Gabbia, Dna rossonero. Nazionale? Priorità Milan

Così il difensore: "Lo spirito non è cambiato, sempre al fianco di Fonseca". E sul derby: "Un gol del genere non osavo nemmeno sognarlo da bambino". .

di LUCA MIGNANI -
25 settembre 2024
Gabbia, Dna rossonero. Nazionale? Priorità Milan

L’esultanza di Matteo Gabbia (24 anni) dopo il gol che ha deciso il derby di domenica

Da piccolo giocava nel cortile di casa, a Fagnano Olona nel Varesotto, con la prima maglia rossonera regalatagli dai genitori: Shevchenko, il nome sulle spalle. Cresciuto e passato poi da Lecco e Como prima di approdare 13enne nel settore giovanile del Diavolo, faceva invece il centrocampista, inizialmente. Proprio al Milan la decisione di arretrarlo ulteriormente: difensore centrale. Passi indietro, passi avanti: con tanto di firma decisiva nel derby. Una rete che si sogna proprio da bambini. E magari proprio in cortile.

"Anche se, un gol così, sinceramente era anche difficile immaginarlo", le parole del difensore 24enne che, ieri, ha raccolto l’ennesimo abbraccio dei tifosi al Flagship Store rossonero di via Dante, a Milano. L’eroe che non ti aspetti, anzi l’anti-eroe: parole messe in fila con grande pacatezza, dopo il ruggito di domenica sera sotto la Sud. In tribuna, peraltro, c’era anche Luciano Spalletti. Gabbia ha fatto tutta la trafila con gli azzurrini dall’Under 14 all’Under 21, ma la maglia della Nazionale maggiore non l’ha ancora indossata: "Rappresenta un sogno per tutti e spero che un giorno si possa realizzare, ma la mia priorità è il Milan. Non ho sentito il ct".

Tra le mosse anti-Inter di Fonseca, quella di preferire il centrale bustocco a Pavlovic è stata decisiva. Il portoghese lo aveva peraltro lasciato intendere: "Ho grande fiducia in tutti i miei centrali, le mie scelte sono state fatte in funzione delle tre partite settimanali". Così, nel 4-2-4 ultra-compatto, con Abraham e Morata a macinare chilometri, con Fofana ad abbassarsi tra i centrali difensivi in caso di necessità (e Reijnders più alto), c’è stato spazio (eccome) anche per Gabbia. La sensazione, generale, è stata quella di essere di fronte a un Milan diverso: "Ma il nostro spirito non è mai cambiato, abbiamo sempre lavorato bene dando il massimo". Al fianco dell’allenatore, come confermato pochi minuti dopo la zuccata che ha riportato il derby al Diavolo: "Con lui fino alla morte". Dna rossonero, da sempre. Da quando andava dai nonni insieme al cugino, per mangiare un toast prima di prendere il pullman con direzione San Siro all’angolo della strada. Nel mirino, c’è già la partita di venerdì sera, ancora a San Siro alle 20.45, contro il Lecce: "Le sconfitte nei derby ci avevano dato molto fastidio. A volte si può pensare che i giocatori giochino e basta, ma rimangono addosso anche a noi le delusioni. Al tempo stesso, abbiamo la lucidità per capire che la partita appena vinta vale comunque tre punti. Per far sì che possa essere importante dobbiamo darle un seguito". Il contratto del difensore passato anche dal Villareal (sei mesi in prestito) scadrà nel giugno 2026: "Non so cosa intenda fare la società, ma di certo sanno che questa-maglia la sento dentro. Sono ultra sereno, comunque. Penso al presente, penso al Lecce". Tant’è. C’è un vecchio-nuovo Milan da far sbocciare definitivamente.

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