L'Italia supera i propri demoni, vince e convince contro la Macedonia del Nord

L'analisi del successo azzurro sulla formazione balcanica all'Olimpico

di FILIPPO MONETTI -
18 novembre 2023
Federico Chiesa festeggia con i compagni un gol contro la Macedonia del Nord

Federico Chiesa festeggia con i compagni un gol contro la Macedonia del Nord

Roma 18 novembre 2023 - L'Italia supera il proprio incubo recente e fa un importante passo avanti verso Euro 2024 in Germania. Nella giornata di ieri infatti gli Azzurri sono riusciti se non a cancellare, sicuramente ad allontanare dalla memoria collettiva del calcio italiano la sconfitta di un anno fa al Renzo Barbera e a portarsi ad un solo punto dalla qualificazione agli Europei. La Nazionale di Luciano Spalletti supera con un pirotecnico 5-2 la Macedonia del Nord, agguanta l'Ucraina al secondo posto del girone di Qualificazione e potrà così giocarsi la sfida decisiva di Leverkusen contro i gialloblu con il favore di due risultati su tre, che le permetterebbero di strappare il pass qualificazione.

Per il ct azzurro paga dividenti la scelta del tridente leggero, con Raspadori al centro della manovra, supportato sugli esterni da Chiesa e Berardi. L'Italia parte forte nella sfida dell'Olimpico: tanta pressione sul palleggio avversario, che porta spesso a recuperi alti e rapidi tentativi di incursione nell'area avversaria, mentre gli ospiti provano a tenere il baricentro alto cercando di servire, con scarso successo i propri attaccanti. Alla fine a sbloccarlo è un calcio d'angolo battuto corto a due tra Dimarco e Raspadori: il cross di quest'ultimo sul secondo palo pizzica il perfetto colpo di testa di Darmian, il quale sblocca l'incontro al 17'.

Un gol che allontana i fantasmi dell'Italia, soprattutto perché a differenza del pareggio di Skopje, gli Azzurri non smettono di attaccare dopo il vantaggio, ma provano subito a chiudere l'incontro. La chance perfetta è sui piedi di Jorginho, il quale si incarica del calcio di rigore concesso dal direttore di gara per il fallo di mano di Serafimov sul colpo di testa di Gatti. L'italo-brasiliano però non riesce a redimersi degli errori precedenti con la maglia Azzurra e fallisce il penalty, con Dimitrievski a respingere in tuffo. Sul proseguo dell'azione però ci pensa Chiesa a far dimenticare tutti subito dell'errore del compagno: scambio al limite dell'area Jorginho-Barella-Chiesa, con il tacco dell'interista a servire lo juventino il quale non sbaglia: diagonale dai 17 metri da destra a sinistra del fronte offensivo chirurgico, che trafigge il portiere ospite rasoterra sul palo lontano. Al 41' l'Italia trova il doppio vantaggio.

Lo stesso Chiesa fa un regalo a Luciano Spalletti e prima dello scadere della prima frazione pesca anche il terzo gol. Lancio lungo per il numero 14 che viene isolato nell'uno contro uno con il difensore: lo juventino si sposta il pallone sul destro e calcia forte, con la deviazione di Manev a rendere imprendibile la conclusione per Dimitrievski, l'Olimpico esplode in festa e sembra esorcizzare tutti i demoni delle recenti sfide contro la Macedonia del Nord, ora lontana per 3-0.

Nella ripresa però l'Italia cala la propria tensione di gara e subisce in sequenza le reti del 3-1 e del 3-2 facendo correre un brivido lungo la schiena a tutti i tifosi azzurri. Prima la punizione di Alioski per il colpo di testa di Atanasov coglie impreparata tutta la difesa azzurra, bucata nell'occasione in malo modo; poi ancora Atanasov al 74' che lascia partire un destro dai venticinque metri di distanza dalla porta azzurra. Una conclusione all'apparenza non impossibile, ma resa tale dalla netta deviazione di Acerbi, la quale mette fuori causa l'incolpevole Donnarumma, provocando così il raddoppio macedone.

Spalletti furibondo con i propri ragazzi è costretto a correre ai ripari, pescando risorse dalla panchina, ma chi ripaga la sua fiducia è il suo numero dieci, Giacomo Raspadori, il quale trova il gol del nuovo +2 con un perfetto diagonale mancino da dentro l'area. Ci pensa poi El Shaarawy a chiudere definitivamente i conti nei minuti finali, siglando il definitivo 5-2 con un mancino analogo a quello realizzato precedentemente dal compagno di Nazionale.

L'Italia può così festeggiare i tre punti e togliersi di dosso l'obbligo di vincere a tutti i costi nell'ultima giornata delle Qualificazioni. Il successo fa salire i ragazzi di Spalletti a quota 13 in classifica, stesso punteggio dell'Ucraina, che in virtù dello scontro diretto vinto da Donnarumma e compagni vede momentaneamente gli Azzurri qualificati, in attesa dello scontro diretto di Leverkusen. Una sfida da dentro o fuori, dove però gli italiani potranno strappare il pass Europeo con due risultati su tre. L'Italia infatti sia in caso di pareggio, sia in caso di vittoria, saranno qualificati come seconda del Gruppo C, viceversa in caso di sconfitta sarà necessario passare dalla roulette degli spareggi per ottenere un posto alla prossima kermesse continentale per Nazionali.

Le statistiche dell'incontro

Al netto del brivido nato dalla doppia marcatura improvvisa di Atanasov nella ripresa, l'Italia domina sotto il profilo statistico la partita, come testimoniato anche dai numeri del match. A partire dalla fase di palleggio, gli Azzurri mantengono il possesso di palla per il 62% del tempo, contro l'appena 38% della formazione ospite, passandosi la palla in totale quasi il doppio delle volte rispetto agli avversari. Sono infatti 576 su 639 (90% di precisione) i fraseggi completati dai ragazzi di Spalletti contro i 298 su 374 (80% di precisione) compiuti dai ragazzi di Milevski.

Il dato del possesso di palla già da solo da una dimensione del largo dominio italiano sul match, reso ancora più netto se avvicinato agli altri dati offensivi degli Azzurri rispetto a quellli macedoni. I ragazzi di Spalletti infatti calciano in porta per ben 19 volte in totale, di queste 11 centrano lo specchio difeso da Dimitrievski, costretto a ben 6 parate. Dall'altra parte invece sono appena 4 i tiri totali tentati dai balcanici, vale a dire meno delle reti realizzate dagli azzurri. Solo due le conclusioni nello specchio della porta da parte della Macedonia del Nord, ovvero i due tentativi di Atanasov, con Donnarumma mai chiamato a compiere parate.

Le uniche statistiche che vedono i balcanici superare gli Azzurri sono nei dati disciplinari. I macedoni infatti ottengono ben 5 cartellini gialli, contro i due italiani con Acerbi e Zaniolo per l'Italia a finire sul taccuino dei cattivi del direttore di gara, mentre dall'altra parte sono Serafimov, Churlinov, Ristovski, Ashkovski e infine il Ct Milevski a venire ammoniti. Anche il numero dei falli complessivi vede l'Italia commettere solo 13 infrazioni disciplinari, contro le 18 avversarie.

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