Milan, il futuro è adesso. Dentro Liberali e Jimenez
Fonseca osa ancora: fuori Musah e panchina “punitiva“ per Theo Hernandez. Questa sera contro il Genoa è un altro bivio: "Scudetto? Continuo a crederci".
Parata di stelle, prima. Poi, nodi al pettine. E San Siro freme. Per le 125 candeline che il club spegnerà, per l’ennesimo bivio. Alle spalle, la “sparata“ di Fonseca post Stella Rossa. Di fronte, il distacco da incubo dalla zona Champions. Serata di gala a partire dalle 19.45. Cerimonie, emozioni, poesia. Poesia che alle 20.45 resterà nell’aria: titolari Jimenez (19 anni) e Liberali (17). Non la stellina Camarda, sotto gli occhi di Marco Van Basten che sarà a San Siro e che il 16enne aveva già incrociato, emozionatissimo: "Non dobbiamo creare troppa pressione su di lui, è giovane ed equilibrato, lasciamolo essere così. Penso sempre molto bene a quando farlo giocare". Fonseca dixit. E non solo questo. Ma Paulo, ieri, era in versione “normalizzatore“, a parole. Non nei fatti: panchina esemplare per Theo Hernandez, ad esempio: "Ho parlato col gruppo e con alcuni giocatori. Sono situazioni normali – ha detto il tecnico – a questi livelli: io non mi nascondo, le affronto, sono pagato per risolverle. La società? Mi sento appoggiato, sempre". Acqua sul fuoco. Anche se i classici puntini sulle “i“ non mancano neanche questa volta.
"La squadra è presuntuosa in determinate partite. Questo è il problema. Mi sono informato: era così anche nell’ultima parte della scorsa stagione, quando non c’ero". E ancora la metafora delle "montagne russe. Un giorno su, l’altro giù. Per me è difficile capire questa poca costanza mentale. Ma sono sicuro che sia risolvibile". Intanto tante assenze (Morata e Pulisic su tutti), tanti giovani (anche Bartesaghi, Hodzic, Vos e Chake Traoré convocati) e scelte comunque pesanti: non l’esclusione di Musah che potrà così rifiatare dopo essere diventato l’ultimo jolly, ma la nuova panchina di Tomori ad esempio, sempre più in basso nella gerarchia.
Il tutto in un clima da montagne russe, per restare in tema. Festoso e al tempo stesso pungente. Vedasi la protesta dei Milan Club: "Abbonati trattati come i turisti e i tifosi occasionali, anzi peggio. Costo totale delle singole partite in prelazione abbonati di Champions: 121 euro. Minipack sottoscritto ancor prima del sorteggio così come imposto dalla società: 159 . Al club basta che lo stadio si riempia di marionette che strapagano i biglietti nelle partite di cartello (contro la Juve curve a 124 euro, terzo rosso a 114, primo blu a 154, solo per citare i settori più popolari)". Serata da sensazioni contrastanti, insomma. In ogni caso, forti. Quella forza alla quale Fonseca ha fatto appello in settimana. E il tasto che batte resta lo stesso: "Atteggiamento. Il Milan compie 125 anni. Dobbiamo essere all’altezza della nostra storia. Scudetto? Ora è più difficile, ma io ci credo ancora".
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Thiaw, Jimenez; Fofana, Reijnders; Chukwueze, Liberali, Leao; Abraham. All. Fonseca.
GENOA (4-3-3): Leali; Sabelli, Bani, Vasquez, Martin; Thorsby, Badelj, Frendrup; Zanoli, Pinamonti, Miretti. All. Vieira.
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