Galliani, scommessa vinta. Maldini si è preso il Monza

Numeri da capogiro per il “figlio d’arte“ da quando veste la maglia brianzola

di MICHAEL CUOMO
5 settembre 2024
Galliani, scommessa vinta. Maldini si è preso il Monza

Daniel Maldini, classe 2001, non finisce di stupire in biancorosso

Adriano Galliani pesa parole e pensieri. Pensa e conosce l’effetto che possono avere, ogni sua parola va quindi presa come un concetto ragionato e sentito. Eppure quando prima dell’impegno di Coppa Italia contro il Sudtirol attribuiva a Daniel Maldini il ruolo di rivelazione del Monza, dopo i Di Gregorio e Colpani, qualcuno pensava fosse solo una pagina in più del libro cuore da scrivere a favore di un romanticismo che, con Nesta in panchina e il figlio di Paolo in campo, sembra ormai fatto a misura brianzola.

Errore di valutazione. Il primo pregio del fantasista monzese è intanto questo: saper essere Daniel, e non solo figlio di Paolo. Merito anche di suo papà, che allo stadio e a parole non si vede e sente mai, evitando che la sua ombra possa pesare più del dovuto. Così gli occhi sono solo sul campo. Il più piccolo dei Maldini ha trovato la sua dimensione a Monza dove, sin dalle prime battute dello scorso gennaio, tutto sembra fatto a sua misura: il ruolo che gli è stato ritagliato, la spensieratezza che ti concede un pubblico esigente ma mai opprimente, una società che lo fa sentire ancora più a casa di quanto già lo sia, perché da Milano alla Brianza non c’è bisogno di chiudere valigie o ramificare nuove radici.

Fattori che hanno permesso alle sue qualità di emergere nei fatti, perché anche quando non incide a tabellino la sua presenza si vede e sente eccome, e nelle statistiche: 4 gol e un assist in meno di 600 minuti in campo che, e non solo loro, non hanno mai allontanato il Monza dall’idea di riportarselo a casa. Detto, fatto: è tornato per prendere il posto di Colpani a tutti gli effetti, eredità pesante a cui ha risposto in faccia al Flaco con il gol del Franchi che non è doppietta per un palo. Due giocate che sono due segnali, uniti al gol annullato contro il Genoa per un fuorigioco a inizio azione non suo. Lui era nel posto giusto, al momento giusto.

E allora i segnali sono 3: il numero perfetto per iniziare la stagione della svolta, il numero che a casa sua è sempre stato ragione di vita calcistica.

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