Lazio-Sassuolo 1-1: un punto a testa nell'ultima giornata e campionato chiuso senza acuti
Al vantaggio di Zaccagni, risponde Viti, per una sfida che non cambia il destino di nessuna delle due squadre
Roma, 26 maggio 2024 - Un gol a testa, un punto a testa e onori inviolati: è questo il finale di stagione scelto per Lazio e Sassuolo, entrambe già certe del proprio futuro: una in Europa League, l'altra in Serie B. A decretare il risultato sono le reti prima di Zaccagni e poi di Viti, entrambe nel secondo tempo.
Primo tempo
Qualche cambio rispetto alle previsioni della vigilia per Igor Tudor, che sceglie Marusic, Romagnoli e Gila per la difesa. Hysaj e Pellegrini sono i due uomini di fascia a sostegno di Vecino e Rovella. Kamada e Zaccagni sono i due trequartisti alle spalle del solo Castellanos, il quale vince il ballottaggio con Immobile per il ruolo di unica punta. Ballardini si permette qualche cambio, concedendo alcuni minuti ad alcuni dei protagonisti meno visti fin qui, a partire dal portiere Cragno, difeso dalla linea a tre Erlic, Viti e Ferrari. Missori, Lipani, Obiang, Thostvedt e Doig sono i cinque a centrocampo, mentre Volpato e Mulattieri sono la scelta in attacco per i neroverdi.
La Lazio parte bene, spinta anche da un Olimpico vestito a festa per l'occasione. Ci mettono appena tre minuti i capitolini infatti a costruire la prima occasione da gol. Gila infatti dimostra tutte le sue qualità in fase di palleggio, trovando la traccia filtrante stupenda per Hysaj. L'albanese si ritrova a tu per tu contro Cragno, ma si fa ipnotizzare dall'estremo difensore neroverde, calciandogli addosso. Lo spavento desta gli emiliani, i quali provano con il palleggio ad alleggerire la pressione dei ragazzi di Tudor. In questo modo i ritmi in campo calano e rendono la sfida sempre meno intensa. Il possesso delle due squadre è spesso sterile e i palloni in profondità vengono letti sempre bene dalle difese. Gli strappi sono delegati alle giocate dei singoli, ma sono troppo isolati in mezzo alle maglie avversarie. Unica nota dei primi venti minuti, oltre all'occasione di Hysaj, è il cartellino giallo mostrato a Castellanos per proteste al 19'.
La partita scorre senza particolari squilli, ci sono istanti in cui è evidente come la partita conti solo per le statistiche, arrivati a questo punto. Serve il talento dei singoli per riaccendere un po' il match e la Lazio dispone di tantissima qualità, dimostrandola tutta alla mezz'ora di gioco. Ottimo triangolo in verticale, che permette a Pellegrini di attaccare l'area di rigore emiliana, sull'out di sinistra, penetrando alle spalle dei difensori. L'esterno è bravissimo poi a trovare anche il pallone con i giri giusti, per l'inserimento sul primo palo di Kamada, ma il destro del giapponese è respinto da un intervento super di Cragno, bravo in tuffo a deviare in corner, sul tocco pregevole del centrocampista asiatico.
L'azione da gol della Lazio per non trova seguito. La partita resta infatti bloccata e nonostante la spinta dei capitolini, la retroguardia neroverde resta difficile da superare, merito della tanta densità che portano sui portatori di palla laziale. Al tempo stesso i ragazzi di Tudor faticano a trovare ritmo in fase di costruzione: il possesso è molto statico nella fase di costruzione bassa e poi finisce spesso per isolare i giocatori di maggior talento, abbandonandoli troppo a loro stessi in fase d'attacco. Così, senza recupero, senza sussulti e senza nulla da segnalare, arriva il finale della prima frazione di gara: al 45' è 0-0 tra Lazio e Sassuolo, con le squadre beccate anche da qualche fischio del tifo dell'Olimpico.
Secondo tempo
Nessun cambio per le due squadre all'intervallo, Lazio e Sassuolo riprendono la sfida con gli stessi ventidue protagonisti della prima frazione di gioco. Meglio il Sassuolo nelle prime battute della ripresa, con ottime sortite individuali, ben contenute però dalla retroguardia biancoceleste. Non è contento di questo Tudor, che al 53' si gioca i primi cambi della propria sfida: entra Guendouzi per Rovella, ma soprattutto entra Felipe Anderson, accolto dall'ovazione dell'Olimpico e a cui viene offerta la fascia da capitano per questa ultima in biancoceleste, a fare spazio al Pipe è invece Rovella. Intanto è interessante notare, oltre allo striscione "Obrigado Felipe" esposto dalla Curva Nord, come Luis Alberto lasci la panchina e si diriga verso gli spogliatoi qualche istante dopo queste prime sostituzioni.
Il talento del brasiliano accende fin da subito la partita e in appena 7 minuti aiuta a trovare il gol del vantaggio capitolino. Le sue sgroppate infatti permettono di guadagnare diverse punizioni pericolose e quella battuta da Zaccagni sui 25 metri si rivela letale per Cragno. Il tiro del fantasista laziale è potente e buca la barriera, finendo per insaccarsi all'angolino basso sulla destra delportiere neroverde. Esulta sotto alla Curva Nord il giocatore laziale per l'1-0 biancoceleste al 60'.
Dura pochissimo però il vantaggio capitolino, perché sulla punizione che costa il giallo a Daichi Kamada, la difesa laziale si addormenta e consegna il pareggio ai neroverdi. Sul cross di Thostvedt infatti Romagnoli sfiora di testa, ma non rinvia, sul palo lontano sbuca Viti, che si regala il primo gol in carriera in Serie A. Minuto 67 e all'Olimpico il risultato torna di equilibrio: è 1-1. Cerca una reazione alla rete subita Tudor, passando in rassegna le proprie opzioni in panchina, così al 72' arriva il momento di Lazzari e Immobile, per Pellegrini e Castellanos. La risposta di Ballardini con ben quattro sostituzioni distribuite su due slot differenti: i primi a entrare sono Laurienté e Toljan, a rilevare Volpato e Doig, poi è la volta di Racic e Pinamonti per Lipani e Mulattieri, quando la partita è arrivata nei suoi ultimi cinque minuti.
Gli ultimi minuti sono un assolo laziale a caccia di un successo per chiudere con il sorriso non solo la stagione, ma anche la carriera laziale di Felipe Anderson. Al minuto 85 Immobile ha sul piede il pallone del potenziale nuovo vantaggio capitolino, ma esce bene Cragno a murare il tentativo del bomber di Torre Annunziata. Prima del finale c'è spazio ancora per un cartellino giallo, quello verso Zaccagni per l'intervento duro su Missori, poi altri due cambi, uno per parte, con lo stesso Zaccagni a lasciare il campo per Pedro, mentre nel Sassuolo è la volta di Pedersen per Missori. Le occasioni però nel finale non pervengono e allora la sfida termina sul risultato di 1-1.
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