Vince il “made in Italy“. Da Colpani a Vignato. Il miracolo Monza ha una identità azzurra
La squadra allenata da Palladino è un cocktail perfetto di esperienza e gioventù. Capitan Pessina è il punto di riferimento, accanto a lui talentuosi ragazzi. e “senatori“ di spessore come Caldirola, D’Ambrosio e Gagliardini.
L’anima del Monza ha tre colori: il verde, bianco, rosso della nostra bandiera. La bandiera italiana. Era uno dei punti del programma al quale teneva di più Silvio Berlusconi, rispettato in maniera quasi naturale da Adriano Galliani, riuscito negli anni a costruire squadre competitive e vincenti rispettando l’idea presidenziale e la prevalenza di calciatori prodotti del nostro calcio. Nel pallone delle tante parole e pochi fatti, in Brianza le favole si costruiscono davvero.
Al di là delle chiamate azzurre, il prodotto monzese è di quelli che ogni ct quantomeno valuta con interesse: da Vignato campione d’Europa con l’Under 19, a capitan Pessina con i grandi del ct Mancini. Quest’ultimo nato a Monza come il suo Amministratore delegato. Ma non solo questo. Vedi Luca Caldirola, nato all’ospedale di Desio ma brianzolo di Seregno da sempre, che torna a casa per portare la squadra del suo territorio in massima serie e regalare lei la prima gioia a San Siro contro l’Inter. Chiedere anche ad Armando Izzo che, dall’orbita nazionale ai margini del Torino, ha ritrovato a Monzello campo e leadership. Stesso percorso di Roberto Gagliardini, reduce dalla vicina Milano, sponda Inter, per respirare ancora l’aria buona della partita a braccetto con Danilo D’Ambrosio. Anima e colonne, e con loro Giulio Donati, di un Monza che sogna in grande.
Esperti e fonti d’esperienza, che vanno aggiunti alle nuove leve per il cocktail perfetto. Patrick Ciurria è la scoperta che Monza regala alla nostra Serie A, Andrea Colpani probabilmente alla nazionale: verrà anche il suo momento. Detto già di Matteo Pessina, non passa inosservata la figura di Lorenzo Colombo, preso dal Milan in prestito sul gong dell’ultimo mercato: nato a Vimercate, ma da sempre a Burago di Molgora, a un quarto d’ora in auto dallo stadio. Chissà quante volte sarà passato dal vecchio Brianteo, che oggi è U-Power Stadium e aspetta di esultare a ogni suo gol. Quelli che dalla parte opposta deve evitare Michele Di Gregorio, strappato all’Inter per meno di 5 milioni e diventato tra i portieri più affidabili e dal più alto rendimento del campionato. Nell’ambiente nerazzurro qualcuno si sarà pentito, vedendo l’evolversi della situazione tra i pali della porta di Inzaghi.
Ma che il Monza riesca a strappare alla concorrenza delle big non sorprende più, a maggior ragione oggi che tutti hanno visto e conosciuto Samuele Vignato, primo classe 2004 a segnare in massima serie alla prima da titolare. Il suo destino legato a un altro campione d’Europa con l’Under 19 vent’anni prima: quel Raffaele Palladino, giovane e italiano, scoperto dal Monza e lanciato da un dirigente che abbina competenza al coraggio. Nessuno ci avrebbe creduto, Galliani sì. Ed è grazie anche alla sua figura se lo stesso allenatore siede ancora sulla panchina brianzola dopo aver rifiutato il corteggiamento "clamoroso" - parola dell’ad - di una big in estate. Grazie alla sua figura e alla parola data al presidente Berlusconi, che già nel 2018 aveva dettato la via convinto fosse quella giusta per ottenere i risultati attesi. Sembrava impensabile, ora è realtà: quella dell’Ital-Monza, che piace a tutti e fa ben sperare per una rinascita più repentina di un calcio che sembrava non aver più nulla di nuovo da dare.
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