La stagione di Rafa. Il Milan aspetta Leao. È l’anno della verità

Gli attacchi vincono le partite, le difese conquistano i campionati. Ma in casa Milan si procede per piccoli passi, e...

di ALESSANDRO LUIGI MAGGI -
12 agosto 2024
Il Milan aspetta Leao. È l’anno della verità

Rafael Leao, attaccante del Milan e della nazionale portoghese con cui ha disputato gli ultimi Europei

Gli attacchi vincono le partite, le difese conquistano i campionati. Ma in casa Milan si procede per piccoli passi, e mentre la trattativa con Fofana prosegue, citando Zlatan Ibrahimovic: "Dio ha creato il mondo in sette giorni, questo è il quarto". Meglio iniziare a riflettere su come vincere le singole partite, quindi dall’attacco. Non a caso, per settimane la dirigenza ha speso ogni forza per Zirkzee, prima di capitalizzare con convinzione l’opportunità Alvaro Morata. Ancora una volta, come nella gestione Pioli, si è puntato più su un giocatore esperto, altruista, capace di aprire spazi per i compagni, più che su un realizzatore puro. Lo spagnolo vale comunque 21 reti nell’ultima stagione con l’Atletico Madrid (5 in Champions, come tutto il Milan), la tendenza, però, ha un significato ben chiaro, quando si punta su tre uomini offensivi dietro la prima punta, di cui due dal valore, dalla qualità, dalla prospettiva di Christian Pulisic e Rafael Leao.

Il portoghese, in particolare, si gioca la stagione della verità. Nonostante quattro anni di contratto ancora garantiti, per almeno 28 milioni di euro, l’uomo dello Scudetto atteso 11 anni è stato anche il volto del recente, mesto finale di stagione. Spento nelle sfide chiave con Roma in Coppa e Inter in campionato, 15 reti complessive ma solo una in Champions, Leao ha fallito l’esame di maturità, mostrando qualche momento di nervosismo di troppo, riponendo anche quel progetto tattico che lo vorrebbe più nel cuore del gioco come tutti i grandi. Un giocatore da 150 milioni di euro di clausola rescissoria deve fornire altri numeri, le sponde e il peso di Morata possono solo aiutare, un tecnico connazionale come Paulo Fonseca anche, ma Rafa pare arrivato ad un bivio: prendersi il Milan da leader, come Shevchenko e Kakà prima di lui, o cercare fortuna altrove.

Ecco perché il lavoro di Furlani, Ibrahimovic e Moncada non pare concluso nel reparto, e anzi procede con grande attenzione. Partendo dalle soluzioni interne. Come un Pulisic più accentrato, un Chukwueze coinvolto da subito, e un Saelemaekers di nuovo sulla lista dei possibili confermati dopo la performante stagione di Bologna. E buttando un occhio anche a quel che accade nel Milan Futuro. La prima di Coppa Italia, a Lecco, ha detto subito qualcosa. Nello 0-3 finale Liberali ha preso subito la squadra per mano tra le linee, Camarda ha peccato forse di egoismo ma si è mostrato pimpante, mentre Nasti andrà a crescere con la Cremonese.

Risorse presenti e future, ma un vice Morata resta l’idea preponderante, anche se Jovic si rifiuta di liberare il posto nonostante le varie offerte ricevute. Tammy Abraham è la prima scelta, soprattutto di Paulo Fonseca. Il giocatore non si espone, mandando messaggi d’amore alla Roma (ma sarebbe ben disposto), il Milan pare giudicare il prestito come unica via percorribile, i giallorossi vorrebbero un riscatto importante, West Ham e Bournemoth osservano pronti ad intervenire. Da qui una reale alternativa in Armando Broja, albanese relegato nell’Under 21 del Chelsea ma autore di 20 reti ad inizio decennio tra Vitesse e Southampton. Una trattativa più semplice, un profilo d’appoggio sempre volto a coinvolgere soprattutto la trequarti e non mettere in ombra chi è parte del disegno rossonero da tempo. Una cooperativa del gol per accorciare la distanza dai cugini e cancellare l’ultima, maledetta primavera.

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