Destro story: quante perle. Dai trofei con Balotelli alla citofonata di Galliani

Tanti gli aneddoti nella lunghissima carriera del neo bomber granata. Segnò un gol con una bottiglietta in mano e si autopromuoveva al Fantacalcio.

di GIUSEPPE MAROTTA
3 aprile 2025
Tanti gli aneddoti nella lunghissima carriera del neo bomber granata. Segnò un gol con una bottiglietta in mano e si autopromuoveva al Fantacalcio.

Tanti gli aneddoti nella lunghissima carriera del neo bomber granata. Segnò un gol con una bottiglietta in mano e si autopromuoveva al Fantacalcio.

Adriano Galliani nel gennaio 2015 andò addirittura sotto casa di Mattia Destro per convincerlo a diventare milanista. Quella citofonata ebbe gli effetti desiderati per portarlo da Roma a Milano. Non è di certo l’unico aneddoto del lungo film di Mattia Destro, che arriva alla Reggiana dopo una carriera che lo ha portato, tra alti e bassi, fino alla Nazionale. Basterebbe citare quando segnò con una bottiglietta in mano, o quando esultava ballando alla bandierina.

I numeri. Iniziamo il viaggio con le cifre: 319 presenze con 91 gol e 19 assist in Serie A; 26 gettoni in Coppa Italia con 7 reti e 2 assist: l’exploit nel 2013. Fu capocannoniere con 5 reti, e nel derby in finale contro la Lazio giocò 90’ (al Carlino il suo ex allenatore Aurelio Andreazzoli ha detto che lo preferì a Osvaldo) ma perse. Anche 2 presenze in Champions League, e 8 con un gol in Nazionale. Ha vestito le maglie di Bologna, Genoa, Roma, Empoli, Siena e Milan. Quella più indossata? Il rossoblù felsineo: 112 volte.

Quanto tutto ebbe inizio. Destro nasce ad Ascoli il 20 marzo 1991. Il calcio è roba di famiglia: il padre Flavio, originario di Rivoli (Torino), è un allenatore (con la Fermana sfidò due volte la Reggiana nel 2017-18), e prima difensore con una discreta carriera. Quella dell’Ascoli fu la sua maglia più indossata, e lì nasce Mattia. Il neo bomber granata si divertiva con tennis e basket. A 6 anni scelse: football sia. Gli inizi in piccole società, poi la chiamata dell’Ascoli e a 13 anni quella della vita: l’Inter. A suon di gol vince titoli giovanili come il Viareggio del 2008 insieme a Mario Balotelli. In nerazzurro non c’è spazio: ecco il Genoa, dove centrerà la prima delle 319 presenze in A. È il 12 settembre 2010: esordio contro il Chievo e dopo appena 6 minuti ecco il primo gol di…destro.

La nazionale. L’Everest di ogni calciatore è la nazionale. In azzurro ha giocato 8 volte con Prandelli e Conte. L’unico gol è datato 11 settembre (il suo mese magico, ci torneremo) del 2012, nel 2-0 contro Malta (qualificazioni Europei). Ancora una volta al 6 minuto, ancora una volta seguendo alla lettera la legge del "nomen omen", col piede preferito. All’Europeo non andrà, ma quel ragazzino di 15 anni che nel 2006 festeggiò il Mondiale tuffandosi con gli amici nel mare di San Benedetto del Tronto, il suo sogno lo aveva realizzato.

Il gol piu’ bello. Non parliamo dell’ultimo sigillo ufficiale, la gran rovesciata con l’Empoli contro il Torino: 9 ottobre 2022, ben 907 giorni fa. Parliamo della nascita di Leone a settembre (ancora) 2020 frutto dell’amore con Ludovica Caramis. "L’unica cotta della mia vita", disse in merito alla showgirl. Quando il matrimonio? Facile: a settembre (nel 2014 nella sua Ascoli) e viaggio di nozze in Polinesia. I viaggi, la musica e il cinema sono tra le passioni di Mattia, e a proposito di hobby: aveva un consiglio per chi gioca al Fantacalcio. "Mi comprerei sempre".

Il gioco della bottiglia. Memorabile segnare scartando tutti, ma anche farlo con una bottiglia in mano è raro. È il 25 settembre (rieccolo) del 2021: Genoa-Hellas finisce 3-3, fa doppietta e il 2° gol diventa storia. Va alla panchina per bere, poi ecco un contropiede dei suoi e lui attacca l’area con la bottiglietta. Segnerà: via all’esultanza con lancio della stessa in curva. Il gol diventerà uno spot in favore della raccolta differenziata. Tra le sue esultanze negli anni si ricorda anche una specie di ballo sensuale alla bandierina, stile lap dance, e da quando è padre a volte mima il gesto di cullare un bambino. Ci fu un periodo in cui faceva collezione di gialli, si toglieva la maglia. "Prometto di non farlo più? No…", disse. Chiarissimo.

La maledizione del 9. A Reggio indosserà per la prima volta il numero 21. Spesso ha scelto il 22 e il 23, o il 10 come a Bologna, ma meglio evitare il 9 del Milan (3 gol in 15 partite). Era andata meglio prima a Roma col 22, anche se "Il dispiacere più grande? Mi porterò per tutta la vita la finale persa con la Lazio", dirà. Un pesante infortunio fu quello al ginocchio sinistro proprio con la Roma nel 2013. Quasi 9 mesi fuori, poi l’8 dicembre torna e segna con la Fiorentina. Ora è "fermo" proprio da 9 mesi: Paganini non ripete, chissà lui…

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