Le pagelle del Milan: Pioli il migliore
Pagelle Milan
Maignan 6: sicuro nel primo tempo sulla botta dal limite di Cuadrado e sul tiro di Kean. Ormai è una sicurezza assoluta e coi suoi piedi è il primo «play» del Milan
Calabria 6: soffre Kostic lì sulla destra, spinge pichissimo sulla fascia ma alla fine si riscatta con il cross per Giroud in occasione dell’1-0 (41’ st Kalulu 6)
Tomori 6.5: il migliore dei suoi in difesa, ormai è lui il comandante del reparto arretrato del Milan. Bella sfida fisica con Kean, ottimi alcuni suoi anticipi
Thiaw 6: il giovanotto cresce, non sbaglia nulla o quasi ed è una delle scommesse vinte dai rossoneri in fase di mercato
Theo Hernandez 6: meno devastante del solito sulla fascia sinistra, si limita spesso a coprire, come richiesto espressamente da Pioli per il match di stasera, e lo fa tutto sommato bene
Tonali 6.5: ormai è lui il leader tecnico del centrocampo del Milan e anche quello emotivo. Corre tanto, contrasta, imposta e si inserisce anche in avanti senza tuttavia riuscire a pungere
Krunic 6: meno brillante di altre volte, gioca una partita ordinata, recupera palloni
Messias 5.5: sbaglia tanto, soprattutto nel primo tempo, e si fa anche ammonire entrando in ritardo su Danilo. Non è brillantissimo. (10’ st Saelemakers 6)
Diaz 6: Rispetto a quello dell’andata è molto meno devastante, fa fatica a partire con continuità, gioca però alcuni palloni interessanti (37’ st Pobega sv)
Leao 6: in ombra nel primo tempo anche perché servito malissimo dai compagni. Nel finale trova le praterie ma è impreciso nelle conclusioni (37’ st Ballo Tourè sv) Giroud 7: una palla toccata e un gol nel primo tempo, con uno stacco eccezionale che lascia sul posto Gatti e supera imparabilmente Szczesny. Un capolavoro. (41’ st Origi sv)
All. Pioli 7: non tanto per la prestazione del Milan contro la Juve, perché la squadra non ha particolarmente brillato, ma per quel che è riuscito a fare nel corso di una stagione zeppa di alti e bassi. Qualificazione Champions e semifinale di Champions League gli conferiscono un’ampia sufficienza. Ora è la società che deve dargli una rosa più ampia e competitiva.
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