Lazio, squadra combattiva ma poco precisa: a Firenze sconfitti dallo scarso cinismo

I ragazzi di Baroni non riescono a capitalizzare il vantaggio iniziale, merito della prima rete di carriera in Serie A di Mario Gila, e si fanno ribaltare da un super Albert Gudmundsson

23 settembre 2024
La Lazio festeggia il primo gol in Serie A di Mario Gila

La Lazio festeggia il primo gol in Serie A di Mario Gila

Roma 23 settembre 2024 –  La Lazio continua ad alternare i risultati tra positivi e negativi e dopo l'ottimo successo della biancoceleste sul Verona, arriva il ko nella trasferta del Franchi contro la Fiorentina. I ragazzi di Baroni non riescono a capitalizzare il vantaggio iniziale ottenuto nell'incontro, merito della prima rete di carriera in Serie A di Mario Gila, e si fanno ribaltare da un super Albert Gudmundsson, il quale entra nel secondo tempo e realizza quasi da solo la rimonta toscana. Due penalty calciati dall'islandese e due reti realizzate, per altro uno di questi conquistati personalmente. Il risultato ferma i biancocelesti a quota 7, mentre la Fiorentina festeggia la prima vittoria dell'era Palladino e sale a quota sei punti, andando così ad accorciare la classifica nella zona di vertice.

La partita si rivela fin da subito divertente e giocata ad alto ritmo. Entrambi i tecnici prediligono la pressione alta e la verticalizzazione rapida quando c'è l'occasione di attaccare lo spazio, Il risultato è una partita divertente, con tante chance da entrambe le parti. I capovolgimenti di fronte sono continui e i due portieri, per costanza di rendimento e qualità di certi interventi, sono senza dubbio tra i migliori in campo dell'incontro. Provedel si deve arrendere solo a due calci di rigore, mentre De Gea ricorda a tutti come non sia stato per caso il portiere titolare del Manchester United per 12 stagioni consecutive. Tutto questo senza però nulla togliere ai giocatori di movimento, altrettanto bravi nello dare spettacolo ai tifosi sugli spalti e a casa.

Lo sviluppo della partita è molto ondivago, ma in generale è la Lazio a prendere il sopravvento dal punto di vista del palleggio. I ritmi della sfida sono dettati dai ragazzi di Baroni, ma sono le ripartenze della viola, brucianti, ad innalzare di volta in volta il numero di colpi della contesa. La prima grande occasione dell'incontro infatti è sui piedi di Colpani, il quale però deve fare i conti con Provedel, bravo a deviare sul palo il suo tentativo in uno contro uno. Sui calci da fermo i biancocelesti sono sempre molto pericolosi: bravi a puntare nella zona in cui si inseriscono i propri centrali. Proprio da calcio di punizione arriva il cross perfetto di Nuno Tavares per Mario Gila, bravo a conservare il vantaggio accumulato sul movimento e di testa a superare De Gea, fino a quel momento impeccabile e autore di almeno 2-3 parate ad alto tasso di difficoltà.

La Lazio chiude il primo tempo in vantaggio sul risultato e anche dal punto di vista del gioco sembra in grado di poter controllare il match, ma non ha fatto i conti con Albert Gudmundsson. L'islandese si rivela infatti un vero e proprio jolly per Palladino: a uno dei primi palloni toccati infatti viene atterrato in area di rigore, guadagnando un rigore, poi trasformato dallo stesso numero 10 della viola. La rete del pareggio dà fiducia ai padroni di casa, i quali prendono metri, seppur lasciando agli ospiti la gestione del possesso. L'ingenuità che costa la partita ai biancocelesti la commette Nuno Tavares, il quale nel contrastare il cross di Dodo, finisce con l'affondare il tackle sul brasiliano, finendo per colpirlo dopo il traversone. Sul campo non viene assegnato nulla, ma in sala Var richiamano al monitor Marcenaro, che dopo attenta revisione assegna il tiro dal dischetto, dove ancora Gudmundsson realizza la doppietta personale e il sorpasso fiorentino.

Le statistiche della partita

I numeri dell'incontro raccontano di una partita a due facce. Sul livello del gioco, inteso come palleggio, pressione e controllo dei ritmi, la Lazio ha senza dubbio fatto qualcosa in più rispetto ai suoi avversari. Parlare di un pallino del gioco costantemente in mano laziale, sarebbe un'esagerazione, ma al tempo stesso non è corretto non riconoscere ai ragazzi di Baroni l'applicazione mostrata in campo e la giusta interpretazione dell'incontro in generale. Dal punto di vista della mole infatti di gioco costruita, la squadra capitolina è davanti sotto quasi ogni punto di vista statistico, ma è nella qualità delle occasioni costruite che la Fiorentina realizza il proprio successo, mostrandosi cinica negli episodi a lei favorevoli.

I biancocelesti infatti controllano il pallone per il 54% del tempo totale, contro il 46% avversario e lo fanno con una precisione maggiore anche nei passaggi realizzati. Sono infatti 360 i fraseggi completati dai capitolini, con l'89% come tasso di realizzazione, mentre i toscani si fermano a 305 passaggi riusciti, con una precisione dell'86% totale. Come scritto in precedenza, dal punto di vista della quantità del gioco e delle occasioni prodotte, la squadra di Baroni vince il confronto su tutta la linea. Sono ben 20 i tiri totali confezionati dai capitolini, di cui ben 6 nello specchio della porta, mentre i viola si fermano a 14 tentativi totali, di cui 5 nello specchio della porta.

A ribaltare però le statistiche quantitative delle occasioni costruite e del possesso mantenuto, ci pensa la voce degli expected goals a ribaltare il risultato in favore della viola. Complici i due rigori (dal valore di 0,76 xG), la Fiorentina combina per ben 2,86 xG, contro gli 1,14 xG della formazione capitolina. Tanti tiri da parte dei biancocelesti, ma spesso arrivati da posizioni poco pericolose, mentre oltre ai due penalty, in casa toscana si contano anche altre due grandi occasioni da oltre 0,30 xG quindi considerate come grandi occasioni da gol, mentre per i biancocelesti solo il tiro del gol supera questo valore. 

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