Così è tutto un altro Milan. Thiaw, Morata e Reijnders. Real ko: la storia è riscritta
Fonseca e un super Leao ritrovano al Bernabeu una vittoria che mancava dal 2009. Apre le danze il difensore tedesco, Vinicius accorcia su rigore. Dopo solo Diavolo.
Qui si è fatta la storia. Qui, al Santiago Bernabeu, il Milan inizia a riscrivere la propria, in una di quelle notti destinate ad essere tramandate, dal popolo rossonero, di padre in figlio. L’inizio di una nuova era, o un elevatissimo acuto tipico di chi va su ma poi giù, lo dirà il tempo. Intanto, seconda vittoria in Champions. Pesantissima, contro un Real si ripresenta al cospetto dei suoi tifosi a dieci giorni dall’ultima gara, visto il rinvio del match col Valencia causa alluvione (minuto di silenzio). Allora si era visto sventolare in faccia un poker dal Barcellona. Ora cade per mano di Fonseca. Il portoghese, alla vigilia, aveva detto di aver preso nota sul modo di difendere blaugrana. Ma fa praticamente il contrario. Carta Musah: per provare ad annacquare le fiammate di Vinicius. Altra alzata d’ingegno: dopo il 4-2-4 con l’Inter e il turnover estremo contro l’Udinese, è tempo di difesa a cinque. E l’inerzia premia subito la mossa: perché seppur circondato Thiaw piazza la zuccata del vantaggio sulla pennellata dalla bandierina di Pulisic. Tutto apparentemente rovinato dal disimpegno molle di Theo Hernandez e soprattutto dal tackle scriteriato di Emerson Royal. Scriteriato soprattutto se c’è in zona Vinicius. Il numero 7 ringrazia, va sul dischetto e fa 1-1. Si va avanti a (pregevoli) folate: 9-9 il conteggio delle conclusioni al duplice fischio, 6-6 quelle nello specchio. Colpo su colpo. E il secondo gancio è ancora del Diavolo: un ruggito bello e buono che parte dall’anticipo di Fofana, prende rapidamente corpo sullo scambio Morata-Pulisic, diventa quasi da urlo sull’invenzione di Leao. Ci pensa Morata a togliere il ’quasi’, piombando sulla (gran) respinta di Lunin. C’è di che sorridere per Gerry Cardinale di fianco a Florentino Perez.
L’ultimo e unico successo dei rossoneri, qui, era datato: 15 anni or sono. Allora gli spauracchi rispondevano ai nomi di Benzema e Raul. Ora fanno rima con Vini Junior e Mbappé, murati volta per volta soprattutto da un Maignan quasi sempre in versione ’Magic Mike’. Ancelotti vede e prova a provvedere: doppio cambio dopo l’intervallo. Ma è il Milan a non cambiare. In meglio. Tanto che la ’Theao’ torna prepotentemente d’attualità: il francese sfonda col suo motore superiore, il portoghese sfiora il 3-1 con una capocciata, per poi sciupare una prepotente sgroppata di Pulisic. Real poco Real: volontà di reazione che si ferma al campo delle intenzioni. In campo c’è soprattutto il Milan, vedasi il colpo di tacco di Morata sporcato sul palo esterno. Poco male: Leao saluta Militao e Vazquez, Reijnders doma da par suo la rasoiata e fa tris. Brividi Rudiger e Diaz scacciati da var e Maignan. Ci vuole, in una serata perfetta. E da sogni. A occhi aperti. A denti stretti.
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