Napoli, prove di convivenza tra Raspadori e Osimhen
L'exploit dell'attaccante della Nazionale e l'imminente rientro del nigeriano creano un problema di abbondanza a Garcia, al lavoro per trovare la soluzione
Napoli, 5 novembre 2023 - Gli infortuni, di natura muscolare e non, di Victor Osimhen non sono esattamente un evento inedito e isolato. Poco più di un anno fa l'onere di sostituire il nigeriano era toccato principalmente a Giovanni Simeone, la scelta di Luciano Spalletti grazie alle sue qualità da cecchino davanti alla porta avversaria: nel frattempo, Giacomo Raspadori era stato indicato come il profilo giusto per arretrare sulla linea mediana, provando a diventare una mezzala di inserimento. In effetti, l'intuizione dell'attuale ct della Nazionale avrebbe pagato, specialmente per quanto riguarda la prima parte, con il Napoli che curiosamente proprio nello scorso autunno, prima della lunga sosta per fare spazio ai Mondiali 2022, avrebbe sferrato l'accelerata decisiva per creare il primo allungo sulle altre. Intanto però Raspadori rimaneva nella cosiddetta terra di mezzo, quella che notoriamente ha rovinato le carriere di molti giocatori, principalmente giovani e italiani: una location caratterizzata da tanta panchina e dalla voglia di dimostrare le proprie qualità nei pochi spezzoni a disposizione in campo. Un campo da ricoprire in varie zone per l'esigenza di accontentarsi delle briciole e per ritagliarsi uno spazio degno di tale nome. Ebbene, a distanza di poco più di un anno per Raspadori è cambiato tutto: al punto che ora, al rientro in campo di Osimhen, dovrà essere quest'ultimo ad adattarsi alla novità e non viceversa.
Il predestinato (quasi) sparito
Il messaggio l'ha fatto intuire proprio Garcia subito dopo il derby vinto contro la Salernitana. Vittoria, manco a dirlo, propiziata da un gol da attaccante vero di Raspadori, che nelle ultime gare sembra aver chiarito definitivamente il proprio ruolo: con buona pace di quegli esperimenti utili ma estremamente rischiosi per colui che, fin dal suo esordio con la maglia del Sassuolo, era stato indicato come un patrimonio del calcio italiano. In questi casi il percorso compiuto dal giovane in questione è piuttosto comune e segue tappe quasi predeterminate: speranza, exploit iniziale, periodo di assestamento e fase di parziale flessione, con annesso ridimensionamento. Gli ultimi due step, di norma, avvengono in seno a una grande squadra, quella nella quale il virgulto deve sgomitare per prendersi i riflettori. Non solo: ogni scampolo di partita viene guardato, dai tifosi e dagli addetti ai lavori, con una particolare lente d'ingrandimento nella quale ogni errore (o presunto tale) assume i connotati della topica atta a ridimensionare il giocatore. Una severità che, manco a dirlo, non viene utilizzata allorché la suddetta topica viene commessa da uno straniero. Questo malcostume tipicamente italiano stava per inghiottire anche Raspadori e la sua duttilità, un tandem che a lungo sembrava più deleterio che positivo. Poi, quasi per uno scherzo del destino, proprio Spalletti ha rilanciato le quotazioni del Raspadori prima punta in seno alla Nazionale, sconfessando così gli esperimenti fatti durante la sua militanza sulla panchina del Napoli. Con tanti ringraziamenti da parte del classe 2000 ma anche di Garcia, che intanto a Castel Volturno osservava e prendeva appunto, confermando implicitamente quella maldicenza che, a detta di molti, lo vede mutuare i migliori dettami dei suoi predecessori in azzurro.
Prove di convivenza tra Raspadori e Osimhen
Se anche fosse valida questa tesi, non basterebbe a risolvere i problemi di abbondanza offensiva con cui dovrà fare i conti Garcia a breve. Addirittura molto prima del previsto. Pare infatti che il pieno recupero di Osimhen non sia lontano, ma il verdetto definitivo passerà dal rientro fisico a Castel Volturno dopo i giorni trascorsi per ragioni familiari in giro per il mondo. A detta del tecnico francese, evidentemente mosso o da ottimismo o da realismo, già a partire dalla prossima settimana il nigeriano tornerà a disposizione, aprendo a quel punto un mega ballottaggio che coinvolgerà di fatto quasi l'intero attacco azzurro. Si parte dagli intoccabili: a sinistra Khvicha Kvaratskhelia e a destra Matteo Politano, con il primo che gode ancora dell'aura magica dello scudetto a dispetto di un rendimento ancora non all'altezza dei giorni d'oro e il secondo che invece, a suon di gol, assist e grandi prestazioni, ha guadagnato la fama attuale. Il resto delle caselle sono attualmente tutte messe in discussione. In realtà, una soluzione a disposizione di Garcia c'è ed è nell'aria ormai da tempo: il passaggio in pianta quasi stabile al 4-2-3-1, il modulo che permetterebbe al Napoli di risolvere parecchi problemi. Il primo: la rinuncia a qualche pedina offensiva. Nel caso specifico ovviamente Raspadori, al momento l'uomo in più dell'attacco azzurro. Il secondo: la prevedibilità. Come evidenziato proprio da Garcia, il Napoli con il 4-3-3 gioca a memoria ma gli stessi avversari conoscono ormai alla perfezione i dettami tattici del modulo che ha condotto allo scudetto. Da qui l'urgenza di trovare delle contromisure per ridare smalto al reparto avanzato della squadra campione d'Italia, guardata a vista da ogni difesa: è un po' l'altra faccia della medaglia del tricolore cucito sul petto, quello da cui Garcia ha ereditato solo gli oneri. Tra essi non c'è l'urgenza di provarsi a ripetersi: l'attenuante, strano ma vero, l'ha fornita proprio il severissimo Aurelio De Laurentiis, consapevole delle difficoltà nascoste nella caccia al bis. Guai però a pensare a una resa anticipata e decisamente prematura. A dare speranza è innanzitutto una classifica ancora abbastanza corta. Lo stesso Napoli, pur con un rendimento non continuo, a tratti mostra la sua veste migliore, quella che appena pochi mesi fa è stata fondamentale per scrivere la pagina di storia più attesa. Insomma, gli ingredienti per sperare in un'altra stagione positiva ci sono tutti: specialmente per quanto riguarda un reparto avanzato da far invidia a diverse squadre per qualità e quantità. Discorso che ora viene corroborato dalla ritrovata verve in zona gol di Raspadori, uno che in questo momento è impossibile lasciare ai margini. Lo sa bene Garcia, già al lavoro per trovare una soluzione per far convivere Osimhen e il predestinato che sta finalmente rispettando le tante aspettative sul suo conto.
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