Solo sbadigli a San Siro. Milan e Juve, show scialbo. Fonseca: "Capisco i fischi»

Il Diavolo non riesce a rendersi pericoloso e la vetta è sempre più distante. Motta mantiene il sorriso: "Strada giusta, comportamento da grande squadra".

di GIULIO MOLA
24 novembre 2024
Milan e Juve,  show scialbo. Fonseca: "Capisco i fischi"

Emerson Royal, 25 anni, e Weston McKennie (26), chiamato al non facile compito di sostituire Dusan Vlahovic in attacco

La bordata di fischi sonori e impietosi dei 75.502 fedelissimi di San Siro dopo novantatrè minuti di noia, paura, erroracci di ogni genere e qualche rude intervento, rende l’idea di cosa è stata Milan-Juventus. Alla Scala del calcio la nobiltà del pallone italico si è eclissata in mondovisione, una partita che nulla ha dato, priva di emozioni e giocata senza coraggio al di là di un risultato che fotografa perfettamente quel che si è visto in campo: zero a zero.

E se questo è il nuovo calcio allora siamo messi davvero male. Nessuno avrebbe meritato di vincere, ma almeno i bianconeri possono vedere il bicchiere mezzo pieno perché la squadra è l’unica ancora imbattuta in serie A. Delusi e arrabbiati i tifosi del Diavolo: ieri non è stata questione di equilibrio o fattore mentale, è mancato molto altro: intensità, cattiveria, idee e soprattutto qualità. "I fischi? È normale quando non si vince dopo una partita come questa. Se fossi un tifoso avrei fischiato anche io perché non è bello vedere uno spettacolo come questo". La prima ammissione di colpa è di Paulo Fonseca, che non avrebbe potuto esprimere concetti diversi considerato che alla fine si sommano appena tre tiri totali in porta (e un salvataggio di Thiaw su Cambiaso) nella gara con meno tocchi in area del campionato.

"E’ stata una partita molto tattica e senza rischi, abbiamo avuto troppo rispetto per la Juventus e viceversa", la pallida giustificazione dell’allenatore rossonero. Non basta. Perché di fronte ad una Juve in grande emergenza, con appena 15 giocatori di movimento, senza attaccanti e disposta con un 4-6-0 (Koopmeiners “falso nueve” accanto all’impalpabile McKennie), si poteva e si doveva osare di più per evitare di scivolare a -9 dalla vetta ("Lo scudetto? Continuo a crederci...", sospira fiducioso Fonseca).

Il Milan, invece, neppure ci ha provato. Solo l’ingresso di Pulisic a metà ripresa ha dato la scossa ma non è servita a rianimare una squadra spenta, pericolosa solo di testa con Emerson Royal e Morata e aggrappata a qualche sgommata o stridio di freni di quel Leao rimasto invece incastrato nella morsa dei bianconeri. Qualche bollicina Juve si è vista a sinistra, con Cambiaso e Yildiz, qualche tiro, ma nulla di più. Solo tanti sbadigli. Eppure lo scialbo pari può andar bene a Thiago Motta, che resta a -3 dalla vetta e attende fiducioso il mercato (Giuntoli ha ribadito che interverrà in difesa) e il ritorno di Vlahovic. "Sono soddisfatto e orgoglioso dei miei. Abbiamo dimostrato di sapere stare in campo e comportarci da grande squadra – commenta il tecnico bianconero –. È da un po’ che lo dico: la strada è quella giusta".

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