Filippo Galli fa le carte al Diavolo. "Bravo Gabbia e che compattezza. Ma il Milan deve ancora migliorare»
Filippo Galli, ex giocatore e allenatore del Milan, analizza la vittoria nel derby e sottolinea l'importanza della compattezza difensiva. Sottolinea il talento di Gabbia e la necessità di migliorare la fase difensiva per un Milan vincente.
Una vita nel Milan e per il Milan: 325 presenze e 17 titoli da giocatore, ma anche allenatore della Primavera, vice di Ancelotti in prima squadra, responsabile del settore giovanile. Tradotto, Filippo Galli. Che, da buon (ex) difensore, tiene i piedi per terra dopo il 2-1 contro l’Inter: "Vittoria da svolta? Domani col Lecce avremo la prima risposta. Chiaro, i tre punti arrivati dopo sei derby persi hanno dato nuova linfa e nuove speranze".
Con l’Inter gli attaccanti sono stati i primi difensori.
"Sì, si sono sacrificati cercando di chiudere soprattutto le vie centrali. Siamo stati bravi a compattarci difensivamente, con le linee dei reparti molto vicine. Bisogna ripartire da qui. Fonseca vuole essere dominante in possesso, ma bisogna esserlo anche senza palla".
La compattezza vista domenica sera è replicabile?
"Solo tenendo fede ai principi di gioco dell’allenatore. Come dico spesso nel mio blog, le individualità sono importanti, ma all’interno di un contesto: se pensi di risolvere la partite da solo perché hai qualcosa in più dei compagni, sbagli.
Piaciuto il nuovo schema?
"Il sistema di gioco, che sia 4-2-4 o 4-2-3-1, è di partenza: la cosa più importante è come viene interpretato. E il Milan lo ha fatto in maniera quasi perfetta, cosa che fino a ora non si era vista. I giocatori erano sembrati slegati, nel derby si sono ritrovati, a dimostrazione che sono sempre stati con l’allenatore".
Gabbia è stato decisivo...
"Sì. E non era scontato che giocasse titolare, ma ancora una volta ha dimostrato la capacità di farsi trovare pronto: anche questo in qualche modo è espressione di talento. Era una sfida da punto di non ritorno, è stato scelto perché ordinato, attento, capace di leggere le situazioni e di grande affidabilità".
Per un Milan vincente, la differenza passa dalla difesa?
"Sicuramente la fase difensiva deve ancora migliorare molto. Siamo andati in difficoltà quando eravamo in possesso nella metà campo avversaria: mancava la difesa preventiva, l’occupazione dello spazio corretta, rischiavamo sulle ripartenze".
Rivedremo ancora una difesa italiana come ai suoi tempi?
"Difficile ora che l’attenzione è all’estero, dove i giocatori arrivano più in fretta al professionismo. Io sono per una maggiore attenzione al territorio. In rossonero, guardando anche all’U23 e alla Primavera, c’è talento: spetta al sistema Milan dare loro valore".
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