Lazio, Tudor: "Squadra non è da nono posto. Immobile? Può tornare in Nazionale"

Le parole dell'allenatore laziale in vista del suo debutto sulla panchina laziale contro la Juve

di FILIPPO MONETTI -
29 marzo 2024
Igor Tudor sulla panchina del Marsiglia

Igor Tudor sulla panchina del Marsiglia

Roma, 30 marzo 2024 – Dopo la lunga pausa per le Nazionali, è ora di tornare in campo per la Serie A. Vigilia di campionato per la Lazio, la quale ospiterà la Juventus in uno dei big match di questa trentesima giornata. La prima di Tudor in panchina in un incrocio del destino, già perché la prima sulla panchina biancoceleste del croato coincide con una sfida contro la squadra che lo ha reso grande da giocatore. Una sfida che lo stesso tecnico ha voluto presentare in conferenza stampa. Ecco le sue parole.

Che segnali ha ricevuto dalla squadra in settimana? Come stanno i nazionali? “Sono tornati tutti in buon stato e senza acciacchi. Questo è importante, solo che alcuni sono arrivati tardi e hanno lavorato poco. Con gli altri abbiamo lavorato bene, si sono messi subito a disposizione come avevo detto alla presentazione. I ragazzi hanno avuto la giusta applicazione e voglia”.

Emozionato e teso per il suo debutto? E cosa ha rappresentato per lei la Juventus? È destino le prime due sfide alla Lazio contro i bianconeri.

“Non credo nel destino. Le sensazioni sono sempre positive, nello sport si pensa sempre alla sfida, e a vincere. Lo sport è gioia. Sarà bello avere lo stadio pieno, ci saranno motivazioni alte, con un avversario importante. La partita però va preparata nel modo giusto sotto ogni punto di vista. Penso alla preparazione, dare ciò che sono alla squadra e non alle emozioni. La squadra deve essere lo specchio dell’allenatore, ci vuole però tempo e pazienza per trasformare questa Lazio. Sono qui da poco. Ci provo a farlo in fretta, ma non sarà perfetta la squadra, ma lavoreremo. Della Juventus posso dire che lì ho trascorso 7-8 anni, dai 20 in poi, cioè quando si costruisce una persona. Sono grato alla Juventus. Ho avuto compagni e dirigenti che mi hanno fatto diventare quello che sono ora, soprattutto per la cultura del lavoro”.

La profonda differenza con Sarri è nella difesa. Prima la palla era il riferimento, con lei invece è l’uomo. Farà subito questo passaggio?

“Ci sono due cose che penalizzano questo cambio. Sono tre anni che la Lazio lavora in questa maniera e poi c’è stato Sarri che è un allenatore forte e gli allenatori così trasmettono bene le proprie idee. Bisogna essere intelligenti. Il modulo è importante, ma non così tanto. Puoi partire in un modo e cambiare in corsa. Domani vedremo come metterci in campo”.

Ha già in mente una formazione tipo o cambierà molti giocatori, gestendo gli uomini nelle prossime partite ravvicinati?

“È una situazione particolare, dovranno giocare per forza tutti, a causa delle Nazionali e del doppio impegno. I 5 cambi sono importanti: poter cambiare mezza squadra è bellissimo. Io anche devo capire la squadra, una cosa sono gli allenamenti, un’altra le partite. Devo valutare i giocatori che possono migliorare e che possono seguire il tuo calcio. Poi bisogna vincere, c’è da fare bene da subito, serve essere tosti e con la qualità giusta. Fare quello che si vuole sia in attacco sia in difesa. Penso di aver fatto degli allenamenti importanti, anche esigenti. Vedremo domani quando inizierà la gara”.

Negli ultimi giorni di Sarri si è detto di dirigenti per fare da raccordo tra squadra e proprietà, una figura alla Peruzzi. Ne avete parlato?

“Non penso questa domanda sia per me. Non abbiamo parlato del passato, ci siamo messi subito a lavorare”.

Sui social si è discusso molto in generale della Lazio, ma anche su Immobile in Nazionale. Ne ha parlato con Ciro?

