Omar Campana diventa scrittore. "Vi racconto la mia vita da ’leone’. Sono uno zingaro e un camaleonte»
L’ex granata: "Scrivere la propria autobiografia è gratificante. Non l’ho fatto per soldi o visibilità, ma perché volevo lanciare il messaggio di non mollare mai e avere sempre il coraggio di reinventarsi" .
Resilienza, questa la parola chiave che ha spinto Omar Campana, 49 anni ex calciatore professionista originario di Poviglio, a decidere di scrivere un libro sulla sua vita movimentata.
"L’idea mi è venuta l’anno scorso ad agosto, mentre ero in spiaggia a pensare. Mi sono documentato online su come tradurre in realtà questo mio sogno e mi sono buttato. Volevo raccontarmi e far passare un messaggio positivo, quello di non arrendersi mai. Non ho deciso di pubblicare queste pagine per voglia di visibilità o per soldi", ci tiene a chiarire il diretto interessato, raggiunto al termine delle vacanze estive, ad Anzio, la città dove vive da 5 anni e lavora come responsabile commerciale di un’azienda di serramenti.
Molto noto nella nostra città per aver militato in diverse squadre di Serie B e C, tra cui anche Reggiana e Brescello, conserva nella nostra città i suoi affetti più cari: la mamma e la figlia Emma, alla quale ha dedicato il libro. Una bellissima sedicenne nata dall’unione con la ex moglie Cecilia Mozzini, modella ed ex reginetta di bellezza.
Campana racconta: "Questo volume è frutto del lavoro di dieci mesi ed è stato scritto a quattro mani, con l’aiuto di una ghostwriter. Ci vedevamo una volta alla settimana per una conversazione di un’ora e poi riguardavamo insieme le pagine scritte. Sulla copertina ho deciso di mettere la foto di un leone, sia perché è il mio segno zodiacale, sia perché è il mio soprannome da sempre".
Diverse le attestazioni di apprezzamento ricevute dall’autore sul volume, che è uscito da pochi giorni, insieme a qualche sfottò di ex compagni di squadra "che non mi reputavano capace di scrivere un libro o che sono curiosi di sapere se sono stati citati in qualche capitolo".
Una biografia che ripercorre le diverse fasi della sua vita: "Scrivere di sé stessi è gratificante. Ho raccontato le mie esperienze, come giocatore che ha vissuto in tante città diverse per 20 anni, giocando quasi 500 partite, fino al cambio di rotta dopo la fine carriera da atleta e la difficoltà iniziale di confrontarsi con una realtà diversa. Anche in questo ambito la chiave di volta è stata la mia filosofia basata sul non mollare mai e l’avere il coraggio di reinventarsi, cambiare pelle. Sono uscito completamente dal mondo del calcio, ho fatto il ristoratore in Romagna, sperimentato altri settori fuori dalla mia zona di comfort. Sono uno zingaro, nel senso che ho vissuto in tanti posti diversi, e camaleontico. L’unica cosa che ancora mi lega al mondo di prima è quando qualche volta vado allo stadio a vedere la Reggiana, che rimane un bel ricordo".
Non mancano poi gli accenni alla vita privata, come il rapporto con le donne, un’altra passione che lo ha sempre caratterizzato, e pagine dense di dolore legate alla perdita a soli due anni del padre e la morte dei due successivi compagni della madre ai quali si era affezionato tanto da definirli "due padri". "Nel libro - aggiunge - racconto come ho elaborato queste perdite e voglio dare un messaggio di speranza e forza a chi sta attraversando situazioni simili".
Campana è maturato quindi, non solo nel look che lo ha visto abbandonare i lunghi riccioli che portava da ragazzo in favore di una folta barba, e non esclude "di scrivere un altro volume, magari una storia diversa, non la mia, anche se ci sarebbero altri capitoli da approfondire".
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