La storia. Da preparatore ad allenatore. Muggiò ha trovato il suo mister

Draisci cambia ruolo e scaccia la retrocessione "Sapevo che i giocatori erano dalla mia parte".

15 marzo 2024
Da preparatore ad allenatore. Muggiò ha trovato il suo mister

Da preparatore ad allenatore. Muggiò ha trovato il suo mister

La trasformazione di Davide Draisci è degna dei migliori Sayan, i valorosi guerrieri del manga Dragon Ball. Dopo aver cominciato la stagione a luglio in qualità di preparatore atletico e aver ricoperto il ruolo di vice fra novembre e gennaio, il ventiseienne di Sesto San Giovanni è diventato da poche settimane l’allenatore del Muggiò, squadra militante nel girone B del campionato di Eccellenza. Una scalata repentina, inaspettata perfino da lui. Il cambio di incarico, per quanto improvviso, non lo ha però spaventato. In primis, per la sua forte personalità. Poi, perché tutto l’ambiente gialloblù, dalla dirigenza ai calciatori, gli ha trasmesso fiducia e vicinanza sin dal primo istante: "Dopo la pesante sconfitta contro il Castelleone, il presidente Luciano Pace ha optato per un cambio in panchina e mi ha domandato se mi sentissi pronto per allenare. Ho accettato la proposta perché ho sempre avuto un ottimo rapporto coi calciatori e sapevo fossero dalla mia parte", dice. Pur occupandosi di specificità diverse, Draisci è convinto che tecnico e preparatore atletico siano uniti da un cordone ombelicale: "Secondo me, è impensabile che l’addetto alla parte fisica non conosca gli aspetti tecnico-tattici del gioco e viceversa. Sono due ruoli interconnessi: il lavoro senza palla si

interseca con quello tecnico. La conoscenza di entrambi gli ambiti è fondamentale".

Draisci sta dimostrando di eccellere in tutte e due le facoltà. Se in qualità di “prof” il curriculum parla per lui (Pro Sesto, Enotria, Casati Arcore), nelle vesti di guida tecnica sono i risultati a esaltarlo: quattro partite, nove punti e scacciate le ombre di una pericolosa zona retrocessione. "Non ho un dogma calcistico. Cerco di sfruttare al meglio le peculiarità dei miei ragazzi e di trarre vantaggio dalle lacune dei rivali. Il gruppo che ho a disposizione mi consente di aggredire alto in fase di non possesso. Quando abbiamo la palla, cerchiamo di raggiungere il più velocemente possibile la trequarti: abbiamo calciatori offensivi abili nel dribbling che possono farci vincere le partite".

Una partenza a razzo ottenuta anche grazie alle relazioni costruite coi suoi ragazzi, all’insegna della schiettezza e del rispetto: "I senatori sono fondamentali. Hanno supportato la scelta del presidente, mi aiutano e si comportano in maniera esemplare, tracciando la strada per i più piccoli". Oltre che da un punto di vista comportamentale, Draisci sostiene che i più sbarbati vadano seguiti anche sul campo. "Durante la gara, spesso li vedo poco attenti. Questo per due ragioni: un po’ per la società odierna, un po’ perché nei settori giovanili si impiega poco tempo a giocare. Sono più i momenti in cui i bambini se ne stanno in fila indiana, senza fare niente, piuttosto che quelli in cui si trovano con la palla fra i piedi. Questo tipo di approccio non funziona, infatti la produzione di talenti è diminuita".Giovanni Cisternino

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