Vince solo la paura. Monza-Lecce, pari e noia. Dany Mota senza mira. Adesso serve un miracolo

Il ritorno di Nesta non basta, match con rarissime emozioni che vale solo un punto. Brivido al via per una sassata di Helgason che finisce sulla traversa biancorossa. Nella ripresa i padroni di casa mostrano più disinvoltura, ma poca concretezza.

di MICHAEL CUOMO
17 febbraio 2025
Il ritorno di Nesta non basta, match con rarissime emozioni che vale solo un punto. Brivido al via per una sassata di Helgason che finisce sulla traversa biancorossa. Nella ripresa i padroni di casa mostrano più disinvoltura, ma poca concretezza.

Il ritorno di Nesta non basta, match con rarissime emozioni che vale solo un punto. Brivido al via per una sassata di Helgason che finisce sulla traversa biancorossa. Nella ripresa i padroni di casa mostrano più disinvoltura, ma poca concretezza.

di Michael CuomoMONZAQuando domina la paura, non vince nessuno. Così Monza e Lecce si dividono la posta senza farsi male: la prima del Nesta-bis è uno 0-0 che vale un punto, che vuol dire muovere la classifica, ma che a questo punto del campionato e con questa situazione lì dietro dà poco o nulla. In cambio ci sono i segnali che eravamo soliti sottolineare: una difesa solida, compatta, attenta, di contro un attacco troppo poco incisivo per risultare pericoloso in zona-gol. Solo un quarto d’ora scarso per Keita Balde, e sarà lui a dover dare una marcia in più quando abbinerà alle sue qualità e alla sua esperienza anche una condizione fisica e atletica di quelle che valgono minuti importanti. Il 3-5-2 con cui si è ripresentato davanti alla sua gente Nesta aveva Ganvoula come terminale offensivo, ma il primo a tremare è Turati dall’altra parte, e con lui la traversa: per questione di centimetri la sassata di Helgason su punizione (2’) non vale il vantaggio. C’è Dany Mota, ma è troppo impreciso, in mezzo al campo Urbanski si perde tra le maglie e riemerge solo quando si avvicina all’area, quindi il solito su e giù degli esterni che tra copertura e costruzione non hanno tempo di rifiatare. Il Lecce, si vede, ha più certezze. Una di queste anche in tribuna: il settore ospiti domina l’atmosfera, dall’altra parte qualche lenzuolo pungente sulla situazione sfruttando l’ironia. Sul campo si fa sul serio: prima Pierotti alto di testa (26’), poi Krstovic al volo (31’) scalda i guantoni del portiere di casa. Per Nesta, che guida i suoi sfidando il termometro con maglioncino a giro collo, un sussulto con Pedro Pereira, ma il contro-balzo da dentro l’area (38’) finisce in curva. Chiudere il primo in avanti stappa la tensione del Monza, che nella ripresa è più disinvolto. Tanto da andare lui vicino al vantaggio: Caprari fa il 10 e apre il compasso col destro (71’), Falcone risponde col guantone e la toglie dall’incrocio.L’unico vero sussulto dello stadio, che poi ha sperato a mani giunte su Helgason, Krstovic e Pierotti: un tris di occasioni dove i centimetri e Turati hanno fatto il loro per mantenere l’equilibrio. Dicevamo, neanche Keita Balde è poi riuscito a dare quel che mancava: un valore aggiunto al grande lavoro difensivo, tenuto in piedi da Izzo con D’Ambrosio e Carboni. In panchina c’era Palacios, in tribuna Lekovic, in campo si è visto Brorsson e non ha neanche sfigurato in un duello con Krstovic, non un 9 qualunque del campionato. Può essere l’antipasto di Roma, dove mancherà Izzo (diffidato, ammonito e quindi squalificato). Intanto il Venezia è più vicino, la distanza dalla salvezza si è accorciata di poco, ma di questi tempi è abbastanza anche questo, e la ripartenza è un passettino in classifica. Se basterà per dire che l’occasione è stata sfruttata, solo il cammino lo dirà.

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