Fonseca e il Milan: tra giovani talenti e sfide di campionato

Fonseca affronta sfide cruciali con il Milan, puntando su giovani talenti e trattative di rinnovo contrattuale.

di LUCA MIGNANI
19 dicembre 2024
Fonseca affronta sfide cruciali con il Milan, puntando su giovani talenti e trattative di rinnovo contrattuale.

Fonseca affronta sfide cruciali con il Milan, puntando su giovani talenti e trattative di rinnovo contrattuale.

Ritorno al futuro. Parte seconda. Un po’ facendo di necessità virtù, un po’ forzando la mano, E, un bel po’, rischiando di tasca propria: perché Fonseca, di fatto, è all’ennesimo bivio. Il portoghese lo affronterà di petto, come ha sempre fatto: dal 4-2-4 d’assalto e da derby riportato sulla sponda rossonera del Naviglio dopo sei ko, al 5-3-2 anti Vinicius che ha riportato il Diavolo a vincere al Bernabeu dopo 15 anni. Acuti in una stagione da "montagne russe". Da poker di vittorie in Champions. Da -14 dal primo posto in campionato, -8 dal quarto e ottava posizione che, seppur con una partita in meno, al momento significherebbe fuori anche dall’Europa minore. Ritorno al futuro quindi.

Parte seconda. La prima dopo quella che aveva l’aria di una sparata, nella pancia di San Siro, in coda alla sfida con la Stella Rossa: "Se ho bisogno di portare i ragazzi di Milan Futuro o della Primavera non c’è nessun problema. Nessun problema". Altro che sparata. Complice l’infermeria, col Genoa dentro Liberali dal primo minuto: il “piccolo Foden“, con i suoi 17 anni 8 mesi e 9 giorni, è diventato il quinto più giovane titolare della storia rossonera. E dentro anche Alex Jimenez, 19enne, già titolare con Pioli in Coppa Italia l’anno scorso (fece 5 presenze). Nel contempo, Theo Hernandez fuori, per tutta la partita, senza nemmeno scaldarsi.

Tradotto: panchina “punitiva“. Che sarebbe però già servita. Non solo. Continua a filtrare ottimismo per il rinnovo del contratto, in scadenza a giugno 2026: un milione di differenza tra domanda (6,5) e offerta (5,5). In attacco, invece, ieri è stata (ri)provata la coppia pesante Morata-Abraham. Scalpita, comunque, il 16enne Camarda, già nell’undici di partenza a Cagliari. Ma Fonseca sembra orientato a tornare ad affidarsi all’esperienza, dopo la linea verde adottata nel giorno delle 125 candeline del club. Restano le tante assenze: Pulisic, così come Jovic e Bennacer, potrebbe rientrare contro la Roma il 29 dicembre. Musah, per un problema muscolare, salterà le prossime due partite. Okafor e Loftus-Cheek, a causa di lesioni muscolari, ne avranno per un mese. Defezioni, dunque appello ai senatori rimasti. Tutt’altro che accantonato, comunque, il capitolo giovani in prima squadra. Oltre a Camarda, Liberali, Jimenez e Zeroli (al momento infortunato), Fonseca aveva già dato spazio anche a Torriani (19 anni) proiettato tra i pali contro il Liverpool causa infortunio di Maignan. E a Bartesaghi (18 anni) subentrato ed espluso col Lecce, in campo anche in Coppa col Sassuolo (l’anno scorso aveva totalizzato 6 partite). Il prossimo candidato, in questo senso, è Silvano Vos.

Classe 2005, prelevato in estate dall’Ajax dove ha messo sul curriculum 14 presenze tra Eredivise ed Europa League. Intanto la squadra continua a lavorare, ancora sotto gli occhi di Ibrahimovic e Moncada, a Milanello. Dove Reijnders è stato premiato come miglior giocatore della Serie A del mese di novembre. Dove Fonseca sarebbe tornato in bilico. "La società è con lui", le parole di Ibra prima di Milan-Genoa. Ma la classifica è pesante e dalla Spagna filtra l’indiscrezione: Xavi in trattativa avanzata con i rossoneri, secondo El Nacional. Il portoghese ha dalla sua un triennale firmato in estate, a 2,5 milioni l’anno. Lo spagnolo, invece, a Barcellona percepiva 3,8 milioni. Differenze e, certo, briciole in confronto ai 25 (sia di stipendio che di buonuscita) che Roberto Mancini guadagnava in Arabia Saudita, nazionale con la quale ha risolto il contratto (in azzurro la busta paga era di 3 milioni). Sono gli ultimi due nomi aggiuntisi alla lista degli accostamenti, oltre ai soliti Allegri (su tutti), Sarri, Tudor. Insomma, nel tritacarne delle montagne russe, è tornato anche il tecnico. Mentre, fuori, la contestazione non risparmia quasi nessuno, tra squadra e società. Così Verona, domani alle 20.45, è l’ennesimo bivio.

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