La serata perfetta esiste. Monza, ti te dominet Milan. Il tabù “big“ va in frantumi. Palladino colleziona record
Primo successo stagionale contro una grande e un punto in più dell’anno scorso. In due stagioni i biancorossi sono riusciti a vincere anche contro Inter e Juventus . Nessuna squadra ci era riuscita negli ultimi 45 anni: decisive le idee del tecnico. .
Raffaele Palladino, quando si presenta in sala stampa, non ha più l’abito – già in lavanderia causa festeggiamenti – ma ha gli occhi lucidi. Silvio Berlusconi "sarebbe stato felice di vedere i ragazzi lottare e vincere contro il suo ex Milan", e parla anche solo lo sguardo dell’allenatore per trasmettere l’orgoglio che si prova regalando una gioia così grande a Monza e al Monza. La partita perfetta esiste, la serata perfetta anche: lo dimostra la sua squadra, capace di gestire e trasmettere in 100 minuti tutte le emozioni che una partita può dare.
Il risultato, la vittoria per 4-2 contro il Milan, è solo la ciliegina sulla torta auspicata dal tecnico alla vigilia. Un dettaglio da aggiungere alla valutazione della stagione, che a Monzello tutti aspettavano e tutti hanno voluto per cancellare l’unico neo – se davvero così si poteva definire – lasciato dalla classifica fin qui: l’astemia da risultato pieno contro una grande.
Le sfumature, ora, stanno a zero: quattro risultati utili consecutivi e primo poker segnato in una partita in Serie A. Un punto in più rispetto all’anno scorso e completata l’impresa contro le big: per ritrovare una squadra capace di battere, in due stagioni di Serie A, Juventus, Inter e Milan, bisogna tornare indietro di 45 anni.
Era l’Avellino, stagione 78/79. A queste il Monza ha aggiunto il Napoli campione d’Italia. Ci hanno lavorato tutti i giorni tutto il giorno, da mattino a sera, Palladino e il suo staff: hanno osservato e studiato il Milan, hanno affinato ogni dettaglio a San Siro giovedì presentandosi all’appuntamento di domenica giocando a scacchi in maniera impeccabile. La scelta del quartetto in difesa paga, la fiducia ad Andrea Carboni da terzino è quella più sorprendente e azzeccata. Così come paga l’atteggiamento chiesto ai suoi dal tecnico: fare i grandi, per battere una grande.
Pronti-via con cinque giocatori offensivi: fantasie sugli esterni, riferimento con centimetri in attacco, trequartista capace di sparigliare le carte avversarie. Quindi una mossa, su tutte: schermare Loftus-Cheek con l’esperienza di Gagliardini, di nuovo faro del centrocampo come aveva abituato da inizio stagione. Il capolavoro tattico sembrava voler frantumarsi tagliato dall’arcobaleno di Pulisic, ma il capolavoro di Palladino sta anche nel rispondere sul campo ai tentativi di Stefano Pioli: così Bondo e Colombo decidono dalla panchina, Pedro Pereira subentra per sbarrare ogni via di fuga a Leao quindi Maldini apparecchia per il piazzato del nuovo vantaggio.
Lì Adriano Galliani aveva già lasciato lo stadio, come ormai da tradizione: un cuore diviso a metà, unito dal pensiero per il suo maestro di vita che avrebbe apprezzato eccome lo spettacolo della serata. Lo aveva ricordato anche dopo la cena pregara, con Paolo Scaroni e Zlatan Ibrahimovic: "Ho pensato alla vita del presidente che ha portato in cima al mondo il Milan e ai vertici di sempre il Monza". Galliani è rientrato all’U-Power Stadiumgiusto in tempo per festeggiare con Pessina e gli altri, riportando loro il messaggio di complimenti di Pier Silvio Berlusconi. Dal risotto alla monzese con Ibrahimovic, alla ciliegina sulla torta di Palladino: è il menù perfetto della domenica sera dell’ad, che, con la passione di sempre, non ha perso il vizio di scegliere gli uomini giusti per scrivere nuove pagine di storia del nostro calcio.
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