Osimhen, doppia rabbia. Il rigore sbagliato, poi il gesto a Garcia:. Napoli, incanto finito

A Bologna gli azzurri non vanno oltre il pari: due punti in tre partite. Anche Kvara protesta per la sostituzione, sempre più gelo col tecnico. I campioni d’Italia sono già a -7 dall’Inter, non è più show in campo.

di GIANMARCO MARCHINI
25 settembre 2023
Il rigore sbagliato, poi il gesto a Garcia:. Napoli, incanto finito

Il rigore sbagliato, poi il gesto a Garcia:. Napoli, incanto finito

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BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski 6,5; Posch sv (10’ pt De Silvestri 6), Beukema 6, Lucumi 6 (20’ st Calafiori 5,5), Kristiansen 6; Aebischer 6, Freuler 5,5 (37’ st El Azzouzi 6); Ndoye 6 (20’ st Saelemaekers 6), Ferguson 6, Karlsson 5,5 (37’ st Orsolini sv); Zirkzee 6,5. Allenatore: Thiago Motta 6.

NAPOLI (4-3-3):

Meret 6,5; Di Lorenzo 6,5, Ostigaard 6, Natan 6, Olivera 5.5 (1’ st Mario Rui 5.5); Anguissa 6.5, Lobotka 6 (41’ st Cajuste sv), Zielinski 5.5; Raspadori 6 (22’ st Politano 5), Osimhen 4,5 (41’ st Simeone sv), Kvaratskhelia 5 (31’ st Elmas 6). Allenatore: Rudi Garcia 4,5.

Arbitro:

Ayroldi di Molfetta 6.5.

Note:

al 26’ st Osimhen fallisce un calcio di rigore (fuori). Spettatori 26.621. Ammoniti: Olivera, Aebischer, Lobotka, Kvaratskhelia, Ndoye, Skorupski, Freuler, Politano, Mario Rui. Recupero: 2’ pt, 7’ st.

Fa il segno due con le dita, Victor Osimhen, mentre urla tutta la sua rabbia in faccia a Rudi Garcia. Due come le punte da tenere in campo per l’assalto finale (io e il neoentrato Simeone, sottintende il nigeriano). Due come i punti persi dal Napoli in quest’alba nuvolosissima di campionato. Altri punti persi, con l’Inter prima già lontana sette lunghezze: se non serve il binocolo, poco ci manca.

Servirebbe forse un estintore per spegnere l’incendio divampato nell’ambiente azzurro: tanto fumo da non riuscire più a vedere la meravigliosa orchestra che l’anno scorso le suonò a tutti. Da capolista a capovolta. Si infuria Osimhen per il cambio, ma dieci minuti prima era stato Kvaratshkelia a mandare a spendere il suo allenatore. Certo, anche i singoli ci mettono del loro. Osimhen si fa ipnotizzare da Skorupski dopo 5’ (palla deviata sul palo) e poi al 28’ della ripresa quando calcia fuori il rigore, molto dubbio, fischiato per il mani di Calafiori in caduta libera. E poi c’è lo smemorato Kvara che dal 19 marzo ha dimenticato la strada per il gol. Ecco spiegato il nervosismo dilagante dei due uomini-scudetto.

Perdere il sostegno delle stelle solitamente, però, è il primo passo per perdere le redini della squadra. "Di qualità ne abbiamo tanta anche in panchina e ci aspettano quattro gare in dieci giorni, tra cui il Real Madrid", si giustifca Garcia a fine gara, riuscendo a mantenere quel suo sorriso da attore di pellicole francesi, quasi incurante dell’ennesimo passo falso in un avvio di stagione da otto punti in cinque gare. Un anno fa erano undici, ma soprattutto dalla quinta partita gli azzurri avrebbero spiccato il volo con undici di vittoria di fila e uno scudetto di fatto già impacchettato a Natale. Qui, invece, il panettone rischia già di essere in dubbio. Vacanze sul filo, del rasoio.

Deve aver visto un altro film, Aurelio De Laurentiis che, a fine gara, twitta: "Il Napoli riparte da Bologna, bravi tutti!". I social grandinano critiche. Del resto, il Napoli visto al Dall’Ara è la brutta copia dell’armata perfetta di Spalletti: è un’attrice ubriaca che recita lo stesso copione. Meglio il primo tempo, dove sulle fasce gli azzurri scendono spesso facendo tremare Lucumi e compagni. Il palo in avvio, appunto, poi qualche scorreria di Kvara e un bolide di Raspadori che sfiora la traversa sulla sirena. Non rischia quasi nulla la difesa, pur con l’inedita coppia Ostigard-Natan: giusto un tiro di Zirkzee su cui Meret si fa trovare pronto (28’). Il finale è un assalto isterico, con tanti palloni mandati là davanti e Garcia mandato due volte a quel paese. Sorride Thiago Motta che, dopo la Juve, ferma un’altra big con il suo Bologna post-rivoluzione estiva. C’era anche lui nella lista del dopo-Spalletti. Chissà quanti tifosi napoletani ieri sera c’avranno ricamato sopra.

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