Lazio, Tudor: "Voglio contare nelle scelte, Kamada? Sua volontà è di restare"

Le parole del tecnico croato alla vigilia dell'ultima giornata di Serie A

di FILIPPO MONETTI
26 maggio 2024

Igor Tudor

Roma 26 maggio 2024 - Giornata di ieri, vigilia dell'ultima di campionato, i biancocelesti sono pronti a scendere in campo per celebrare tante piccole feste, che insieme fanno una sfida da vincere a tutti i costi. Tra l'ultima di Felipe Anderson, l'undicesimo anniversario del 26 maggio 2013 e il ritorno all'Olimpico di Sven Goran Eriksson dopo l'annuncio della malattia, Igor Tudor porta sulle spalle il peso della vittoria, per celebrare la festa. Una grossa responsabilità, che il tecnico ha presentato in conferenza stampa. Ecco le sue parole.

L'allenatore croato ha aperto la conferenza stampa parlando di come non gli importi il fatto di avere già chiuso la stagione, ma voglia vincere: "Vogliamo finire nel miglior modo possibile. Innanzitutto è ancora tutto aperto, poi vogliamo fare una bella gara e mi aspetto una grande Lazio contro una squadra già retrocessa. Questo potrebbe far sembrare la partita in un certo modo, ma io non mi fido di niente e nessuno. Dobbiamo dare il massimo".

Il tema successivo ha posto la questione dell'Atalanta come potenziale esempio per questa Lazio. "Il calcio di Gasperini - dice Tudor - lo conosciamo tutti, è da tanti anni che fa molto bene. Lui come la società ed è un modella da seguire. La sua crescita ha permesso loro di avere una grande squadra, con programmazione e idee. Si mette l'allenatore al centro del progetto e questo alimenta motivazioni e dà fiducia. Questo è il modello da seguire non solo in Italia, anche nel resto d'Europa".

Il mercato è alle porte e ovviamente in casa Lazio c'è aria di una possibile rivoluzione, ecco le parole del tecnico biancoceleste a riguardo. "Per la rosa c'è gente perfetta che può restare, altri invece che fanno un po' più fatica. Devo comunque fare i complimenti alla squadra, a tutti quanti. Mi hanno dato tutti disponibilità e siamo andati bene fino ad arrivare a questa partita. Domani ci siederemo e programmeremo il futuro e la prossima stagione. Kamada? La sua volontà di rimanere c'è. Dovrà vedersi con la società per andare avanti. Ripeto, la volontà del giocatore c'è, speriamo di arrivare al dunque molto presto".

Si è poi chiesto a Tudor cosa secondo lui debba migliorare la squadra in vista della prossima stagione: "Credo non ci sia mancato nulla, anzi abbiamo fatto tante cose buone. Abbiamo spinto, facendo bene dalla prima all'ultima gara, poi non si possono vincere tutte. Neanche Manchester City e Real Madrid riescono a vincerle tutte. Sono contento del lavoro fatto e fiducioso per il futuro, c'è una buona base per fare bene. Il bilancio è positivo".

Tudor ha discusso anche di strategie di mercato da poter applicare in estate in sede di mercato: puntare sui giovani o su nuovi ingaggi. Ecco la sua idea: "Di queste cose ne discuteremo come società. Tutti i club vogliono giocatori forti e giovani. È un business economico, legato ai risultati. Tutti vogliono giovani fenomeni che ti portano subito a fare risultato. Bisogna essere bravi nel creare la squadra, è fondamentale. Come in ogni settore del lavoro la qualità serve e bisogna essere bravi a scegliere bene, a quel punto si farà una bella stagione, sennò non si fa bene. Da questo punto di vista il calcio è molto semplice, le qualità sono ciò che fanno la differenza. Vedremo se saremo in grado di fare il lavoro sul mercato in modo giusto e far contenti tutti quanti".

Interessante poi il ritorno al tema dell'Atalanta, chiedendo al tecnico se pensa che quello bergamasco sia un modello vincente, perché metta al centro del progetto l'allenatore e se lui si senta così oggi alla Lazio. "Mi sono sentito importante qui sotto tutti i punti di vista. Quando ci siamo parlati all'inizio gli accordi erano questi, altrimenti non sarei venuto. La Lazio ha sempre dato importanza all'allenatore e lo ha protetto. Questo da fuori mi è piaciuto ed è una delle ragioni che mi ha fatto venire qui. Fin qui mi sono trovato bene, abbiamo fatto due mesi buoni con il direttore, ora dobbiamo fare un grande lavoro di programmazione per la prossima stagione, perché se sbagliamo poi soffriremo. Io voglio essere importante sulle scelte, sento l'appoggio della società e dopo la partita ci metteremo a lavoro".

C'è stato ovviamente modo e tempo di parlare di Felipe Anderson: "Pipe voi lo conoscete forse meglio di me. Quello che ho visto io è un ragazzo che tutti vorrebbero avere anche per la famiglia. È eccezionale e anche troppo buono dal punto di vista umano. Sorride sempre, anche quando non gioca, non fa casini e ha valori umani che nello spogliatoio vuoi avere sempre. Poi c'è il giocatore, che è allo stesso livello della persona. Può giocare ovunque, è tecnico, destro e sinistro, un giocatore completo. Ho detto tutto con le mie parole e ho risposto in questo modo alla domanda".

Si è parlato anche di rimpianti, chiedendo al tecnico se abbai qualche dispiacere di non essere riuscito ad arrivare in questo finale ancora in lotta per la Champions League. "Dal punto di vista mentale siamo cresciuti abbastanza. L'ultima gara contro l'Inter ne è la dimostrazione. Avevano già vinto ma hanno messo in campo la formazione migliore. Noi abbiamo messo la giura cattiveria in campo, ho visto tutte la partite della Lazio quest'anno e ho avuto buone risposto, visto che l'Inter è una squadra dell'altro mondo. Abbiamo fatto anche alcuni sbagli ma è normale. Dobbiamo imparare in fretta e in questi mesi ho scoperto qualcosa dei miei giocatori".

Altro spazio alle feste in casa Lazio, Tudor ha avuto modo di parlare anche del ritorno all'Olimpico di Sven Goran Eriksson. "Sarà un momento emozionante, di sicuro. Alen Boksic mi parlava tanto delle sue doti sia come persona, sia come allenatore. Erano momenti più romantici di quelli di oggi, ma sicuramente sarà un piacere vedersi. Sentire le sue parole sarà emozionante. Magari ci darà le motivazioni per fare una bella gara".

La conferenza stampa si è chiusa parlando anche di campo, in particolare di come i neroverdi possano mettere in difficoltà i capitolini. "Sotto tutti i punti di vista. Il Sassuolo per rosa non merita la retrocessione. Io non mi fido di niente e di nessuno, ne ho già parlato con i ragazzi. Ci sono migliaia di esempi di partite che sembravano già vinte e non lo sono state. Io l'ho preparata come una finale".

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