Lazio, Gila: "Bologna avversario difficile. Alla Lazio vorrei essere ricordato come Nesta"

Il difensore spagnolo si racconta ai microfoni ufficiali del club

di Redazione Sport
24 novembre 2024
Mario Gila contro il Como

Mario Gila contro il Como

Roma 23 novembre 2024 - Vigilia di campionato in casa Lazio e a differenza delle giornate antecedenti alla sosta, i capitolini non hanno tenuto la consueta conferenza stampa pre-partita con il tecnico Marco Baroni di fronte ai giornalisti, bensì presentato la sfida contro il Bologna con il racconto di Mario Gila ai canali ufficiali del club. Ai microfoni di Lazio Style Channel infatti il difensore centrale spagnolo ha raccontato il momento dei capitolini e della sua carriera, aggiungendo anche un ricco contorno della sua carriera. Ecco le sue parole.

Vigilia di una partita importante davanti al proprio pubblico, il giocatore ha cominciato parlando del match contro il Bologna: "Sarà una gara difficile. C'è stata la sosta in mezzo ed è sempre insidiosa, dovremo essere concentrati sulla partita, dimenticare il contorno e avere il pensiero di conquistare i tre punti. La squadra di Italiano è molto competitiva, il rendimento dello scorso campionato lo racconta. Ora non hanno ottenuto gli stessi risultati, ma il loro stile di gioco può crearci tanti problemi".

Si avvicina la fine dell'anno solare 2024, un anno in cui i biancocelesti hanno avuto molti volti e dove ora stanno volando sulle ali dell'entusiasmo. Da qui il giocatore ha raccontato cosa debba aspettarsi la Lazio in questo fine di stagione, aggiungendo come per lui questo anno solare abbia cambiato la sua carriera. "Dobbiamo avere la stessa grinta delle ultime partite, dove lottiamo fino alla fine. Ci aspettano avversari non facili, avremo bisogno di tutti. Servirà restare uniti, dobbiamo mantenere il nostro stile. Solo cosi potranno arrivare ancora risultati importanti. Questo 2024 è stato bellissimo, mi ha cambiato la vita. Ora spero di finirlo bene, sia a livello di squadra sia a livello individuale. Ho vissuto tante emozioni e sono riuscito a realizzarmi come calciatore, crescendo molto rispetto al passato".

Per il giocatore sarà la terza stagione con la maglia laziale un club con cui sente affinità: "Ringrazio tantissimo la Società, sono in debito con loro e con i tifosi. Sento un forte sentimento di appartenenza. La Lazio ti fa vivere emozioni mai provate prima, dubito che un altro club riesca a fartele vivere. Sono molto contento di essere qua e adoro la tifoseria. Una partita perfetta, forse direi quella contro il Bologna dello scorso anno, anche se abbiamo perso. Anche la gara in casa contro il Celtic, era il mio debutto in Champions League, ci sono molto legato. Una partita che rigiocherei invece è la partita di Supercoppa contro l'Inter, penso che avremmo potuto fare meglio".

Al ragazzo classe 2000 è stato chiesto il suo idolo calcistico e da spagnolo la sua risposta non ha sorpreso: "Sergio Ramos e lo sarà sempre. Amo tutto di lui, il suo stile di gioco, come carica la squadra, quello che trasmette. Mi sono allenato con lui, mi rivedo in lui e mi piaceva molto il suo stile: è stato il mio primo idolo e lo sarà per sempre. Ora invece mi piace molto Gvardiol del Manchester City".

Nato a Barcellona, ma cresciuto nel Real Madrid, Gila è la sintesi delle due anime del calcio spagnolo: "Molte persone rimangono sconvolte - racconta Gila - quando lo racconto. Se fosse arrivata prima la proposta del Barcellona, probabilmente avrei accettato per non allontanarmi da casa. Per fortuna però ho avuto la chiamata del Real Madrid, il miglior club del mondo. Per me è stata una vera fortuna, dove sono cresciuto tantissimo. Vince sempre il Real? Credo sia il Dna del club. In quelle partite sono tutti bravi, ma forse manca questa componente che gli permette di realizzare rimonte impossibili. Loro hanno un'energia che li fa restare sempre in partita, è proprio la forza di voler vincere sempre".

