Il Milan si spegne in fretta. La lezione del Liverpool . Ibra tuona: "Il boss sono io»

Diavolo avanti con Pulisic, poi i Reds dilagano con un tris: fischi a San Siro. Zlatan: "Tutti lavorano per me". Maignan ko nella ripresa, dentro Torriani.

di GIULIO MOLA
18 settembre 2024
Lo stacco di Konaté per il momentaneo 1-1 anticipando Tomori e Maignan. Poi per i Reds segneranno Van Dijk e Szoboszlai

Lo stacco di Konaté per il momentaneo 1-1 anticipando Tomori e Maignan. Poi per i Reds segneranno Van Dijk e Szoboszlai

Le luci di San Siro, le dolci note della Champions, il ritorno di Kakà sul prato che lo ha reso celebre, il Liverpool come avversario nella gara d’esordio della più importante competizione per club. Persino il bellissimo gol a “freddo” di Pulisic innescato dal generoso Morata. Anche se il colpo d’occhio non era quello delle grandi sfide europee (meno di 60mila spettatori) c’erano tanti buoni motivi per sognare una notte da Milan.

E invece Fonseca e la sua truppa steccano contro i Reds e rivedono i fantasmi della crisi (tattica, di gioco, soprattutto d’identità) che sembrava essere evaporata dopo la salutare passeggiata di sabato sera col Venezia. Contro il Liverpool l’illusione è durata duecento secondi. Poi tanti passi indietro, la fase difensiva ancora precaria e le imperdonabili amnesie. Il verdetto finale di condanna (1-3) è stato inevitabile, così come la fragorosa contestazione della curva. In campo si è vista tanta confusione e pochissime idee, perché il Liverpool dopo lo sbandamento iniziale ha dominato.

Il Milan ha fatto davvero poco. Esterni di difesa saltati sistematicamente, Pavlovic in affanno, centrocampo che lasciava troppi spazi. E Leao un “fantasma” di qualità servito poco e male, con il solo Pulisic per un’ora a dannarsi l’anima fra le maglie dei Reds. Il Liverpool avrebbe potuto chiudere il match nel primo tempo, perché oltre alle due reti in fotocopia su palle da fermo di Konate e Van Dijk vanno annotate due traverse colpite da Salah, una conclusione fuori di poco di Gapko e un paio di parate di Maignan (condizionato da tre infortuni e costretto a lasciare il posto nella ripresa al giovanissimo Torriani).

Solo a tratti nel secondo tempo il MIlan, spinto più dall’orgoglio che dalle idee, ha provato a reagire (invocando il rigore dopo contatto Morata-Gapko) senza però mai impegnare Allison. Anzi, al 21’, arrivava la terza rete dei Liverpool, firmata da Szoboszlai dopo dopo splendida combinazione Gravenberch-Gapko, prima del debutto di Chiesa e della traversa di Leao. Domenica sera nel derby servirà molto di più. E Fonseca lo sa. Chissà cosa avrà da dirgli Zlatan Ibrahimovic che ieri ha acceso il pre-partita con dichiarazioni forti per spiegare le due settimane di assenza. "Quando leone va via i gatti si avvicinano, quando leone torna i gatti spariscono". Specificando che i gatti o i “gattini” non fanno parte della squadra. "Tutto quel che si dice in giro è di livello troppo basso". Poi lo svedese ha tirato fuori tutto il suo super-ego per replicare ad un’altra icona rossonera: "Boban non ha capito il mio ruolo? Allora lo spiego io: adesso comando io, sono io il boss e tutti lavorano per me". Sarà pure così. I risultati però non si vedono.

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