Il Modena resta nel limbo. È un copione già visto

I gialli a Castellammare si sono confermati fragili e tornano i soliti errori. Improbabile un altro cambio in panchina. Dopo la sosta arriva il Catanzaro.

di ALESSANDRO TRONCONE
17 marzo 2025
Mister Paolo Mandelli nel corso del match perso contro la Juve Stabia (fiocchi)

Mister Paolo Mandelli nel corso del match perso contro la Juve Stabia (fiocchi)

di Alessandro Troncone

Sgombriamo subito il campo da equivoci e da voci fatte circolare senza alcun motivo solo perché un allenatore, Vicenzo Vivarini, è stato avvistato al ’Menti’ di Castellammare. Il Modena non ha in testa l’ipotesi di un cambio allenatore, non è certo questo il problema seppur anche Mandelli abbia una fetta di responsabilità come ogni tecnico di una qualsiasi formazione che non ottiene i risultati sperati. In questo specifico caso, il Modena aveva già dovuto rimediare ad una scelta rischiosa (Bisoli), raccogliendo i frutti progressivamente.

La situazione è molto simile a quella vissuta un anno fa esatto, cambiare per lo spavento di soccombere non fa mai bene perché a così poche giornate dal termine del campionato dovresti scegliere un allenatore capace di guidare il progetto futuro, ma la classifica non te lo consente. E Mandelli ha fiducia, l’ha sempre avuta. Un nuovo allenatore sarà giustamente valutato da giugno, quando i canarini avranno chiaro tutto, a partire dal raggiungimento della salvezza. Castellammare ha ribadito, se mai ce ne fosse bisogno, quanto questa squadra sia psicologicamente fragile di fronte alle difficoltà. E questo tipo di caratterere non sempre può essere insegnato. Anzi, quasi mai. Può essere coltivato, ma sta nella capacità di ogni singolo giocatore mettere quel qualcosa in più necessario. Il Modena è fragile e gli errori di reparto e individuali ne sono una conseguenza, quelli di sabato non sono certo i primi.

Dal giorno di santo Stefano (3-3 a Brescia) ha vinto appena 2 volte (con il Mantova e a Cittadella) in 12 partite, pur avendo numerose chance per costruirsi un minimo di continuità e quell’ambizione di cui avrebbe bisogno per uscire dal limbo nel quale naviga da oltre un anno e mezzo. E due sono state anche le occasioni nelle quali ha mantenuto la porta di Gagno inviolata (Sudtirol e Cittadella) sempre in 12 gare. Ora, al netto di quelle che sono state le scelte estive sui giocatori che stanno rendendo meno del previsto, è il momento delle responsabilità. I cambi di allenatori spesso sono utili ma non rappresentano la soluzione al male. La soluzione deve uscire dallo spogliatoio, dal gruppo, da ciò che c’è e non da quel che ci sarà. Per quello ci sarà tempo. Un punto sui playout è stato perso, ora la zona rischio è a 3 punti. Al rientro dalla sosta il Modena è atteso da una montagna altissima da scalare ma deve comprendere che fallire anche con il Catanzaro potrebbe voler dire vivere nella paura fino alla fine. Per pensare a cosa non è stato fatto bene ci sarà tempo, ora si pensi ad uscirne e basta.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su