Qui Monza. Nesta, un mezzo sorriso dopo la grande illusione : "Ora serve la vittoria, è quella che ci fa volare»

Il Monza ottiene un pareggio contro l'Inter, con emozioni contrastanti per l'allenatore Nesta. Un punto prezioso che porta fiducia per il futuro, puntando ora alla vittoria contro il Bologna.

di MICHAEL CUOMO -
17 settembre 2024
Nesta, un mezzo sorriso dopo la grande illusione : "Ora serve la vittoria, è quella che ci fa volare"

Il Monza ottiene un pareggio contro l'Inter, con emozioni contrastanti per l'allenatore Nesta. Un punto prezioso che porta fiducia per il futuro, puntando ora alla vittoria contro il Bologna.

Ci sono firme illeggibili, altre che disegni con l’attenzione di un’opera d’arte. Quella di Dany Mota, per esempio: un arcobaleno che ha colorato per 7 minuti la domenica notte brianzola. C’è quella di Alessandro Nesta, poi, che è lo scarabocchio di chi quella firma se l’è sentita strappare all’ultimo quando ormai il capitolo di storia sembrava potesse avere lieto fine. Invece il finale è amaro, ma non cancella la trama.

Partiamo da Matteo Pessina, dal capitano di Monza con il Monza nel cuore, che era arrivato anche sull’ultima palla e nell’ultimo spazio libero dopo 90 minuti di movimento costante per dare una soluzione in più al compagno. Sembrava quello il corridoio della vittoria, dell’esplosione di gioia, della nuova euforia dopo il pareggio di Dumfries: è diventato, invece, il frame-beffa del week end da dimenticare degli arbitri con Pairetto protagonista di uno scivolone destinato a rimanere impresso nei riflessi filmati del campionato. La grandezza di Sandro Nesta, però, sta nel scarabocchiare il foglio senza disordinare le idee: "Prima della partita avrei firmato per il pareggio, sì, poi... Certo, prima pensi "gioco contro l’Inter", poi vedi la partita e un po’ dispiace...".

Il mezzo sorriso dell’allenatore non scompare nemmeno ripensando all’ultima palla: "Non me n’ero accorto, l’ho capito in ritardo perché me l’hanno fatto notare i ragazzi in panchina - ammette -. Va beh, potevamo segnare mettendo la punizione all’incrocio, sarebbe stata una serata ancora più bella". Il suo unico argomento è la trama, che ha portato al Monza "solo" un punto in più ma un’infinità di autostima a uno spogliatoio che ora può ritrovarsi spensierato a tavola di fronte a un calice: paga Dany Mota, subentrato perché non al meglio e capace una volta di più di dimostrare che nell’organico brianzolo i picchi non mancano. Un punto contro i campioni d’Italia che aggiunge il mattone necessario per raggiungere quota 100 a poco più di un paio di stagioni in Serie A e che vale comunque un "decollo tanta roba" in questa stagione che sembrava non avere spinta: "Dobbiamo continuare a mettere pezzo dopo pezzo, ma adesso cerchiamo la vittoria perché è quella che ci fa volare". Di certo c’è che la strada è tracciata e i segnali positivi - dal primo tempo contro il Genoa all’Inter, passando per Firenze - non possono considerarsi casuali: domenica, di fronte a un altro avversario da Champions, il Bologna di Italiano, un’altra occasione per la vittoria che da Firenze all’Inter è mancata con un carico di rammarico grande così.

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