Lazio: questa volta il cinismo non basta, troppa viola per i biancocelesti

L'analisi del ko laziale al Franchi contro i capitolini

di FILIPPO MONETTI -
29 febbraio 2024
Belotti prova a calciare, ostacolato da Casale

Belotti prova a calciare, ostacolato da Casale

Roma 29 febbraio 2024 - Alla Lazio questa volta non basta il mordi e fuggi, non basta il cinismo sotto porta e la partita di grande sofferenza impostata. Al Franchi i biancocelesti alzano bandiera bianca di fronte alla Fiorentina, perdendo in rimonta per 2-1 al termine di una partita per certi versi molto simile a quella giocata contro il Torino nel recupero della ventunesima giornata, con la differenza sostanziale del risultato finale. Una differenza però pesante non solo nell'umore della squadra, ma anche nelle conseguenze in classifica. Il ko permette alla Viola di sopravanzare proprio i capitolini per il settimo posto in classifica, mentre la zona Champions League si allontana, ora infatti dista ben 8 punti, con il Bologna attualmente quarto a quota 48, mentre la squadra di Sarri resta ferma a quota 40.

Come scritto in precedenza, la sfida del Franchi fin dalle prime battute ha ricordato in modo sinistro, per la Viola, quella vinta dai capitolini quattro giorni prima contro i granata. A fare la partita è infatti la squadra di Italiano. I padroni di casa infatti fanno la partita e nonostante qualche scricchiolio della propria retroguardia, le parate di Provedel tengono la formazione a galla, salvando il risultato in diverse occasioni, e quando non è l'ex Spezia a salvare la porta laziale, sono i legni a fermare la Fiorentina. I viola infatti sbattono per ben due volte contro i legni solo nel primo tempo, mentre all'unica vera azione in verticale concretizzata dai ragazzi di Sarri, questi trovano la rete del vantaggio. Il lancio lungo di Provedel mette in moto l'attacco laziale, con l'apertura di Immobile per Guendouzi ad alimentarla. Il francese trasmette nuovamente verso il centro, premiando il taglio di Luis Alberto e lo spagnolo firma la rete del vantaggio capitolino.

A differenza però dal Torino, la Fiorentina non si disunisce, anzi nel secondo tempo la carica dei ragazzi di Italiano, se è possibile, aumenta e regala altre clamorose occasioni da gol. I tiri dei viola fioccano, dando fondo a tutto il talento di cui dispone nei suoi quattro uomini offensivi. La porta sembra stregata, ma la maledizione si spezza la 60' quando Kayode tramuta in gol il cross di Belotti, con la sfera ancora una volta a toccare un legno prima di insaccarsi in porta. Il pareggio mette in discesa la sfida per i padroni di casa e due minuti dopo il rigore fallito da Nico Gonzalez, ci pensa Bonaventura a riscattare il compagno, siglando la rete definitiva dell'incontro per il 2-1 definitivo al Franchi.

Una partita emozionante e combattuta dal punto di vista del risultato, ma un monologo fiorentino dal punto di vista dei numeri dell'incontro. Le statistiche infatti raccontano di una superiorità pressoché assoluta da parte della squadra di Firenze. Si parte dal possesso palla, con il 54% in favore dei viola, da cui nasce un palleggio preciso per l'85% delle volte sui 463 passaggi riusciti, mentre la Lazio ha un tasso di conversione dell'84% sui 404 fraseggi completati. 

Ma se dal punto di vista del palleggio, la Lazio non ha sofferto particolarmente è sulla mole e la qualità del gioco offensivo, che la formazione di Sarri risulta schiacciato dall'evidenza statistica. La Viola combina per ben 22 tiri complessivi, di cui 7 in porta, più di quattro volte tanti quanti quelli tentati dalla Lazio, i cui tentativi totali sono 5 di cui il solo gol tra i pali della porta di Terracciano. Una differenza pressoché incolmabile, ribadita anche dal dato degli expected goals, con la Fiorentina avanti per 3,87 xG, contro gli appena 0,61 xG della Lazio.

Anche gli altri numeri rimarcano sempre più quanto la Fiorentina abbia lottato e cercato con maggior insistenza rispetto ai rivali la vittoria. La Viola recupera più palloni (46-36), tira più corner (13-2) e anche al costo di commettere più falli (15-12), stabilisce la propria supremazia in campo. A poco vale il fatto di aver corso di più ai laziali (107 km contro 115 km), perché la qualità della corsa fiorentina aiuta a determinarne il successo finale e il sorpasso in graduatoria. 

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