Il Diavolo e la Signora hanno fretta. Partitissima da vincere con le idee
Milan-Juve a San Siro (18): Fonseca punta su Chukwueze, per Motta Weah o Mbangula al posto di Vlahovic
"Importante, non decisiva". "Concentrazione, impegno". Ma il valzer delle banalità finisce qua. Perché il ping pong tra Paulo Fonseca e Thiago Motta è più che un antipasto della sfida delle 18. è un minestrone e ci si trova di tutto un po’. Pure Sinner. Lato Juventus la questione è dribblata: "Non mi piace fare paragoni". Lato Milan, no: "Ha una capacità di concentrazione straordinaria, è il numero uno anche in questo e non sbaglia mai. Mi piacerebbe vederla nella mia squadra".
Concetto chiave, a Milanello. Basti pensare alla trasformazione vissuta in pochi giorni: prima l’impresa al Bernabeu, poi il patatrac a Cagliari. In comune, ha sottolineato il tecnico portoghese, i tre gol all’attivo: "Il nostro problema è difensivo. Mentre la Juve, in questo, è anche più forte del Real". Così, paradossalmente, ma solo in apparenza, l’allentatore rossonero pigerà ancora di più sull’acceleratore. Pedalare, senza palla lunga però. E attaccare, con la formazione più offensiva possibile.
Rivedendo, nel contempo, la difesa che ha preso tre sberle a Cagliari: "In questo periodo di sosta abbiamo lavorato tantissimo sulla linea, gli anticipi, i duelli". Nei big match sono sempre arrivate alzate d’ingegno da parte del portoghese: 4-2-4 d’assalto contro l’Inter, difesa a cinque a Madrid. Questa volta assicura "niente di nuovo". Ma torna Gabbia e potrebbe tornare anche Tomori (ma Thiaw è in vantaggio) rispetto all’ultimo undici visto in campionato. Fonseca si augura che torni anche il vero Theo Hernandez: "Deschamps dice che è stanco psicologicamente? Non sono d’accordo. Ed è il più grande terzino sinistro al mondo". Messaggio di (grande) fiducia, così come al rinato Leao e al rientrante Morata.
In questo senso, quello della fiducia nel reparto offensivo, Chukwueze è in vantaggio sulla concorrenza. Pulisic, però, non è al meglio: verrà valutato questa mattina. Pronto, al suo posto Loftus-Cheek.
Molti meno dubbi per Thiago Motta, causa cerotti: ai soliti Milik, Bremer e Adzic si sono aggiunti Cabal e Vlahovic, oltre ai mancati rientri di Nico Gonzalez e Douglas Luiz. La scelta, soprattutto a livello offensivo, dovrebbe ricadere su Weah – in alternativa Mbangula o addirittura McKennie, anch’essi provati ieri in allenamento – aspettando il serbo (forse) in Champions.
Con il suo centravanti, comunque, Motta si è chiarito: "Ha detto che in nazionale corre meno, ci siamo parlati e trovati d’accordo. Qui corriamo tutti, attacchiamo tutti, difendiamo tutti". Chiaro. E a proposito di chiarezza: "Mai stato vicino al Milan", la risposta agli accostamenti (ripetuti) di qualche mese fa. Ora ha sei punti in più. Ora torna a San Siro dopo i fuochi d’artificio contro l’Inter. Fonseca li ricorda ben bene: "Si parla dell’assenza di Vlahovic, ma a mio parere i giocatori bianconeri più influenti sono gli esterni". Già. E anche in casa Juve l’input sarà molto, molto simile a quello rossonero: attaccare, con un tris tutto scatti e qualità del calibro di Conceicao, Koopmeiners e Yildiz alle spalle del centravanti.
Scintille garantite, sul campo. Ieri, le ultime fuori dal terreno di gioco tra il Milan e Bonan: l’ex dirigente rossonero, allontanato da via Aldo Rossi, aveva portato la società in tribunale per mancanza della “giusta causa di recesso”. E aveva vinto. Danno patrimoniale riconosciuto. Il croato, in Cassazione, aveva poi chiesto anche i danni non patrimoniali: non riconosciuti.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su