Milan all’inferno e ritorno. Krstovic fa paura al Diavolo. Gallo e Pulisic lo rialzano

Come in Supercoppa a Riad i rossoneri sotto di due reti ribaltano il risultato. Conceiçao: "Abbiamo dimostrato che il nostro spirito di gruppo vince sempre".

di LUCA MIGNANI
9 marzo 2025
Il rigore trasformato da Christian Pulisic che ha portato il Milan sul momentaneo pareggio, poi l’americano ha chiuso l’incontro

Il rigore trasformato da Christian Pulisic che ha portato il Milan sul momentaneo pareggio, poi l’americano ha chiuso l’incontro

di Luca MignaniChe (non) diventi un’abitudine. Il Milan risale sulle montagne russe. Questa volta, però, è un ottovolante di quelli che mozzano il fiato, fanno a dir poco urlare, ma alla fine strappano un sorriso. D’orgoglio purissimo, con scintille figlie tanto della disperazione quanto di un’innegabile qualità, straripata tutta sull’orlo del baratro. Sorriso che non può essere larghissimo nel mezzo di una contestazione proseguita col copia e incolla rispetto a settimana scorsa. L’essenza dell’aspettativa, comunque, era nella risposta ai tre ko di fila: è arrivata, forte e chiara.

Conceiçao ha l’aria di essersi messo alle spalle l’ennesima bega, dopo le dimissioni del portavoce che ha portato la voce del suo (smentito) malcontento. E nel momento in cui l’ipotesi traghettatore sembrava molto più di un’ipotesi, mentre Allegri avrebbe guadagnato la vetta alla voce successore, la squadra gli ha tolto le castagne dal fuoco. "Il nostro spirito di gruppo è sempre stato forte, unito. L’abbiamo dimostrato": Leao e Pulisic, in coro.

Il tecnico ha incassato e rilanciato: "Il carattere è venuto fuori. Deve essere così sempre, deve essere un’abitudine. Ora una settimana tranquilla? Vedremo...".

Non lo sarà per Furlani, a cui Cardinale avrebbe consegnato il potere di scelta finale del futuro ds: nei prossimi giorni altri colloqui (dopo quelli col proprietario e Ibrahimovic) con la coppia in testa, Paratici-Tare. Attenzione anche all’atalantino D’Amico. Si vedrà. Intanto si è visto un Milan senza Fab Four: dimezzati, al fischio d’inizio. Rossoneri con una sorta di 4-3-3 camaleontico, con Pulisic a stringere per lasciare spazio a Theo. Ma di spazio ne hanno avuto soprattutto Helgason e Krstovic: 0-1. Prima e dopo centimetri fatali per Gimenez e Gabbia: due gol annullati. Possesso che ha toccato picchi vicini all’80%: senza morsi, con El Bebote fiacco, impreciso, anche sfortunato. Con un Lecce che è ripartito con forza, ma anche troppa facilità.

Quasi tutti avanti, quasi nessuno dietro: tradotto, bis di Krstovic nel deserto. Titoli di coda solo apparenti, perché finalmente qualità e quantità sono andate a braccetto. Grazie all’ennesima rivoluzione: dentro Abraham, Leao e Joao Felix a confezionare l’autogol di Gallo. Sottil terzino è stato il segnale di volontà di assalto totale. Segnale recepito. Da Pulisic: sembrava in riserva, si è preso e ha insaccato il rigore del pari. Da Leao: di fatto, due assist. Da tutti: sul tris, ben in quattro a centro area. Risposta, dunque: sì. Per la continuità, ripassare più avanti.

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