Faville col Real, a Cagliari e in patria. Leao ora vuole riprendersi San Siro
L’attaccante del Milan determinante nelle ultime partite non segna in casa da maggio: bianconeri avvertiti
Si è ripreso la titolarità, dopo tre panchine di fila in campionato (contro l’Udinese, per tutta la gara: non succedeva dal lontano dicembre 2021). Con la musica della Champions in sottofondo, si è ripreso il ruolo di protagonista assoluto al Bernabeu. Col Bruges era stato sostituito al quarto d’ora della ripresa, nel momento più difficile. A è tornato ’meravigliao’, entrando in tutte e tre le reti. E chiudendo le prime quattro gare in Europa con 27 dribbiling all’attivo, come Yamal, quarto in assoluto in una classifica che vede in testa l’irragiungibile Vinicius (34), battuto però sul campo. Fermata a Cagliari, poi. Dove si è ripreso il gol: due, come non accadeva da giugno 2023. E ancora l’annuncio della (doppia) paternità e la campagna di Portogallo. Con tre messaggi. Il primo, la metamorfosi sui social: da "alti e bassi ma so quel che faccio!" a "fame di vittorie". Il secondo, quello lasciato dal suo ct Martinez: "Rafa è cresciuto, anche nella concentrazione. Come lui, nell’uno contro uno e negli spazi, ce ne sono pochi al mondo". Sempre più su, in ordine di importanza, la pace siglata a distanza con il connazionale Fonseca: "Questione risolta. Non mi piace stare in panchina, ma decide lui. Al Milan sto molto bene e voglio fare grandi cose".
La prossima tappa, nel viaggio del ritorno verso la versione migliore di se stesso, è riprendersi San Siro. Qui, il gol manca dalla scorsa stagione, all’ultima giornata con la Salernitana, nella notte dei saluti a Pioli, Giroud, Kjaer. Tre reti, fin qui: due a Cagliari, una a fine settembre all’Olimpico. Domani c’è la Juventus: occasionissima, anche perché la classifica dice -8 dal Napoli capolista, seppur con la partita di Bologna da recuperare. Nuovo Leao, batti un altro colpo, insomma. Sì, nuovo. Perché Fonseca nelle ultime partite ha disegnato per il 25enne un abito più cucito su misura rispetto al passato. Prima, in non possesso, partiva largo, aveva più compiti difensivi, saliva a pressare partendo da sinistra. Ma al Bernabeu come all’Unipol Domus, qualcosa è cambiato. E a prescindere dal diversissimo atteggiamento tattico. Col Real si è visto in pratica un 5-3-2, con Rafa più centrale, salvo poi potersi allargare alla bisogna ma anche a piacere. Col Cagliari, un 4-2-3-1 nel quale però Rafa finiva per affiancare Camarda e a centrocampo c’erano Chukwueze, Pulisic, Fofana e Reijnders. Fonseca, di recente, ha scelto in pratica di accentrarlo maggiormente, quasi una seconda punta. Via qualche consegna difensiva. E libertà di tornare sull’amata fascia. Il tecnico, nelle sfide pesanti, ha spesso sparigliato le carte: oltre alla difesa a cinque al Bernabeu, nel derby schierò per la prima volta il 4-2-4 d’assalto. Ieri, sotto la neve, con tutti a disposizione (Gabbia e Reijnders compresi), ha provato tre diversi schieramenti offensivi con Loftus-Cheek, Chukwueze e Musah. Le costanti: Morata, Pulisic (o a destra o sulla tre quarti) e, naturalmente, Leao.
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