Conceiçao, lo sfogo amaro: “Al Milan ogni giorno viene accostato un nuovo allenatore”
Il tecnico rossonero protagonista al Coimbra Football Congress: “Ho scelto il Milan perché il mio sogno e obiettivo è vincere la Champions, questo club può avvicinarmi a uno dei miei traguardi. Ma sapevo che avrei incontrato tante difficoltà”

Sergio Conceicao, tecnico rossonero
Milano, 23 marzo 2025 - “Il mio sogno e il mio obiettivo è vincere la Champions, per questo ho scelto il Milan. Può avvicinarmi a uno dei miei traguardi. Sapevo comunque che avrei trovato delle difficoltà e da un po' di tempo ogni giorno accostano al club nuovi allenatori”. Sergio Conceiçao a tutto tondo. L'allenatore rossonero, complice la sosta nazionali, è stato protagonista in patria al Coimbra Football Congress 2025. Dopo sette anni al Porto, durante i quali ha vinto undici titoli tra campionati, Coppe e Supercoppe del Portogallo, il tecnico è subentrato a Fonseca a fine 2024, vincendo subito la Supercoppa battendo Juventus e Inter: “Ero comunque consapevole delle complicazioni, in un contesto in cui non ho scelto la squadra, non ho avuto tempo per allenare e con l'obbligo di vincere”. Sul primo mese: “In 30 giorni abbiamo giocato 9 partite. Non ho avuto tempo per lavorare sul campo, significa non riuscire a dare la mia identità alla squadra”. E ancora: “Dopo aver vinto a Riad abbiamo pareggiato con il Cagliari per un errore individuale, cosa che può capitare. Da allora, non passa giorno che non venga accostato un nuovo allenatore al Milan”. Conceiçao ha parlato anche di gioco: “Oggi a tutti piace costruire dalla difesa. Piace anche a me, ma servono i giocatori giusti per farlo. Al Porto avevo un portiere fantastico che lo rendeva possibile, anche al Milan ne ho uno (Maignan)”. Il tecnico avrà a disposizione da settimana prossima il portiere francese, oltre agli altri nazionali (15) per preparare la delicatissima sfida di Napoli e per provare ad accorciare le distanze sulla zona Champions (attualmente lontana sei punti). Il portoghese ha anche svelato un aneddoto in merito alla sua formazione: “Un allenatore non deve conoscere solo il calcio, altrimenti non sa nulla. Da giovane, per un periodo, ho dovuto aiutare economicamente la mia famiglia. Andavo con mio cugino a vendere al mercato, ero introverso ma quei giorni mi hanno fatto diventare quello che sono oggi”.
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