Il doppio ex Neri vede una sfida con tanti gol: "Brescia favorito solo perché gioca in casa"

"Da tanto che le amo, vorrei che Reggiana e Rondinelle non si incontrassero mai. Nesta è un grande e devo chiedergli scusa..."

di GIUSEPPE MAROTTA -
21 febbraio 2024
Il doppio ex Neri vede una sfida con tanti gol: "Brescia favorito solo perché gioca in casa"

Il doppio ex Neri vede una sfida con tanti gol: "Brescia favorito solo perché gioca in casa"

La chiacchierata con Maurizio Neri è stata un viaggio tra passato e presente, una vera full immersion nel mondo del calcio all’insegna della passione: l’ex bomber (nativo di Rimini) fra le altre di Reggiana e Brescia, oggi 58enne allenatore dell’Under 17 del Sassuolo, vive a Reggio Emilia da una vita.

In granata due parentesi: la stagione 1987-88 e la 1998-99 (29 presenze e 5 gol il totale dei due campionati). Con il Brescia il quinquennio 1993-1998 (178 presenze e 48 gol) e nel ’97 ha vinto la Serie B.

Maurizio Neri, sabato c’è Brescia-Reggiana.

"Vorrei che non si incontrassero mai, non posso non essere coinvolto emotivamente. La città di Brescia ha un affetto per me incredibile: non me ne vergogno a dirlo, mi emoziona davvero. Del resto sono stato capitano della squadra per quattro anni".

E Reggio?

"Semplicemente la città che mi ha adottato, quella che mi ha dato mia moglie e quella dove vivo. Sono un romagnolo: Rimini con Bellaria-Igea Marina sono casa, ma subito dopo ci sono Reggio e Brescia".

Andando al campo: che partita si aspetta?

"Entrambe stanno bene. La Reggiana ha perso una gara strana con la Ternana dopo un ottimo periodo. Il Brescia con Maran ha cambiato marcia; per me sarà una partita aperta con gol, senza tatticismi esasperati".

Chi ne farà di più?

"Mi aspetto equilibrio. Solo una cosa: conosco bene l’ambiente del ’Rigamonti’ e in percentuale dico 51-49 per il Brescia, ma unicamente perché gioca in casa".

Qual è la sua idea su questa Reggiana altalenante?

"Fin dall’inizio della stagione mi è sempre piaciuta. Le battute d’arresto ci stanno, l’importante è vivere tutto con serenità".

Le piace la squadra, quindi le piace Alessandro Nesta.

"Assolutamente. Abbiamo delle amicizie in comune, ho avuto occasioni per sentirlo. Lo ricordo da ragazzino: io ero alla Lazio, tra il ’91 e il ’93, e lui era un giovane della Primavera che spesso si allenava con noi. Tornando ad oggi: quando sei dell’ambiente in un certo senso ti conosci grazie anche a frequentazioni simili".

Un nome?

"Giuseppe Favalli, ex calciatore di Cremonese, Lazio, Inter e Milan: qualche mese fa è stato a Reggio e siamo andati a vedere un gara della Reggiana in casa. Con l’occasione avevo sentito Nesta al telefono: un ragazzo straordinario, gli ho fatto i complimenti per il lavoro a Reggio".

Vi siete detti altro?

"Mi ha invitato ad assistere ad un suo allenamento".

Che esperienza è stata?

"Me ne vergogno, ma purtroppo non sono ancora riuscito ad andarci per i vari impegni e mi scuso con lui. Ci tengo tanto, dovrò rimediare a tutti i costi".

Quando vede la Reggiana vede l’impronta di Nesta?

"Ho esperienza da anni nei settori giovanili, ma non ho mai allenato i ’grandi’, quindi non mi permetto di giudicare chi ha più vissuto di me. Però mi sono innamorato fin da subito di Nesta a Reggio come mister. Vero, all’inizio ci sono stati alti e bassi, ma è naturale: in campo la sua mano si vede eccome. E non solo tatticamente".

In che senso?

"Reggio è passionale, ma Nesta non ha mai perso equilibrio, ha sempre portato avanti il suo credo. Ricordo che quando giocavo a volte iniziavamo le partite con mille consigli del mister in testa, ma dopo 5 minuti la partita prendeva altre vie e ti dimenticavi tutto. Puoi preparare ogni dettaglio, ma poi esistono le variabili e gli avversari. Vedo in questa Reggiana uno spirito di gruppo ottimo, con tanti abbracci".

E riguardo i singoli?

"Seguo i giocatori in prestito dal Sassuolo come Pieragnolo, che sta andando oltre le aspettative, ma anche Antiste e Satalino che ha fatto bene a Genova in Coppa. Romagna è un giocatore di Serie A, e quando si fa male mi spiace. Poi il capitano Rozzio, che risponde sempre presente, Gondo, e i giovani Marcandalli e Bianco, un gran giocatore. Vorrei nominarli tutti, la squadra mi piace molto.

Sente ancora qualcuno della "sua" Reggiana?

"Quella granata è una società che ha cambiato tantissimo negli anni, ora ci sono poche persone che c’erano allora. C’è, però, Michele Malpeli che è un fratello. Quante sfide a tennis e padel! Lì puntualmente lo batto, non gli farà piacere leggerlo…".

Il futuro? Allenerà mai i ‘grandi’?

"Da quasi 15 anni sono nelle giovanili con molte soddisfazioni, è il mio mondo. Francesco Palmieri, responsabile del vivaio del Sassuolo, mi ha confermato la fiducia nell’Under 17 e siamo secondi, ho dei ragazzi favolosi e domenica sfideremo la capolista Juventus. Stare coi giovani mi ringiovanisce: oh, vado per i 59… Ci vuole un folle a chiamarmi ad allenare una prima squadra".

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