Decisivo con il Genoa. Monza e il nuovo Daniel Maldini: "Qui sto bene, felice per il gol»

La cura Palladino ha rigenerato l’attaccante "La fiducia che sento mi sta aiutando tanto" .

di MICHAEL CUOMO -
11 marzo 2024
Monza e il nuovo Daniel Maldini: "Qui sto bene, felice per il gol"

Monza e il nuovo Daniel Maldini: "Qui sto bene, felice per il gol"

Chiamatela "cura Palladino". O, se preferite, più in generale "cura Monza". Fatto sta che "qui mi sono sempre sentito a casa, e questo è stato fondamentale. Mi ha aiutato tanto il mister, parlandomi. Anche il gruppo mi ha aiutato e io sto bene. L’obiettivo? Cerchiamo di fare il meglio possibile, guardiamo la classifica, ma pensiamo partita dopo partita". Parole di Daniel Maldini, che conosce peso e responsabilità di maglia e ruolo: quel cognome tra le scapole richiama sempre le pagine più belle del nostro calcio, e un ruolo, il suo, che da fantasista ti aspetti sempre che decida partite e risultati. È arrivato da Empoli, in punta di piedi, e per lui è stato come tornare a casa dopo neanche 300 minuti in Toscana, qualche acciacco muscolare e poche presenze senza incidere.

Monza è casa perché a Milano c’è papà Paolo e mamma Adriana. Ci sono gli amici di una vita e Christian, il fratello maggiore, che ha avuto peso nella trattativa perché da quando ha chiuso il capitolo sul campo è entrato a fare parte della scuderia di Beppe Riso. Pesa, soprattutto, la fiducia di Adriano Galliani che lo ha visto crescere tra i corridoi di Milanello quando il padre ne era padrone di casa, regalandosi la sfumatura romantica di poter tornare a esultare in tribuna per un gol di Maldini, e il lavoro di Raffaele Palladino che sa sempre come tirare fuori il meglio dai suoi calciatori. L’attesa è stato il lavoro, fisico e mentale, per incrociare il proprio destino e cominciare a scrivere una storia nuova.

Quella di Daniel in questa stagione, e in Brianza, inizia proprio contro il Milan: 9 minuti sono bastati per apparecchiare a Bondo il gol del nuovo vantaggio e lasciare il segno nella notte che ha dato un segno indelebile al campionato del Monza. Il cuore torna a battere 6 giorni più tardi: a Salerno la serata è complicata, il piattone del ragazzo cresciuto nel settore giovanile del Milan berlusconiano rompe l’equilibrio e spiana la strada per la vittoria.

Adriano Galliani esulta e chiama Paolo: "Finalmente un Maldini che segna". E che fa vincere. Succede a Marassi, in un’altra prova verità: "Doveva essere titolare, ma un problema alla caviglia lo ha costretto a subentrare", dirà l’allenatore a fine partita. Era uno scontro diretto, campo pesante, partita aperta e rischio rimonta, ma bastano il cuore e 4 giri d’orologio per scivolare sull’erba e volare sulle ali dell’entusiasmo.

Diciassette anni dopo Atene!c’erano sempre Adriano Galliani, Alberto Gilardino e Maldini. Daniel, quella notte di Champions, era bambino: ha scelto di diventare grande proprio quando il calcio ha incontrato la storia, scrivendo le prime righe di un nuovo entusiasmante capitolo.

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