La Vis dà spettacolo, ma l’Ascoli la beffa. Corazza la riprende su un rigore dubbio
Pesaro domina a lungo ma viene raggiunta al 94’ dopo essere passata in vantaggio al 64’ con Cannavò. Espulso Tavcar, paura per Molina
VIS
1
ASCOLI
1
VIS (3-4-1-2): Vukovic; Palomba (12’ st Ceccacci), Tonucci, Bove; Peixoto (1’ st Tavernaro), Paganini, Di Paola, Zoia; Orellana (31’ st Obi); Nicastro, Cannavò (42’ st Molina). All. Stellone. A disp. Munari, Zocchi, Pucciarelli, Nina, Rabbini, D’Innocenzo, Gambino, Forte, La Rosa.
ASCOLI (4-2-3-1): Livieri; Menna (14’ st Tremolada,) Tavcar, Gagliolo, Cozzoli; Varone, Bertini (31’ st Caccavo); Adjapong, Silipo (31’ st Tirelli), Marsura (21’ st Achik); Corazza. All. Di Carlo. A disp. Abati, Raffaelli, Maurizii, Piermarini, Quaranta, D’Uffizi, Campagna, Bando, Silvestri, Gagliardi.
Arbitro: De Angeli di Milano.
Reti: 19’ st Cannavò, 49’ st Corazza rig.
Note: un minuto di raccoglimento nella Giornata mondiale delle vittime della strada; spettatori 2.294 (689 abbonati, 588 ospiti); incasso 21.230 euro; 38’ st espulso Tavcar (doppia ammonizione); ammoniti Menna, Peixoto, Tavcar, Palomba, Bertini, Tonucci, Nicastro, Tavernaro, Bove; angoli 10-4; rec. 0’ + 7’.
Pareggio nel derby numero 31, come tante altre volte. Come le ultime. Ma se c’è stata una squadra che è andata vicina a rompere la tradizione, è stata la Vis che l’ha condotto a lungo e ha sfiorato il raddoppio. Anche stavolta, ci sono di mezzo i pali, anche stavolta c’è di mezzo l’arbitro che regala al Picchio il rigore del pareggio sul limitare del 90’. Cross nel mucchio, si sente un urlo e De Angeli fischia il penalty. Al ralenty, si vede Zoia che interviene alle spalle del giocatore e nulla fa intuire il fallo. Tutto questo dentro un finale arroventato. La superiorità numerica in favore della Vis (Tavcar espulso per doppia ammonizione dopo aver falciato Cannavò lanciato in porta) svanisce quando il nuovo entrato Molina si accascia in area: i gesti dei giocatori fanno intuire una cosa grave, interviene la barella, il giocatore lungo il tragitto sembra rassicurare (trauma toracico dopo avere preso un colpo in mischia).
Derby avvincente. Di Carlo ne cambia 4 rispetto alla gara col Pontedera, Stellone si limita ai cambi obbligati da squalifiche e infortuni. L’Ascoli parte forte e aggredisce per non essere aggredito, tenendo i terzini alti e sfruttando l’uomo in più a centrocampo, dove la densità si abbina alla qualità. Priva di un regolatore come Pucciarelli, la Vis non trova i tempi, subisce per 20 minuti e rischia di andar sotto un paio di volte: al 13’ quando Gagliolo centra la traversa su angolo di Filippo e subito dopo quando Filippo dal limite chiama il portiere a un difficile intervento.
Pian piano, i biancorossi vengono fuori. Di Paola, innescato da Nicastro, sfiora la traversa dopo l’uno-due con Peixoto. Paganini ruba palla a Varone, vede Livieri fuori e lo scavalca con un mezzo pallonetto di poco a lato. Anche Orellana comincia a carburare offre una rasoiata che fa gridare al gol (palla fuori). Idem Cannavò che prima approfitta di un errore di Menna calciando a giro (ancor questione di centimetri); poi, liberato da un numero di alta scuola di Di Paola, parte in percussione, brucia Tavcar e incrocia centrando il palo interno, Cozzoli sventa sulla linea.
Il duello che spacca la partita è quello che vede Cannavò opposto ai centrali. Al 19’ Tavernaro recupera palla e verticalizza magnificamente per l’attaccante che brucia i due infila Livieri. Prima del rosso, Tavcar sfiora il palo di testa sugli sviluppi di una punizione. Poi arriva la punizione di Di Paola che fa gridare al gol: la parabola si spegne tra palo e mano del portiere. E la serie dei legni continua.
Meglio decisamente la Vis nella ripresa. L’Ascoli tramortito perde lucidità e quel poco di sicurezza ma trova un po’ di freschezza coi cambi. Si arriva all’episodio del rigore: Corazza firma il gol numero 9 piazzandola sotto la traversa. Il recupero è solo corrida. E la Vis mastica di nuovo amaro. Biancorossi comunque applauditi, mentre su sponda bianconera il pari in extremis non spegne il rancore dei tifosi verso tutti.
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