuto: non è un problema per lui insaccare dal dischetto alle spalle di Gollini. E’ la scintilla che accende la sete. Solo pochi istanti dopo Koopmeiners spedisce un pallone telecomandato, di nuovo sui piedi di Dusan: controllo e gran botta di mancino a incrociare. Motta a un quarto d’ora dalla fine testa le forze fresche: su Savona, Thuram, Cambiaso, Douglas Luiz e Conceicao. E’ proprio quest’ultimo, a tre minuti dalla fine, a firmare il capolavoro di Motta: 3-0 finale e ancora porta inviolata per la Signora. Che ora fa più paura che mai.
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