Lazio, Tudor: "Contro l’Inter serve la partita perfetta. Giocano Provedel, Pellegrini e Rovella"

Le parole del tecnico biancoceleste in conferenza stampa in vista della sfida contro i nerazzurri campioni d’Italia

19 maggio 2024
Igor Tudor

Igor Tudor

Roma, 18 maggio 2024 – Big match a San Siro contro l'Inter, il tecnico della Lazio, Igor Tudor, ci ha tenuto a presentare la sfida contro i nerazzurri in conferenza stampa di fronte ai cronisti. Ecco le parole dell'allenatore croato in vista della partita di domenica, calcio d'inizio alle ore 18.

Il tecnico ha cominciato la conferenza stampa parlando di quale formazione si aspetta di vedere di fronte alla Scala del calcio. "Una Lazio perfetta. Andiamo a casa - afferma Tudor - della squadra più forte d'Italia che sta giocando un calcio bello, concreto ed efficace. È la miglior squadra di questo anno, stanno facendo un grande lavoro nella programmazione e nella crescita. Faremo loro i complimenti, ma noi andiamo là per fare del nostro meglio, ci sono due gare da disputare e sei punti ancora in palio, bisogna stabilire la classifica nell'ottica europea e vedere a quale competizione partecipare la prossima stagione. Andremo al massimo delle nostre possibilità".

Si è poi chiesto all'allenatore in quale modo stia preparando la sfida, con riferimento esplicito a un maggiore focus sulla fase offensiva o difensiva. "Percentuali cambiano sempre, non c'è una base fissa. Tu lavori su qualche aspetto dove la squadra non ti è piaciuto nella gara precedente".

Non solo campo però, Tudor ci ha tenuto anche a ribadire la propria opinione sul grande lavoro svolto da Inzaghi questa stagione: "Su Simone ho già detto, stanno gestendo alla grande la crescita della squadra anche grazie alla scelta dei giocatori. C'è però tanto merito dell'allenatore, perché è bravo. Qui c'è la moda di parlare di calcio europeo o di moduli, Simone invece ha dimostrato che il sistema di gioco non c'entra nulla con l'essere europei o meno. Gioca con un 3-5-2 che però non è mai fisso, è un calcio assolutamente europeo, anche se non ho mai capito questo concetto di calcio europeo. Si può giocare in maniera molto moderna anche con la difesa a tre, conta lo stile e l'organizzazione. Poi hanno scelto bene i giocatori per loro, a centrocampo hanno tre numeri 10 che corrono, difendono e fanno assist allo stesso modo. Loro hanno sempre scelto giocatori giusti in quell'ottica, hanno saputo scegliere giocatori completi e Simone li sta facendo giocare bene".

Proseguendo il tema della crescita corale sottolineato dal tecnico croato parlando dell'Inter, si è poi chiesto quale sia il possibile limite di crescita della sua Lazio. "Il top non c'è mai. Un allenatore - dice Tudor - aspira sempre a qualcosa in più. Ci sono scelte dei giocatori importanti, le caratteristiche dei giocatori per un certo di calcio sono diverse da altre. L'importante è avere giocatori forti. Il calcio fatto qui negli ultimi tre anni è abbastanza diverso da come lo vedo io. Ci sono somiglianze, ma ci sono distanze diverse. Il calcio fatto prima era comunque bello e giusto, ma nel mio calcio ci sono distanze diverse e in questo calcio ci sono giocatori che si adattano meglio. C'è diversità. Questo non significa che questi elementi della rosa non possano far bene anche in questo calcio. Dobbiamo finire bene queste ultime due gare poi ci metteremo a programmare la prossima stagione, con calma e con lucidità facendo le scelte giuste. Però prima c'è da finire bene".

Si è parlato anche del peso del derby perso, così come della convocazione o meno di Luis Alberto. "Luis Alberto è convocato, ha fatto una settimana normale ed è convocato. In un campionato ci sono 38 partite, io credo che si tirano le somme alla fine e si vede dove si arriva".

