L’Ausonia chiede giustizia: "Identificate i responsabili"
La società milanese: "Perché quelle telecamere sono dismesse da due anni?". Depositate le denunce di due tesserati, la terza arriverà nelle prossime ore.
Dopo il sabato di violenze subìte al centro sportivo “Crippa” di Cinisello al termine del match del campionato provinciale under 16 e il “tardivo” e discutibile comunicato della società padrona di casa arrivato nella serata di domenica, ieri l’Ausonia Academy, società milanese coinvolta suo malgrado, si è fatta sentire in maniera decisa. "L’Ausonia Academy intende esprimere il proprio sdegno e condannare fermamente quanto avvenuto al termine della gara Città di Cinisello-Ausonia Academy valevole per il campionato provinciale under 16 del Settore giovanile scolastico Figc. I ragazzi e i componenti dello staff, oltre che essere stati insultati dagli spalti per larghi tratti della gara, hanno subìto una vera e propria aggressione (all’interno di un’area tecnica dove solo le persone presenti nella distinta di gara possono stare o transitare) per il semplice fatto di aver pareggiato la partita a pochi minuti dalla fine. Due componenti del nostro staff sono finiti in ospedale con conseguenze non da poco (come si evince dai referti medici) e alcuni ragazzi hanno riportato i segni di una colluttazione scatenata da persone (sostenitori evidentemente del Città di Cinisello) che li hanno aggrediti senza motivo e in maniera violenta".
Ma alla dirigenza dell’Ausonia Academy non è affatto piaciuta un’altra presunta verità, quella raccontata da chi li ospitava. "Leggiamo con stupore il passaggio del comunicato della società Città di Cinisello, diffuso tra l’altro a ben oltre 24 ore dall’accaduto, in cui si riporta che un loro giocatore avrebbe subìto un atteggiamento minaccioso da parte di un nostro dirigente, visto che proprio i nostri dirigenti e allenatori sono stati picchiati e costretti a recarsi in ospedale per il semplice motivo che si sono immediatamente frapposti tra gli aggressori e i ragazzi per difendere questi ultimi. Vorremmo invece fare queste domande: chi ha autorizzato gli aggressori a entrare in un’area che deve essere protetta? Chi sta “coprendo” la loro identità nonostante la gravità dei fatti accaduti? Era presente un impianto di sorveglianza a circuito chiuso, ma perché è dismesso da due anni? Confidiamo che ciò che hanno subìto i nostri tesserati oggi non debbano subirlo altre squadre e che l’autorità giudiziaria indaghi per identificare i responsabili".
Nel frattempo sono state depositate, da parte del dirigente e del preparatore atletico presi a cazzotti (nelle prossime ore lo farà anche il papà di un giovanissimo calciatore neroverde colpito con una testata da un tesserato avversario) le relative denunce penali a carico di ignoti. Si muove anche la giustizia sportiva, come annunciato a TeleLombardia dal presidente del Crl, Sergio Pedrazzini. Entro giovedì attese le prime decisioni che si baseranno sul referto consegnato dall’arbitro.
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