Lazio, Lazzari: "Contro il Cagliari sarà da dentro o fuori. Guendouzi è fortissimo"

Le parole di Manuel Lazzari nel prepartita di Lazio-Cagliari

di FILIPPO MONETTI -
1 dicembre 2023
Manuel Lazzari a duello con Lorenzo Pellegrini nel derby

Manuel Lazzari a duello con Lorenzo Pellegrini nel derby

Roma 1 dicembre 2023 - Dopo il successo in Champions League, la Lazio si prepara alla sfida in campionato contro il Cagliari. La sfida contro i sardi è in programma per domani con fischio d'inizio all'Olimpico alle ore 18. Alla vigilia di questa partita valevole per la quattordicesima giornata di Serie A non ha parlato in conferenza stampa Maurizio Sarri, l'allenatore ha però concesso ai giornalisti la possibilità di discutere con Manuel Lazzari riguardo lo stato attuale della squadra in vista di una sfida tutt'altro che semplice per i biancocelesti. Ecco le parole del terzino laziale.

Contro il Celtic ti sei regalato una vittoria per i tuoi trent'anni. Cosa lascia questo successo e la qualificazione agli ottavi di Champions League? Orgoglio per il traguardo raggiunto o un po' di amaro in bocca per i risultati altalenanti in campionato? “Speriamo ci lasci tanta energia e tanta adrenalina per ributtarci subito in campionato, dove siamo in ritardo. Nemmeno noi sappiamo perché in Champions League riusciamo a fare partite alla grande e in campionato no. È il contrario dello scorso anno e francamente nemmeno noi ne conosciamo il motivo. Il passaggio del turno in Europa non è comunque mai scontato ed è importante, per noi come per la società, domani però contro il Cagliari sarà una sfida da dentro o fuori. Dovremo approcciare la sfida come abbiamo fatto contro il Celtic. Dobbiamo rimboccarci le maniche, già da domani bisogna dare un segnale forte. Tornare al successo in campionato è fondamentale, perché solo arrivando tra le prime quattro in campionato è possibile giocare di nuovo la Champions League”.

Con Sarri ti sei dovuto trasformare da quinto a terzino, dopo due anni con il tecnico questo percorso è completato? “Ho fatto tutta la mia carriera da quinto di centrocampo, fino all’arrivo di mister Sarri. Mi sono dovuto adattare, soprattutto i primi due anni, perché è un altro ruolo, un altro calcio. Quest’anno mi sento molto meglio e penso anche che si veda. Ora penso molto più a difendere che ad attaccare, perché il mister vuole questo: un terzino deve prima difendere poi si slanci in avanti. Oggi curo molto meglio la fase difensiva. Ho molto più campo da attaccare ma spesso arrivo meno lucido in fondo perché la distanza da fare è maggiore. Cerco di essere concentrato per 90 minuti, fare il difensore non è come fare il centrocampista o l’attaccante. Se sbagli è un problema. Ho compiuto 30 anni, ma non si smette mai di imparare. Fino a 3 anni fa non avrei mai pensato di fare il terzino, ora sono molto contento di avercela fatta”.

Questa trasformazione sarà utile per la Nazionale? Pensi di avere più chances con questo ruolo? “Il sogno di ogni giocatore è la Nazionale, di essere nella rosa di un Europeo o di un Mondiale. Quello per me è un sogno nel cassetto. C’è tanta competizione, ci sono molti terzini forti. Io devo concentrarmi sulla Lazio, sul fare bene in Champions League e in campionato. Solo così potrò avere qualche chance per andare all'Europeo, ma tutto questo passa dalla Lazio. Non mi ci focalizzo più di tanto: se farò bene con la Lazio i risultati arriveranno”.

La concorrenza in casa Lazio, come l'hai vissuta a livello personale questa alternanza dei ruoli? “Quando un giocatore non gioca perde un po’ di fiducia, è meno contento,. A livello personale però posso dire di essere cresciuto molto a livello mentale in questi tre anni. Ho imparato ad affrontare i momenti più difficili allenandomi a mille all'ora. La stagione è lunga, ci sono periodi in cui stai meglio e altri in cui stai peggio. L’importante è rimanere concentrati, allenarsi sempre al meglio e cogliere le opportunità che hai. In questi tre anni ho vissuto tanti periodi diversi e sono molto contento di quello che sto vivendo ora”.

Con Milinkovic, insieme a Felipe Anderson, avevate trovato automatismi perfetti. Cosa cambia senza di lui? Chi secondo te è invece il giocatore perfetto per replicare quegli automatismi? “Con Sergej ci conoscevamo da 5 anni, era tutto semplice, bastava solo uno sguardo per capirci in campo. La Lazio ha perso un grande giocatore, che faceva la differenza in tanti momenti diversi della partita, ma sono arrivati tanti altri giocatori che possono diventare come lui. Secondo me Matteo Guendouzi è veramente un giocatore forte, è diverso da Sergej ma si sta inserendo molto bene. Ci vorrà un po' di tempo, ma con lui la Lazio ha fatto un grande affare. Differenze tra Felipe e Isaksen? Nell'ultima partita con il Celtic ci siamo trovati molto bene. Lui è un ragazzo intelligente e con tante qualità, siamo felici di come ha giocato. Piano piano si sta inserendo nel gruppo. Speriamo che ora faccia la differenza anche in campionato”.

Dopo il secondo posto dell’anno pensavate di essere più forti? “No, secondo me no, non abbiamo sottovalutato i nostri avversari. L’anno scorso abbiamo fatto un grande campionato, ma sicuramente non ci è mancata umiltà. Può sembrare che ci manchi cattiveria e personalità, come a Salerno. Il campionato rimane la nostra priorità e dobbiamo dare una svolta al più presto, dobbiamo darci una svegliata”.

Molti nuovi arrivati stanno trovando tante difficoltà, è un problema di adattamento oppure c'è bisogno di lavorare su altro? “È normale che debbano avere bisogno di tempo. Molti giocatori sono arrivati da campionati stranieri, è normale che ci mettano più tempo di altri giocatori, come Rovella. Sarri chiede determinate cose, basta uno che non le faccia e salta tutto. Serve tempo e pazienza, sapendo che le partite passano e che dobbiamo imparare al più presto quello che vuole il mister e riportarlo in campo”.

Come hai visto Immobile? Come cambia il tuo modo di giocare con lui o Castellanos?Ciro lo vedo sempre molto sereno e felice, soprattutto dopo i due gol segnati contro il Celtic, l'umore era ottimo. Sta bene ed è in fiducia, anche se non ha iniziato da titolare, è entrato e ha fatto la differenza. Ha ricevuto molte critiche, ma lui è un uomo molto forte, sia fisicamente sia mentalmente. È bravo a guardare avanti e a focalizzarsi solo sul campo e ha trasmesso fiducia a tutti. La differenza tra i due? Ciro è più bravo ad andare in profondità, Castellanos invece viene più incontro per far giocare la squadra. Siamo fortunati ad avere questi attaccanti, sono entrambi giocatori di grande valore. Nell'ultima partita l'alternanza tra i due ci ha fatto vincere, diciamo che in base alla partita, sarà il mister a decidere chi giocherà”.

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