L'allenatore della Lazio ha poi risposto a una provocazione che parlava dei biancocelesti come una squadra che fatica con le big e fa molti punti contro squadre in posizione medio-bassa di classifica. "Dopo dieci giornate - afferma Tudor - già si fanno etichette sbagliate. Abbiamo fatto due gare con Juventus e Roma, poi in trasferta con Genoa e Monza poi tre squadre di buon livello. Questa analisi sulla difficoltà di partite affrontate è sbagliata, abbiamo giocato quattro partite con grandi squadre, due gare di medio livello e tre piccole. Genoa e Monza fuori casa sono due partite sono super difficili, anche le altre hanno sofferto. Sono state partite abbastanza toste. Domani andremo là, ma si prepara la partita allo stesso modo, sia se affronti Verona o Empoli in casa, sia se affronti Juventus o Inter fuori casa. Non ci sono etichette, né pregiudizi o calcoli. Questo è il calcio vissuto e allenato, poi c'è il calcio di opinioni e chiacchiere".

La conferenza stampa ha poi spostato la propria lente di ingrandimento sui singoli, partendo da Gustav Isaksen. "Isaksen ha avuto minutaggio all'inizio poi ha giocato poco. È un ragazzo che stimo tanto con doti importanti dal punto di vista fisico e di approccio, è da poco in Italia, in un campionato non semplice. Io scelgo sempre il meglio per la squadra e per il club perché ci sono anche altri, tutti hanno possibilità di dimostrare domenica dopo domenica. La stima c'è e in futuro lo vedremo insieme. Nel calcio cambia tutto in due gare, si sale e si scende".

Si è discusso anche della gerarchia dei portieri, alla vigilia del rientro di Provedel dal problema alla caviglia. "Qua c'è una gerarchia chiara. Provedel è il titolare e domani torna in campo. Mandas ha fatto molto bene in queste settimane, ma Provedel è il primo e domani sarà in porta".

Il tecnico ha poi avuto parole anche circa il margine di crescita di Daichi Kamada. "Con lui parlo poco, non per la lingua perché parliamo in inglese e sta migliorando anche l'italiano. Parliamo poco perché sta facendo le cose giuste. Si fa come con i bambini, se ne hai 4-5 a casa con chi fa le cose giuste ci parli meno. Kamada è una macchina, inteso in senso positivo, non sbaglia niente, ha un cervello pazzesco collegato al talento calcistico. Può giocare tutti i ruoli dal trequartista al mediano o anche mezzala. Ruba palla e porta avanti la squadra, lo stimo ed è una bella scoperta per me".

Si è anche aperta la parentesi circa l'importanza del gioco fisico nel calcio di Tudor, una domanda a cui il tecnico non si è sottratto. "Non è una questione solo di centimetri, se parliamo di fisico si parla di gamba: di potenza e di accelerazione. Basti vedere la Premier, se vai a vedere sembra che vanno a una velocità diversa, non è un discorso di altezza ma di potenza e di accelerazione, sono più potenti in questo fondamentale. Il calcio va in questa direzione, quelli che sono bravi e veloci però costano tanto e per questo vanno tutti in Premier. Se si vedono i dati sulla corsa, tra alta velocità e chilometri percorsi rispetto agli anni '90 c'è stata una crescita pazzesca. Non è facile trovare questi giocatori, nessuno vuole un giocatore che va a due all'ora. Bisogna essere bravi a scegliere questi giocatori, il calcio sta andando in quella direzione". Riaprendo il capitolo dei giocatori singoli, si è chiesto all'allenatore biancoceleste delle condizioni di Guendouzi e Gila. "Stanno bene entrambi, Matteo ha avuto questa bellissima cosa che è diventato papà e si è allenato poco in settimana. Vediamo ancora oggi di scegliere bene, domani bisognerà fare le cose giuste, avremo bisogno di 16 giocatori pronti a lasciare l'anima in campo per tornare da là con qualcosa".

C'è stato modo e spazio anche di parlare di calendario, anche se Tudor non ha voluto ribadire la propria posizione con particolare forza. "Ne abbiamo già parlato, sicuramente non è una cosa normale. Dobbiamo aspettare una settimana per capire quello che succederà, non si tratta di avvantaggiare qualcuno, ma di regolarità. Non è bello per nessuno e penso che chi decida se ne renda conto. Bisogna migliorare su questo".

La conferenza stampa si è conclusa parlando ancora di singoli, con due clamorose indiscrezioni di formazione, ovvero la presenza di Pellegrini e Rovella in campo. "Pellegrini? Domani gioca, gioca anche Rovella. Vi ho dato due nomi così, altri non ne dò".

FILIPPO MONETTI

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