“Non leggo i social e i giornali, sarebbe un suicidio. Un allenatore deve pensare a lavorare, sempre. Con Ciro ho parlato un paio di volte su questo argomento, l’ho visto molto motivato. Penso che lui ci tenga alla Nazionale, ne è stato una parte importante. Penso dipenda solo da lui in questi due mesi. Ha sempre segnato, penso che lo farà ancora. Ci conto tanto, è un ragazzo con qualità non solo calcistiche ma anche umane. Lo conosco, sono convinto che farà due mesi importanti”.

Si affiderà allo zoccolo duro o ripartirà da zero? La posizione di Kamada?

“Lui in Germania giocava sia davanti che dietro, è un giocatore completo, ha corsa e qualità di gioco. Penso che, se devo essere sincero, è più adatto a questo calcio rispetto a quello precedente. Non è pulitissimo tecnicamente, ma ha altre doti che ho visto in questi giorni e a me piacciono tanto. Ha la mentalità giusta e poi ha gol, una dote che fa la differenza. L’ho visto anche bello allegro e voglioso, vedremo in campo. Gerarchie? C’è sempre rispetto per passato, ma non si vive di passato. Il calcio è crudele. Noi dobbiamo vincere, conta la squadra”.

Come sta Lazzari? Può giocare con Pellegrini o Felipe Anderson sull'altra fascia?

“Il suo stato lo vediamo oggi, ha avuto un problemino piccolo. L’equilibrio è sia offensivo, sia difensivo. Servono sempre giocatori con gol, ma anche che facciano la fase difensiva. Poi si sceglie in base all’avversario e alla partita. A me piace attaccare, ma non prendere gol. Felipe Anderson a coprire tutta la fascia? Non lo ho provato, non so rispondere. Lui è molto disponibile, ha gamba e qualità. Lei è convinto che giocheremo con la difesa a 3, ma magari non sarà così”.

Che spogliatoio ha trovato dal punto di vista umano?

“Sono vogliosi e molto orgogliosi. Non sono giocatori da nono posto, vogliono riscattarsi. In 10 giorni sono tutti perfetti perché c’è il nuovo allenatore, con il tempo però capiremo meglio. La gente vera si vede più avanti, nelle battaglia, quando non gioca o deve subentrare”.

Come ha trovato la Lazio dal punto di vista fisico? “Vedremo domani se sarà in grato di esaudire le mie richieste. Nei dati fisici, la Lazio è sempre stata in alto. Abbiamo parlato tanto di questo, è un argomento importante, sono le distanze che saranno diverse. Dovranno fare corse diverse, ma anche delle similitudini perché Sarri voleva andare a prendere la palla su, la stessa cosa che voglio io”.

Marusic o Hysaj possono giocare nel terzetto difensivo?

“Tutto è ipotetico. Se non voglio dirti una cosa, posso non rispondere (ride, ndr). Patric è tornato, mi è sempre piaciuto da fuori, può essere un giocatore per me. Mi piace come difende anche a campo aperto. Tre partite difficili in fila? Ho pensato un po' di rotazioni, ma intanto penso alla prossima”.

La Lazio segna poco di testa, al contrario delle sue squadre del passato…

“Sì, ogni squadra ha caratteristiche diverse. Serve però la cattiveria per fare gol, questo fa la differenza”.

In otto giorni avrà tre partite che possono valere una stagione, è riuscito a trasferire la sua mentalità vincente? “Se un allenatore ci riesce in 5 allenamenti è un mago (ride, ndr). Il clima nello spogliatoio io è bello, vedo gente motivata. Domani servirà coraggio e bisognerà giocare senza troppi pensieri. Ci saranno problemini per le novità che faremo, ma è mia responsabilità. La chiave è attaccare e difendere tutti, voglio una squadra difficile da battere. Non esistono partite della vita, è tutta un’esagerazione, è tutto fumo. Sono cose che non mi appartengono. Sono partite. A me interessa la squadra, prepararla bene, oggi voglio caricarla. Questo appartiene a me. Il resto è tutto fumo”.

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