Il Milan sceglie Conte per la svolta. Furlani deciso dopo il blitz in Usa. Nuovo ds: altri contatti con Paratici
Ecco il primo candidato per la panchina del Diavolo, ma molto dipenderà dal suo finale di stagione col Napoli. L’ad rossonero esce rafforzato dall’incontro con Cardinale: pieni poteri pure sul piano sportivo superando Ibra.

I tifosi rossoneri scaldano il clima con bandiere e fumogeni
Il Milan ha deciso. Meglio, l’ad Giorgio Furlani ha scelto: è Antonio Conte il primo candidato per la panchina rossonera in vista della stagione 2025-2026 e dell’ennesimo ribaltone estivo. Più di Massimiliano Allegri (finora mai contattato, per ammissione del suo “mentore“ Giovanni Galeone), più di Cesc Fabregas (possibile terza scelta anche se nel mirino delle big d’Europa dopo la positiva stagione col Como). E più di tanti altri nomi (da Roberto Mancini a Roberto De Zerbi) indicati nelle ultime settimane come probabili sostituti di Sergio Conceição, che continua a preparare le partite con lo scrupolo di sempre pur avendo percepito da un po’ di tempo un clima di sfiducia.
Nella settimana che porta a Napoli-Milan si incrociano dunque i destini del tecnico salentino e del club rossonero. Sia chiaro: nulla è scontato e l’operazione si potrà eventualmente definire solo a bocce ferme, a campionato concluso. Cercando di superare la concorrenza della Juventus che, soprattutto in caso di un ritorno di Andrea Agnelli ai timone del club, vorrebbe riportare a Torino una sua “bandiera“ dopo liti e incomprensioni. Ma rispetto ad un anno fa, ai piani di via Rossi le idee sono più chiare. Le forti perplessità (per motivi caratteriali ed economici) su Conte, accostato al Milan anche per il post-Pioli, sono state accantonate dopo il viaggio di Furlani negli Stati Uniti e l’incontro chiarificatore con Gerry Cardinale.
Da quel faccia a faccia l’amministratore delegato ne è uscito più che rafforzato, con pieni poteri decisionali anche a livello sportivo che hanno finito per “ridimensionare“ persino Zlatan Ibrahimovic, azionista di RedBird e braccio destro dello stesso Cardinale. Ad oggi l’ultima parola spetta al 46enne manager italiano (lunedì pomeriggio ha riparlato anche con Fabio Paratici, per il ruolo di ds) che gode della fiducia dell’azionista di controllo ma soprattutto del Fondo Elliott, per il quale già in precedenza sedeva nel Cda.
Ed è sempre più evidente che l’influenza di Gordon Singer, al di là del maxiprestito grazie al quale dal 2022 esercita un’enorme pressione finanziaria, sia considerevole. Tra l’altro nel Cda della società che gestisce San Siro non ci sono uomini di RedBird, mentre è presente il direttore finanziario milanista Stefano Cocirio, che prima di entrare nel club rossonero per sette anni è stato al servizio di Elliott. Il quale non sarà il vero proprietario del Milan ma solo un “puro finanziatore“; però si fa sentire, considerato il “vendor loan“ legato all’operazione di acquisto della società e i 489 milioni da restituire entro il 2028. "Finché non ci sarà l’estinzione del prestito, Elliott avrà un peso specifico importante su tutte le decisioni", ammette chi conosce molto bene l’ambiente milanista.
Elliott e Cardinale dunque si affidano all’amministratore delegato, Furlani ha capito che il nome migliore per rilanciare la squadra dopo una stagione complicatissima è quello di Conte, costi quel che costi. Ma l’allenatore del Napoli oggi è concentrato solo sul presente e non vuole farsi distrarre dai “rumors“. Ha il Milan nella testa, ma solo per la sfida di domenica sera. E pretende che la sua squadra si giochi tutte le carte scudetto a disposizione. "Sono intrighi mediatici, è un’arte tutta italiana – racconta a chi gli sta vicino –. Se dicessi la mia si speculerebbe su ogni mia parola".
Quindi silenzio, testa bassa e tutti a lavorare. A giugno si vedrà: più complicato strapparlo ai partenopei in caso di secondo o terzo posto, ma con lo scudetto in tasca Conte (che ha ancora due anni di contratto) chiederebbe a De Laurentiis di liberarlo dopo gli attriti di questa stagione. E il Milan vuol farsi trovare pronto.
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