"Costruita bene e baby ok, la Regia mi piace. Se poi si salva in anticipo chissà che..."

Il doppio ex Tovalieri: "Sabato il cuore sarà diviso a metà. A Bari ho segnato 40 reti in 80 gare, in granata resta indelebile il gol alla Juve"

di FRANCESCO PIOPPI -
5 ottobre 2023
"Costruita bene e baby ok, la Regia mi piace. Se poi si salva  in anticipo chissà che..."

"Costruita bene e baby ok, la Regia mi piace. Se poi si salva in anticipo chissà che..."

È stato l’ultimo giocatore della Reggiana a segnare un gol al Parma e già questo, dalle nostre parti, potrebbe valergli la ‘gloria eterna’ (21 settembre 1996, Parma-Reggiana 3-2).

Sandro Tovalieri è però un giocatore speciale a prescindere. Quel suo soprannome ‘Il Cobra’ ne ha sempre definito la natura di attaccante spietato che - pur avendo avuto grande affetto anche dalla piazza granata - ha conosciuto la sua apoteosi con la maglia del Bari che sabato, alle 14, arriverà al ‘Giglio’.

Tovalieri, cosa fa di bello nella vita?

"Sono il responsabile del settore giovanile al Nuova Florida Ardea che è la società del mio paese e milita in Serie D. Sono lì tutti i giorni e finchè c’è dentro la passione si va avanti".

Quella per il settore giovanile è una sorta di vocazione per lei, ricordiamo la sua lunga esperienza alla Roma… Quali ragazzi hanno fatto strada?

"Sono stati otto anni molto gratificanti. Ce ne sono tanti, uno su tutti Lorenzo Pellegrini che è poi diventato capitano della Roma, ma oltre a lui altri come Romagnoli (Lazio), Verde (Spezia), Verre (Samp), Capradossi (Cagliari) e potrei andare avanti. Tutti ragazzi che ho avuto il piacere di allenare e hanno una cosa in comune: oltre ad essere forti, sono brave persone".

Lei invece era il ‘Cobra’, come nasce questo soprannome?

"Tra compagni di squadra ai tempi del Bari, stavamo facendo un gioco affibbiandoci i nomi degli animali e a me è toccato quello dell’animale velenoso, che morde all’improvviso. Ormai ha preso il posto del mio nome di battesimo, me lo porterò dietro in eterno".

Sabato c’è Reggiana-Bari.

"Due tappe bellissime della mia vita. A Bari ho vissuto le stagioni migliori della mia carriera, segnando 40 gol in 80 partite con quell’exploit di 17 in Serie A (1994-1995, tutti festeggiati col ‘trenino’, ndr) che mi ha fatto consacrato al grande pubblico. Ci torno spesso e sono trattato come uno di casa, ma anche con Reggio ho un legame forte: quel gol alla Juventus alla prima di campionato è un ricordo indelebile, sui social mi scrivono ancora in tantissimi facendomi sentire il loro affetto".

Lo sa che è anche l’ultimo giocatore della Reggiana ad aver segnato una rete agli storici rivali del Parma?

"Non lo sapevo, ma ho seguito la Regia nel derby e ha fatto un’ottima partita contro quella che è la squadra più forte. Anche se la B è il campionato più indecifrabile di tutti…".

Parliamone un po’.

"E’ affascinante perché non sai mai cosa aspettarti. Molte squadre partono male e poi sfiorano la promozione, altre invece fanno il percorso contrario. Dico sempre che il primo bilancio si può fare solo alla fine del girone d’andata. Certo mi sembra ci sia un blocco, formato da Parma, Palermo e Venezia molto forte e ci aggiungo anche il Sudtirol che non è più una sorpresa".

Bari e Reggiana invece?

"Il Bari sta ancora smaltendo le scorie di quella promozione sfuggita all’ultimo secondo. Bisogna dargli tempo, ma credo che alla lunga sarà ancora una delle prime 7-8 che lotteranno per andare su. La Reggiana invece ha una squadra con giovani importanti, costruita bene e credo possa fare un campionato tranquillo. Poi se una volta raggiunta la salvezza mancheranno diverse partite, magari ambire a qualcosa di più importante".

Approfittiamone per fare un flashback: chi è il giocatore più forte contro cui ha giocato e il difensore contro cui invece faceva più fatica?

"Maradona, senza dubbio. Tra l’altro il primo gol in Serie A l’ho fatto contro il suo Napoli, quando io ero nella Roma. La partita finì 1 a 1: segnai prima io e poi lui (29 settembre 1985, ndr). Un ricordo indelebile. Ho avuto compagni incredibili: Bruno Conti, Veron, Montella, Protti… Tra i difensori non saprei chi scegliere: ho affrontato Baresi, Vierchowood, Nesta, Aldair, Thuram, Cannavaro, ma anche Brio e pure Pasquale Bruno che era un picchiatore incredibile".

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