Rozzio è pronto a scendere in trincea: "E resto qui anche se andiamo in Serie C"

Il capitano: "Ma credo in questa squadra e nella salvezza. Il post calcio? L’allenatore no, troppo stress, preferisco fare il diesse"

di FRANCESCO PIOPPI
26 marzo 2025
Il capitano: "Ma credo in questa squadra e nella salvezza. Il post calcio? L’allenatore no, troppo stress, preferisco fare il diesse"

Il capitano: "Ma credo in questa squadra e nella salvezza. Il post calcio? L’allenatore no, troppo stress, preferisco fare il diesse"

Non ha ancora i 90 minuti nelle gambe "ma se c’è bisogno di fare uno spezzone, magari per tenere il risultato… ci sono" e in ogni caso già a vederlo in panchina assieme ai compagni è rassicurante.

Paolo Rozzio is back. E ieri, dopo tanto tempo, ha parlato a ruota libera del suo lungo e faticoso percorso di recupero.

Il capitano è finito sotto ai ferri lo scorso 27 novembre dopo l’infortunio alla caviglia sinistra patito nel match con il Catanzaro; da quel momento è arrivata una lunga odissea chiamata riabilitazione, alleggerita – almeno nella prima parte – dalle cure della compagna Ilaria, fisioterapista e mamma delle piccole Bianca (4 anni) e Diana (9 mesi) le gioie più belle della vita di questa coppia.

Rozzio, come sta?

"Bene, finalmente! Sono stati due-tre mesi piuttosto impegnativi, ma sta andando tutto al meglio. Confesso che ho avuto qualche momento di frustrazione durante la fase di riatletizzazione, ma poi i cattivi pensieri hanno lasciato spazio alle cose migliori e adesso ci siamo".

Quando tornerà al centro della difesa?

"Non sono ancora pronto per affrontare una partita intera. I miei compagni in allenamento hanno un’intensità pazzesca che mi fa dire che se ci esprimiamo così…Possiamo fare bene".

E allora perché tanta fatica ‘quando conta’?

"In questi mesi ho visto le cose anche da fuori, con più calma. Sono arrivato alla conclusione che non siamo poi tanto diversi dall’anno scorso. Contro le big portavamo a casa i risultati, ma anche quest’anno facciamo meglio quando non abbiamo nulla da perdere. Ora forse è più evidente perché c’è un’altalena continua anche all’interno della stessa partita".

E dove sta il problema?

"È difficile giustificare una partita bella come quella di Catanzaro e poi, cinque giorni dopo, una orribile come quella di Cosenza dove non siamo scesi in campo. Sono però cose un po’ antiche che avevamo già prima del mio infortunio e secondo me certe situazioni ce le dobbiamo allenare da soli. Sta a noi prenderci le responsabilità. Anche perché sono dettagli, non cose macroscopiche".

Il gruppo è unito?

"L’atteggiamento nel quotidiano è impeccabile, lavoriamo con intensità e dedizione: dobbiamo ‘semplicemente’ fare punti".

Sabato c’è la sfida con il Sassuolo che si trascina dietro tutto il resto della polemica, come la sta vivendo?

"In maniera nuova, perché non ho mai avuto il piacere di affrontare il Sassuolo visto che all’andata ero già ai box. Avremo una motivazione in più per i nostri tifosi che hanno le loro ragioni e sappiamo che ci staranno vicino in ogni caso, indipendentemente da dove saranno seduti. Noi dovremo ripagarli con la prestazione".

Qualcuno dice che adesso il Sassuolo è ‘ingiocabile’…Lei cosa ne pensa?

"Che nella mia carriera non ho mai affrontato squadre ingiocabili. Tanti team forti, così come lo è il Sassuolo, ma a volte sono scaturite anche delle imprese. Chiaramente parliamo di un collettivo che da metà campo in su è già pronto per la Serie A, quindi dovremo essere perfetti".

Il club le aveva promesso il suo rinnovo…A che punto siamo?

"L’intenzione c’è da ambo le parti, il presidente mi aveva detto che ci saremmo seduti a un tavolo dopo la sfida col Cosenza, ma il mio rinnovo non è un problema: posso firmare adesso, tra un mese o il primo di luglio’.

Anche se dovesse arrivare la C?

"Sì, assolutamente: io voglio restare alla Reggiana".

E in futuro farà l’allenatore?

"No, troppo stress. Il direttore sportivo invece sì, quello mi piacerebbe molto".

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