Inter, manita sulla stella. Calha e il Toro scatenati. Al Monza solo le briciole
Due doppiette spianano la strada verso la fuga, Lautaro sale a quota 18 reti. Inzaghi a +5 sulla Juve, il rigore di Pessina è l’unica consolazione per Palladino.
La supremazia dell’Inter non conosce ostacoli e insidie. Neanche la vicina Monza, che è terra di Raffaele Palladino che ben sa come far girare i suoi. Ma la forza della prima della classe è certificata da punti, gol e difesa. Ne fa 5, ne subisce 1 su rigore, rischia poco o nulla solo quando la pratica è archiviata, si diverte e fa divertire. La partita degli ex si gioca tutta in un reparto: alla Thu-La devono rispondere D’Ambrosio e Gagliardini, che lì dietro han panchinato Pablo Marì e Izzo. L’aria di derby, invece, soffia in tribuna: c’è Adriano Galliani, con lui Paolo Berlusconi, ma soprattutto c’è Paolo Maldini, che con la moglie e il primogenito Christian è a seguire la prima di Daniel. Lui, come mamma e papà, guarda ma dalla panchina.
Il grande freddo brianzolo dura appena 10 minuti. Riscalda l’atmosfera, manco a dirlo, Lautaro Martinez: il Toro colpisce di testa, Gagliardini tocca con la mano e manda Rapuano al monitor. Rigore che Calhanoglu manda in buca. Il Monza subisce il colpo, Dimarco apparecchia e Lautaro, sempre lui, rifinisce: sono 17 in campionato, poi diventeranno 18. Sempre più su. Solo qui il Monza si scioglie, ma i tentativi sono timidi. La prima della classe fa valere tutta la sua autorevolezza a pieno organico: Barella svaria, alza la testa e gioca con la linea del fuorigioco, Dimarco è uomo ovunque anche troppo altruista, i due davanti danno sempre l’impressione di poter fare male in qualsiasi momento. E la difesa? Poco da fare, almeno fino alla mezz’ora. Colpani non centra la porta, Dany Mota è nell’ombra delle torri, Valentin Carboni galleggia tra le linee ma i corridoi liberi sono pochi.
Ne trova uno, senza palla, Pessina su azione di calcio da fermo: sulla sponda di Caldirola, il capitano brianzolo trova la testa che accorcia le distanze. Anche qui intervengono da Lissone: è fuorigioco, perché il fianco del 32 monzese è in là di millimetri rispetto alla schiena di Bastoni. Quando Palladino cambia – all’intervallo – è ormai troppo tardi: il Monza ci prova, l’Inter rifinisce con Thuram che di tacco apparecchia la doppietta del turco. Palladino, nel mentre, sta raggiungendo la tribuna perché espulso: è il secondo rosso in 3 partite. Al tris gli Inzaghi’s si lasciano andare: ne approfitta Dany Mota che, steso da Darmian, dà a Pessina il rigore che potrebbe riaprire la partita. Tentativo vano: il Toro dagli undici metri non sbaglia, Thuram si ritaglia la gioia personale. La mano si apre, sono 5: è il saluto nerazzurro a chi sta dietro.
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