La denuncia di Varane. "I colpi di testa sono pericolosi»
Il difensore francese Raphael Varane ammette di aver subito traumi cranici durante la sua carriera, spingendolo a consigliare al figlio di evitare colpi di testa. La sua testimonianza solleva interrogativi sulle lesioni cerebrali nel calcio.
Raphael Varane, difensore della nazionale francese, non si nasconde: "Ho danneggiato il mio corpo".
L’intervista al campione del mondo del 2018 realizzata dal quotidiano sportivo L’Équipe riapre un fronte che vorrebbe fare luce su una zona d’ombra non solo del calcio, tra traumi e medicina. Varane ha raccontato di aver subito, durante la sua carriera, varie commozioni celebrali. Una cosa che lo ha portato a riflettere, soprattutto ora che ha un figlio piccolo: "Ha 7 anni e gioca a calcio, io gli consiglio di non andare sulla palla di testa. Per me è essenziale".
È una presa di coscienza con parole forti: "Quando guardo alle tre peggiori prestazioni della mia carriera, ce ne sono almeno due prima delle quali ho avuto un trauma cranico. Sempre qualche giorno prima: contro la Germania nei quarti di finale della Coppa del Mondo 2014 e poi quando ero con il Real Madrid, gli ottavi della Champions League 2020 contro il Manchester City. In dieci anni non ne ho mai voluto parlare, perché può sembrare come una scusa e non voglio che sia così. Appari debole come conseguenza del dire che sei stanco, che hai un’emicrania o senti gli occhi affaticati".
Nei campionati giovanili inglesi esiste una regola secondo la quale sotto i 12 anni è vietato colpire il pallone di testa per evitare il rischio di concussioni.
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