Tutti gli uomini di Palladino. Leader in campo e nello spogliatoio. Izzo è il talismano del Monza

Galliani lo portò in Brianza nell’estate del 2022 con un colpaccio al gong. Ora è tra gli insostituibili. .

12 marzo 2024
Leader in campo e nello spogliatoio. Izzo è il talismano del Monza

Leader in campo e nello spogliatoio. Izzo è il talismano del Monza

Dalla Treccani: "Talismano: Oggetto [...] cui si attribuisce un valore e un potere magico di aiuto [...], e in alcuni casi di protezione, e che perciò si conserva o si porta con sé dappertutto". Nel dizionario del Monza, la definizione è più semplice: Armando Izzo.

Il perché è di facile comprensione: "valore e un potere magico di aiuto, e in alcuni casi di protezione", perché da quando è arrivato in Brianza ha faticato a farne a meno l’undici biancorosso; "si conserva o si porta con sé dappertutto", perché il rapporto tra lui e Raffaele Palladino è di quelli che durano da tempo - da calciatori al Genoa - e che vanno anche oltre al campo. Nelle loro vene scorre lo stesso sangue napoletano, ma soprattutto lo stesso attaccamento al lavoro, chiave per confezionare un anno fa la prima stagione da record del Monza in Serie A. L’arrivo di Armando Izzo in Brianza è il più classico dei colpi del Condor: estate 2022, manca una manciata di minuti al gong delle 20 e il difensore ex Torino appare alla finestra degli uffici Fininvest a Milano con l’ad del Monza. La stretta di mano è soprattutto sulla fiducia, con la formula del prestito secco da rivedere un anno dopo in caso di riscatto sul campo. Detto, fatto. Quel Monza non aveva ancora fatto punti in campionato: a Lecce, con Izzo in campo dall’inizio, alla prima da titolare, arriva il primo, poi la vittoria con la Juve e l’arrivo dell’amico Raffaele in panchina faranno il resto.

In media, per minuti a partita, è il terzo giocatore più utilizzato dietro solo a Di Gregorio, Carlos Augusto, insieme a Pessina e Pablo Marì. Il dialogo con Cairo, a giugno, non è di quelli facili: si arriva a un triennale, per un difensore che il tecnico definisce "fondamentale, un top player". Di quelli che gli avversari temono e soffrono: chiedere a Di Maria e Jovic. I segnali sin dal ritiro estivo sono incoraggianti: il suo ruolo da braccetto moderno con intenzioni offensive si traduce in gol di testa su corner alla prima amichevole, poi l’infortunio con intervento chirurgico al piede sinistro a Barcellona per la rimozione del neuroma di Morton. Siamo a ottobre, è un’altra delle difficoltà che ha dovuto affrontare Palladino da inizio stagione. Il rientro non è cosa facile, poi con il ritorno del miglior Izzo c’è anche il miglior Monza, da un mese a questa parte: l’unica sconfitta, quella contro la Roma di De Rossi, il centrale di Palladino l’ha vissuta dalla tribuna squalificato.

Difficile pensare sia solo coincidenza. Gioca nella difesa a tre, si adatta con successo anche a quattro, è leader in campo e nello spogliatoio, e con il suo essere guerriero trascina ambizioni vanno di pari passo: la sua - difficilissima - potrebbe chiamarsi Europeo; quella del Monza, invece, si chiama Europa. Anche questo è un obiettivo complicato da raggiungere, ma è più facile crederci con un talismano così.

Michael Cuomo

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