Si è poi scavato nel passato del giocatore, chiedendogli di un consiglio che conserva ancora oggi e di chi invece sia stato il suo compagno di squadra più forte. "Più che le parole sono gli atteggiamenti. Non parlavano molto, ma avevano un comportamento capace di gestire tutto in campo e fuori. Poi ovviamente anche Ancelotti mi ha dato consigli preziosi. Il mio compagno più forte ti direi Toni Kroos. Non spiccava sugli altri, ma lui gestiva la squadra in maniera incredibile. Dettava sempre il ritmo della partita, era una follia come giocatore. Il talento di Isco invece è andato un po' sprecato. Lui aveva una qualità fuori di testa; era eccezionale. Purtroppo i tanti infortuni hanno condizionato la sua esperienza al Real Madrid".

Si è poi parlato del futuro del calcio, chiedendo al difensore spagnolo, chi pensa saranno i protagonisti del futuro, domandandogli anche chi lo intrighi maggiormente della Serie A. "Per me Lamine Yamal, Casadó, Foden, Palmer, Wirtz e Bellingham. Messi e Ronaldo però rimarranno sempre come dei per me. Della Serie A mi piace molto Nico Paz del Como. però in passato ho condiviso molto con Bernabé del Parma, è un top, è bravissimo. Sono felice che ora giochi nella massima serie, se la merita".

Mario Gila ha raccontato anche la scelta del numero 34 sulla maglia. "Avevo quel numero quando debuttai con il Real Madrid. In quell'annata, il club aveva vinto 34 campionati spagnoli, prima di conquistare il 35'. Mi è sembrata una connessione strana di questi numeri, mi ha colpito e io sono molto scaramantico. Mi sono messo la 34 qui ed ero sicuro che sarebbe andato tutto bene e così è stato".

Fuori dal calcio il giocatore ha raccontato le proprie passioni: "Adoro la musica e giocare al computer, sono molto nerd sotto questo aspetto (ride, ndr). La passione per le macchine nasce da quando ero piccolo, perché guardavo tanta Formula 1 con mio padre e mio fratello. Così mi promisi che se un giorno, se avessi avuto la possibilità di prenderne una di livello, lo avrei fatto. Ed è andata cosi".

Dalla capitale di Spagna a quella d'Italia, da tre anni il ragazzo nato a Barcellona vive a Roma, una città che lo ha rapito: "Sono innamorato. Mi piace il cibo, la gente, la Lazio. Mi piace anche il confronto con la Roma. Amo vivere la città sotto tutti gli aspetti. Mi piace tutta la storia dietro la città. Sono contento di vivere qui, da bambino sognavo anche di imparare l'italiano e l'ho fatto".

Nella penultima domanda si è chiesto al ragazzo classe 2000 cosa ami mangiare e se sappia cucinare: "Me la cavo, ho iniziato a vivere da solo da quando avevo 17 anni quindi mi sono dovuto arrangiare. Adoro le lenticchie spagnole, il piccante, poi mi fa impazzire la 'nduja. Qui invece amo la carbonara, il piatto numero uno. Come secondo invece la costata di manzo, speziata e con le patate".

L'ultimo quesito posto a Gila ha chiesto al giocatore come vorrebbe essere ricordato dal pubblico capitolino di fede laziale: "Come Nesta. Vorrei essere ricordato in quel modo dai tifosi. Sicuramente con uno stile diverso, però ecco mi piacerebbe sentire di aver come segnato un'epoca. Mi rimane in testa sempre lui: è arrivato alla Lazio come un ragazzino ed è andato via come uomo. Tutto il mondo lo rispetta e lo ama".

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