Nuovo Milan Paradiso, ma servono conferme

La società chiede continuità a Fonseca dopo il derby da urlo: col Lecce la chance di salire ancora. Diavolo d’assalto avanti col 4-4-2

di GIULIO MOLA -
24 settembre 2024
Nuovo Milan Paradiso, ma servono conferme

A sinistra Paulo Fonseca, 51 anni. Sopra, Christian Pulisic, 26, Tammy Abraham, 26, ed Emerson Royal, 25

Il capolavoro (tattico e non solo) di Paulo Fonseca. La conferma di Christian Pulisic, un americano con fantasia e piedi latini. La gioia di Matteo Gabbia, unico italiano domenica fra i rossoneri, ragazzone cresciuto col Milan nel cuore. Nella reazione immediata e famelica del Diavolo che ha dato uno schiaffo alla crisi e interrotto l’egemonia dell’Inter nei derby, c’è tutto questo. Oltre a sacrificio e applicazione. Quando semini bene, poi il raccolto è meraviglioso: due gol, tre punti, il feeling ritrovato coi tifosi e una piacevole sensazione di sollievo. Il “day after“ è stato dolce in casa Milan, dopo la serataccia in Champions e il difficoltoso avvio in campionato.

Già venerdì sera si torna in campo nell’anticipo casalingo contro il Lecce, ma ieri il tecnico ha voluto premiare i suoi concedendo un giorno di riposo. Meritato. Anche Fonseca si è goduto il successo, meditando sulle brillanti intuizioni capaci di sovvertire i pronostici e mandare in confusione l’Inter: ha avuto coraggio il tecnico portoghese, ha schierato un Milan a trazione anteriore ben sapendo che mettendo insieme Morata ed Abraham con Pulisic e Leao esterni, i rischi sarebbero stati enormi. "Ma se proprio devo uscire di scena sono io a decidere come", avrà pensato. E’ rimasto in piedi, invece. Anzi: ha vinto, con pieno merito una partita vibrante, all’inglese. Con l’incornata finale di Gabbia che è un atto di giustizia nei confronti della squadra che stava meritando.

La fame e l’orgoglio hanno aiutato il Milan a resistere anche ad un assetto così sbilanciato. L’aver bloccato Calhanoglu è stata la mossa più azzeccata. Così come decisiva è stata la scelta di accantonare Pavlovic e Loftus Cheek in favore dello stesso Gabbia e Tomori. Morata tra le linee ha creato problemi e con Abraham ha dato forza al reparto offensivo aiutando il centrocampo e aprendo varchi per Pulisic e Leao. Mai vista la fase difensiva dell’Inter così alla mercé degli avversari. In mezzo Reijnders e soci hanno trovato spazi che, dall’assolo di Pulisic alle transizioni successive, avrebbero potuto scolpire il risultato con ben altri scalpelli. Il derby è stato soprattutto la vittoria del tecnico con la valigia in mano, che ha lavorato per giorni in silenzio e tappandosi le orecchie. Le ombre di Sarri, Terzic, Tudor e Allegri restano sullo sfondo. La dirigenza, al di là degli attestati di stima nel prepartita vuole conferme e la fiducia nei confronti del tecnico resta a tempo. Le prossime gare ci diranno se davvero è nato un nuovo Milan.

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