Il commento. Le due chiavi di lettura
Il mercato di riparazione del Pisa si chiude con un saldo negativo, senza rinforzi chiave. Il progetto Aquilani è in difficoltà e il budget dovrebbe essere sufficiente per la salvezza.
Bargagna
Non è arrivato un difensore centrale e neppure un doveroso ricambio in mediana necessario per non dipendere in tutto e per tutto da Marin. In attacco si puntava ad un doppio colpo di spessore che non c’è stato. Il bilancio del mercato di riparazione nerazzurro chiude con un saldo negativo: nessun salto di qualità. Promosso Nicholas Bonfanti, il resto dell’azione nerazzurra è stata tesa a "sfoltire" cedendo elementi in prestito. Due le riflessioni personali. Primo. Dal punto di vista sportivo il ‘progetto Aquilani’ continua, ma ancor più claudicante: se la scelta è quella di dare fiducia totale all’ex Roma sarebbe stato giusto ingaggiare giocatori più funzionali al progetto (evidentemente alcuni degli elementi non sono adatti al suo credo e sono ai margini del progetto), così invece non è stato e si resta a metà del guado. Secondo. Dal punto di vista economico la scelta della proprietà appare logica conseguenza della negativa classifica e dei soldi investiti fino ad oggi. I primi tre posti sono ormai irraggiungibili. La quota playoff lontana e comunque, in 22 giornate, il Pisa non si è mai davvero avvicinato alle prime otto posizioni. Per cui, per un anonimo tredicesimo posto – o per lottare per la salvezza – il budget speso dal Pisa dovrebbe essere più che sufficiente. Insomma, tocca ad Aquilani e ai dirigenti trovare il modo di sistemare la situazione senza ricorrere ad altri investimenti. Come a dire, provando ad interpretare il punto di vista di chi sta spendendo un mare di soldi: salvarsi con Valoti, D’Alessandro, Torregrossa, Bonfanti, Marin, Esteves in rosa dovrebbe essere missione semplice. Dovrebbero essere top player e tanto sono stati pagati. Dovrebbe. Dovrebbero. Appunto.-
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